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I dipendenti di Facebook contro la posizione di Zuckerberg sui post di Trump

Hanno partecipato anche membri di lunga data dell'azienda

Mark Zuckerberg sta ricevendo le critiche di diverse decine di dipendenti di Facebook per la sua posizione neutralista nei confronti dei post del presidente americano Donald Trump. Tra questi dipendenti ci sono diverse persone che fanno parte dell’azienda da anni e che hanno contribuito alla stesura delle linee guida originali del social network.

Zuckerberg criticato per i post di Donald Trump dai dipendenti di Facebook

Facciamo innanzitutto un passo indietro e proviamo a capire come si è arrivati a questa situazione. Qualche giorno fa Twitter è intervenuta contro i tweet del presidente americano: la piattaforma ha infatti iniziato ad allegare dei link di fact-checking per smentire le bufale condivise o ad nasconderli dietro un avviso che evidenzia il fatto che violano le regole di Twitter sull’incitamento alla violenza. Trump, irritato dalla cosa, è intervenuto per provare a vendicarsi contro i social network e le aziende digitali in generale. Nel frattempo altri social, come Snapchat, hanno cominciato a muoversi per limitare i messaggi violenti del presidente USA.

Uno dei social a non essersi invece mosso è proprio Facebook, per esplicita volontà di Mark Zuckerberg. Secondo il CEO dell’azienda, infatti, non spetta alla piattaforma intervenire sulle falsità o sui messaggi violenti diffusi dai politici.

La lettera aperta

Questa posizione, però, non è stata ben accolta dai dipendenti di Facebook, che hanno firmato una lettera aperta diretta proprio a Zuckerberg. Questa lettera (riportata integralmente dal The New York Times) sostiene che la posizione assunta dal CEO ‘tradisca‘ gli ideali dietro a Facebook, e chiede che venga riconsiderata. Tra i firmatari dell’appello ci sono il capo delle comunicazioni di Facebook insieme a vari designer, ingegneri amministrativi. Alcune di queste persone sono dipendenti di lunga data e hanno contribuito alla stesura delle prime linee guida per la comunità di Facebook, che stabiliscono cosa possa e cosa non possa essere postato. Altri dipendenti hanno dato le dimissioni per protesta o hanno indetto uno sciopero coatto.

Nonostante questo, Zuckerberg in settimana ha ribadito nuovamente le sue posizioni. Molto probabilmente, a prescindere da quello che pensa dei post di Trump, il CEO di Facebook sta cercando di risultare quanto più neutrale possibile per evitare possibili ritorsioni da parte di questa amministrazione, che potrebbe essere rieletta in occasione del voto di Novembre. Vedremo se l’intervento delle altre piattaforme contribuirà ad un cambio di rotta per il più grande social network al mondo.

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Autore

  • Giovanni Natalini

    Ingegnere Elettronico prestato a tempo indeterminato alla comunicazione. Mi entusiasmo facilmente e mi interessa un po' di tutto: scienza, tecnologia, ma anche fumetti, podcast, meme, Youtube e videogiochi.

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