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Master Gardener: com’è il film di Paul Schrader

Master Gardener arriverà prossimamente nelle sale italiane.

Il cinema di Paul Schrader nasce sempre da un uomo chiuso in una stanza, alle prese con il rimorso e con segreti difficili da confessare, in cerca di una redenzione che i fantasmi del passato continuano a ostacolare. Non fa eccezione a questa regola Master Gardener, ultimo lavoro del regista e sceneggiatore statunitense presentato fuori concorso a Venezia 79, edizione che ha portato al maestro anche un meritatissimo Leone d’oro alla carriera. Un’opera in chiara continuità con Il collezionista di carte (presentato anch’esso al Lido lo scorso anno), con cui Schrader mette in scena la sua ennesima splendida declinazione delle tematiche della colpa e delle seconde possibilità.

Master Gardener: il nuovo sontuoso viaggio nella natura umana di Paul Schrader

Master Gardener 4

Protagonista del racconto è Narvel Roth (Joel Edgerton), uomo solitario e misterioso incaricato di prendersi cura dello splendido giardino della tenuta della ricca Haverhill (Sigourney Weaver). La manutenzione dei fiori e delle piante non è però l’unico incarico assegnato a Narvel. La signora chiede infatti al protagonista di assumere alle sue dipendenze la sua giovane nipote Maya (Quintessa Swindell), caratterizzata da un carattere ribelle e dalle cattive frequentazioni. La situazione apparentemente tranquilla e la doppia attrazione di Narvel per nonna e nipote non gli impediscono però di essere tormentato dal suo controverso passato. Un passato in cui ha ucciso uomini e donne in nome della supremazia bianca, impresso sulla sua pelle sotto forma di eloquenti tatuaggi razzisti. Narvel si ritrova così in bilico fra i suoi scheletri nell’armadio, il programma di protezione testimoni e un futuro tutto da scrivere.

L’esercizio critico di trovare temi, dinamiche e atmosfere ricorrenti all’interno delle filmografie dei grandi autori trova terreno fertile in Paul Schrader. Già dai tempi delle sue collaborazioni con Martin Scorsese, che hanno portato alle sceneggiature di capolavori come Taxi Driver, Toro scatenato e L’ultima tentazione di Cristo, Schrader si è infatti concentrato sul lato oscuro dell’umanità, sulle colpe da espiare e sugli antieroi da redimere, utilizzando metafore forti e chiaramente leggibili. Dopo il giocatore di poker impersonato da Oscar Isaac nel progetto precedente, tocca al giardiniere di Joel Edgerton, uomo che per definizione è deputato a estirpare le erbacce e a trasformare una natura caotica in un rigoglioso spettacolo per gli occhi.

Una figura che immancabilmente si trova alle prese con profondi dilemmi morali e con il tentativo di salvezza di una giovane in pericolo, che dialoga a distanza con le figure femminili tipiche del cinema di Schrader, come quelle di Hardcore.

Fra colpa e redenzione

Master Gardener 2

Come nel già citato Il collezionista di carte, è un voice over particolarmente sinuoso e suggestivo a esplicitare i pensieri dei protagonisti, insieme a un diario in cui emerge con forza ancora maggiore il parallelismo fra Narvel e il suo lavoro di giardiniere. Su queste solide basi, Schrader impernia una regia asciutta, essenziale ma estremamente efficace, in cui ogni movimento di macchina è funzionale alle azioni e agli stati d’animo dei protagonisti. I tanti chiaroscuri e un tangibile erotismo sottolineano un altro dei temi portanti di Master Gardener, ovvero l’incontro-scontro fra diverse etnie, classi sociali e generazioni.

Il cinismo e il pessimismo del regista emergono soprattutto nel personaggio di Sigourney Weaver, donna dominante e con scarsa fiducia nell’umanità che non perde occasione per incanalare le vite altrui nella direzione da lei desiderata e per respingere con forza e aggressività tutto ciò che non fa parte del suo piano. Un’ottima prova per una formidabile attrice, affiancata dall’altrettanto valida performance di Joel Edgerton, perfetto nell’aprire squarci su un’esistenza capace di deflagrare in tante diverse vite, tutte in contrasto fra loro. Sullo sfondo, un’America feroce che non perdona e che si frappone ai percorsi di redenzione, in cui l’odio è impresso nell’anima prima ancora che sulla pelle. Una terra scandagliata ancora una volta in profondità da Schrader, e teatro di flashback caotici e inquietanti, come la stessa vita di Narvel.

Master Gardener: Paul Schrader più vitale che mai

Master Gardener 3

Master Gardener non è solo Paul Schrader che ripete se stesso, ma anche un nuovo sinistro e avvolgente viaggio nell’universo di questo autore, che per una volta lascia filtrare anche qualche timido raggio di speranza sul giardino della società, che necessita però di cure costanti. Non mancano sequenze ben più ordinarie e asettiche della sceneggiatura (curata ovviamente dallo stesso Schrader), ma il risultato è comunque più solido e centrato rispetto a quello de Il collezionista di carte, a testimonianza della rinnovata vitalità di un artista senza eguali, capace di utilizzare sempre lo stesso canovaccio per nuove sorprendenti riflessioni sulla natura umana.

Master Gardener arriverà prossimamente nelle sale italiane, distribuito da Movies Inspired.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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