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Oggi è la Giornata della Terra. E ciascuno può dare il suo piccolo contributo per salvaguardarla

Il 22 aprile si celebra l’Earth Day

Ogni volta che si celebra una qualche giornata (a parte quelle sorte solo con l’obiettivo di farci sorridere) il nostro sentimento è ambivalente.

Da una parte ci si augura che anche solo 24 ore dedicate a un determinato argomento servano ad attirare l’attenzione dei più svagati. Ma dall’altra il rischio è proprio quello che, il giorno successivo, si torni a far finta di niente.

È un dubbio quanto mai legittimo oggi, 22 aprile, perché si celebra la Giornata della Terra (o Earth Day). Ed è inutile specificare quanto il nostro pianeta sempre più malconcio (per colpa nostra, ricordiamolo) dovrebbe godere sempre, in ogni piccola e grande azione, dei nostri riguardi.

bambini su un prato, in primo piano, che tengono in mano un piccolo pianeta Terra

La Giornata della Terra

Oggi, come ogni 22 aprile dal 1970, si celebra dunque la Giornata della Terra, o Earth Day.

Curiosa la scelta della data, il 22 aprile, ossia un mese dopo l’equinozio di primavera. L’idea della Giornata risale al 1962, con la pubblicazione del manifesto ambientalista Primavera silenziosa. Per la proposta di una vera e propria giornata commemorativa, però, bisogna aspettare sino al 1969, quando l’attivista per la pace John McConnell avanza l’idea durante una conferenza dell’UNESCO che si è svolta a San Francisco.

Proposta approvata e celebrata a partire dall’anno successivo, il 1970, anche se allora la data era proprio quella dell’equinozio di primavera, il 21 marzo.

Ma se poi si è imposta la data del 22 aprile lo dobbiamo alla grande manifestazione a difesa del nostro pianeta che si è svolta negli Stati Uniti dopo un appello del senatore democratico Gaylord Nelson. E che ha coinvolto circa 20 milioni di cittadini.

Giornata della Terra: il tema del 2024

Ogni edizione della Giornata della Terra ha un tema cardine.

Per l’edizione 2024 lo slogan è emblematico: Pianeta vs plastica. Si punta a “una riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2040 e l’obiettivo finale di costruire un futuro senza plastica per le generazioni future”.

Come fare? Almeno in quattro modi: aumentando la consapevolezza delle ricadute sulla salute derivanti dalla plastica, eliminando gradualmente tutta la plastica monouso, spingendo per un trattato delle Nazioni Unite sull’inquinamento da plastica, chiedendo la fine del fast fashion.

Le celebrazioni

La Giornata della Terra è celebrata in quasi 200 Paesi, con manifestazioni e incontri di varia natura, rivolti a ogni categoria sociale e anagrafica. In Italia si presta particolare attenzione ad alfabetizzare sul problema gli studenti di ogni età.

E se la sensazione è di trovarsi di fronte a un problema troppo grande, ciò non deve funzionare come un alibi per non agire. I nostri sforzi individuali saranno esigui, ma sommati possono portare a risultati concreti. E come fare, dunque, per dare il proprio contributo alla salvaguardia del pianeta?

I piccoli gesti individuali

È del tutto evidente che le possibilità di agire in modo virtuoso nei confronti dell’ambiente sono svariati.

In un breve e di certo parziale elenco, ricordiamo ad esempio che ogni acquisto è un atto politico. Ridurre o evitare le già citate plastiche monouso e preferire i prodotti a chilometro zero potrebbe essere un primo passo. Un altro potrebbe essere quello di non acquistare un oggetto, che sia o meno di ambito tech, se lo chiede la moda, ma quando davvero necessario.

Poi ci sono i comportamenti in ambito domestico, dove lo spreco d’acqua non si conta. Non dimentichiamoci di riciclare l’acqua usata per lavare qualcosa (che può essere usata per annaffiare le piante) e di accendere gli elettrodomestici solo a pieno carico. Adoperiamo con moderazione gli impianti di condizionamento dell’aria.

E non teniamo l’automobile accesa ai semafori. Anzi: per brevi tragitti non prendiamola proprio. Ci ringrazierà non solo l’ambiente, ma anche il nostro corpo, finalmente sollecitato a fare un po’ di movimento.

Ambiente e nuove tecnologie

La sensazione è che aver trasferito online una serie di operazioni fisiche apporti solo benefici all’ambiente.

Eppure ciò è solo parzialmente vero. Secondo uno studio del Royal Society del 2020, riportato dal World Economic forum,  il mondo digitale contribuisce alle emissioni globali di CO2 per una percentuale compresa tra l’1,4 e il 5,9 (il traffico aereo arriva al 2%).

Ogni interrogazione ai motori di ricerca immette nell’atmosfera circa 2 grammi di CO2. Un utente medio, con la sola posta elettronica, può arrivare a 135 chili di emissioni di CO2 in un anno. E un singolo server può produrre annualmente sino a 5 tonnellate di anidride carbonica.

Perciò, come per l’automobile, se ogni tanto stacchiamo gli occhi dagli schermi dei vari device e facciamo quattro passi, in un colpo solo faremo del bene alla Terra e a noi stessi.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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