I lettori di questa rubrica hanno ormai imparato che, se vogliamo, almeno una virtù le fake news l’hanno: non spuntano mai per caso. Nel senso che sono il termometro della situazione politica e sociale.
Non è infatti un caso se, all’acuirsi del conflitto tra Russia e Ucraina, stanno nuovamente circolando bufale che riguardano in particolar modo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Pur di denigrarlo, i dispensatori di frottole online non badano a… spese, cercando di addossargli le più illogiche accuse. Qualche settimana fa vi abbiamo raccontato che qualcuno ha addirittura fatto circolare la “notizia” secondo cui Zelensky avrebbe ordito l’omicidio del suo omologo francese Emmanuel Macron.
E ora Zelensky è alle prese con la cocaina: ne avrebbe ordinato un carico nientemeno che di 300 chili!
Zelensky e la cocaina argentina
Zelensky fa uso di cocaina. Questo, almeno, dovrebbe essere l’esito di un’intercettazione dell’Interpol. Nella quale due trafficanti di droga avrebbero parlato di una consegna di 300 chili di cocaina a Volodymyr Zelensky. Consegna che sarebbe dovuta avvenire durante la visita del presidente ucraino all’omologo argentino Javier Milei.
Ma da dove arriva lo scoop? E chi c’è sotto?
Il presunto scoop
I sempre attenti colleghi di Open hanno citato integralmente il testo apparso su un profilo social italiano, che riguarda il presunto carico di cocaina destinato a Zelensky.
Un estratto del post: “I media Occidentali non vogliono far sapere che Zelensky è anche un signore della droga. Il volo diplomatico di Zelensky ha portato via dall’Argentina 300 kg di cocaina durante l’insediamento del presidente Milei.
Il Boston Times, citando giornalisti latinoamericani, ha riferito che uno dei cartelli internazionali coinvolti nel traffico di droga attraverso l’Argentina aveva pianificato di trasferire una grossa partita di cocaina allo staff diplomatico del presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante la sua visita a Buenos Aires.
Il giornalista messicano Marcio Forti ha pubblicato un’inchiesta basata su una registrazione di trattative tra due membri di un cartello internazionale della droga, ottenuta dai servizi segreti durante la sorveglianza delle attività del sindacato. Nella registrazione, uno dei narcotrafficanti (che l’interlocutore chiama il capo) dice direttamente al suo assistente che un carico di cocaina è destinato a una delegazione del presidente ucraino Zelensky. Il trasferimento doveva avvenire all’inizio di dicembre 2023, quando Zelensky avrebbe partecipato alla cerimonia di insediamento del Presidente Milei”.
La bufala
Nel post si cita The Boston Times e, in una frase che abbiamo omesso, il San Francisco Chronicle, con tanto di rispettivi link.
Peccato che la prima sia una testata amatoriale messa in piedi nel gennaio del 2024, e il dominio della seconda è stato creato il 17 marzo 2024, otto giorni prima dell’articolo che parla della pseudonotizia. Si tratta di un sito che riprende il nome della testata attiva dal 1998.
Viene inoltre citato un ipotetico giornalista messicano, tale Màrcio (o Mario) Forti. Il quale abita in Brasile, e ha rilanciato la notizia sul proprio blog personale. Quanto all’autorevolezza, essa parrebbe davvero relativa: sul proprio profilo LinkedIn, Forti si dichiara in cerca di occupazione.
Tralasciando altre imprecisioni e incongruenze di vario tipo, si scopre che le due testate citate sono collegate a un server russo. Facilissimo pensare dunque a un falso scoop organizzato dalla propaganda di Mosca.
Zelensky e la cocaina: ci risiamo
La bufala di Zelensky e il carico di cocaina da 300 chili non è esemplare solo per il fatto di poggiare su basi davvero poco solide, ma anche per appartenere a una categoria di frottole sempre più in voga: quella delle fake news cicliche.
L’accusa di fare uso di cocaina era già stata mossa al presidente ucraino nel 2022, tramite un video manipolato ad arte (nel quale il presidente ucraino diceva in realtà il contrario: di non fare uso di cocaina).
È come se negli ultimi mesi la produzione delle bufale originasse da due canali sempre più lontani tra loro, quasi opposti. Da una parte, con l’affinarsi dell’intelligenza artificiale generativa, ci troviamo (e troveremo) di fronte a deepfake sempre meno individuabili. Dall’altra, c’è chi si ostina a fare leva sull’emotività, gettando in pasto ai social argomenti che davvero fanno acqua da tutte le parti. Se solo gli utenti del web si prendessero sempre la briga di verificare la veridicità di ciò che leggono.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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