All’inizio di questo mese, si è svolta a Roma la seconda edizione di 5G Italy, forum del CNIT dedicato al 5G che ha visto la partecipazione trasversale di industria, istituzioni, esperti e università. I temi trattati sono stati i più disparati, dal presente e il futuro del 5G alle possibili applicazioni e rivoluzioni che questa tecnologia potrà portare nelle nostre vite. Cogliamo quindi l’occasione per fare il punto della situazione sul 5G in Italia.
I concetti chiave del 5G
Partiamo innanzitutto dalle basi, ovvero: cos’è il 5G? Come avrete già intuito, o come forse già saprete, si tratta della nuova generazione di reti cellulari, che proprio da quest’anno sta cominciando a diffondersi sul nostro territorio e nel mondo intero.
Ma cosa la differenzia dall’attuale 4G? Oltre ovviamente ad una maggiore velocità di navigazione, permessa sia dai nuovi protocolli ma soprattutto dalle nuove frequenze che saranno utilizzate, il 5G presenta delle differenze strutturali che lo renderanno qualitativamente diverso dalle reti attuali.
Abbiamo innanzitutto una elevata affidabilità della connessione ed una latenza estremamente ridotta, ovvero un ritardo molto piccolo (idealmente addirittura di 1ms) nello scambio di dati tra i dispositivi e la rete. Questa caratteristica rende il 5G ideale sia per scopi ludici (come il game streaming e il VR/AR mobile) ma soprattutto per applicazioni da remoto, in ambito medico, automobilistico e industriale. A permettere questa bassa latenza sarà anche l’edge computing: i datacenter necessari a svolgere operazioni da remoto saranno infatti decentralizzati e strategicamente collocati vicino ai luoghi di utilizzo. In questo modo sarà possibile svolgere operazioni complesse anche con dispositivi a bassa potenza come gli smartphone, scaricando il carico computazionale sull’infrastruttura ma ricevendo il risultato in tempo reale.
Il 5G è stato poi progettato, a differenza delle reti precedenti, avendo a mente non solo gli utilizzatori umani ma anche quelli non umani, ovvero gli oggetti connessi. Grazie alla virtualizzazione della rete e allo ‘slicing’, ovvero l’utilizzo della stessa infrastruttura per connessioni e applicazioni di tipo diverso, agli smartphone sarà affiancato l’IoT e le auto connesse, per dirne due.
La banda dati maggiore, già citata prima e forse vista solo come un miglioramento quantitativo, avrà comunque una sua estrema importanza, per esempio permettendo la creazione di FWA (Fixed Wireless Access, ovvero i modem casalinghi) connessi grazie al 5G, più veloci dell’ADSL e molto più facili da installare della fibra.
L’importanza delle frequenze
Un aspetto fondamentale dietro le caratteristiche e lo sviluppo del 5G sono le frequenze che questa tecnologia andrà utilizzare: queste si dividono infatti, in due tipologie, il Sub6 e le mmWave.
Le prime includono tutte quelle bande del 5G che vivono al sotto dei 6GHz. Si tratta quindi di frequenze con cui abbiamo già a che fare nella vita di tutti i giorni (basti pensare che il nostro Wi-Fi di casa è trasmesso a 2.4 e 5 GHz). Questo range si sovrappone addirittura con quello attuale del 4G (che va da 700MHz a poco più di 2 GHz): nei primi tempi, infatti, gli operatori saranno in grado di far convivere 4G e 5G a partire dalla stessa infrastruttura, offrendo quindi da subito un’elevata copertura (sarà purtroppo comunque necessario avere un dispositivo con capacità 5G dedicate).
La vera rivoluzione ‘elettromagnetica’ del 5G, però, arriverà con quell’insieme di frequenze definite come mmWave, ovvero onde millimetriche. Chiamate così per la loro lunghezza d’onda nell’ordine dei millimetri (a differenza delle frequenze più comuni, dove la lunghezza d’onda è nell’ordine dei centimetri, metri o addirittura Km per la radio), grazie alla loro maggior frequenza (intorno ai 26 GHz) potranno trasportare molti più dati e quindi permette velocità incredibilmente maggiori. Ha però lo svantaggio, data la frequenza più elevata, di superare meno facilmente ostacoli come muri ed edifici, rendendo necessaria, per garantire la copertura, un maggior numero di piccole antenne a bassa potenza distribuite uniformemente sul territorio.
In Italia, la gara d’appalto per aggiudicarsi le frequenze è stata particolarmente combattuta e costosa per gli operatori: ha fatto incassare allo Stato ben 6.5 miliardi di euro. Il gruppo di frequenze più ambite è stata quella intorno a 3700MHz, dove Vodafone, TIM, Iliad e Wind Tre hanno speso complessivamente 4.3 miliardi. Si tratta di una frequenza contenuta nella fascia Sub6 (quindi con pochi problemi di propagazione) ma più alta di qualunque frequenza 4G esistente (e quindi capace di connessioni più veloci).
Le altre bande, quella a 700 MHz e a 26 GHz, sono state spartite equamente tra i vari operatori, con l’eccezione di Iliad, che ha ricevuto una corsia preferenziale per uno slot a 700 MHz, e Wind Tre, che invece è rimasta fuori da quest’ultima fascia di frequenze.
Le applicazioni raccontate a 5G Italy
Il 5G, oltre a le sue qualità intrinseche, ha dato ai vari settori l’opportunità di discutere e progettare sistemi smart che non necessariamente avrebbero bisogno del 5G, ma che certamente beneficeranno delle sue caratteristiche uniche. Di seguito ve ne citiamo alcuni.
Il 5G può aiutare per esempio la produzione, la distribuzione e il consumo di energia, dando connettività alla Smart Grid: ne hanno parlato, nel corso di 5G Italy, ENI e A2A, che stanno facendo sperimentazioni verso la digitalizzazione delle sue infrastrutture.
Dalla Smart Grid alle Smart Cities il collegamento è naturale: delle ‘città intelligenti’ si parla da anni, e per molte applicazioni il 5G non risulta neanche strettamente necessario. L’affidabilità, la bassa latenza e l’edge computing, però, saranno fondamentali per la creazione di una città veramente interconnessa e sostenibile. Dalla gestione del traffico e dei parcheggi, alla raccolta dei rifiuti, fino al monitoraggio ambientale: i sensori e i centri di elaborazione, entrambi distribuiti, potranno veramente migliorare la nostra vita e la nostra società.
Uscendo dalle città, si è parlato di come il 5G possa aiutare anche il mantenimento di infrastrutture: in particolare, Ferrovie dello Stato sta lavorando all’applicazione di sensori e droni (sia volani che ferroviari) per migliorare il lavoro quotidiano di monitoraggio della ferrovia, con l’aiuto anche dell’Intelligenza Artificiale.
Il 5G aiuterà inoltre anche a ad avvicinare il Sistema Sanitario Nazionale al cittadino, tramite la digitalizzazione del rapporto tra medico e paziente, sia tramite visite virtuali che non necessitino la presenza fisica del paziente dal medico se non quando strettamente necessario, sia l’utilizzo di sensori sempre connessi e Intelligenza Artificiale per diagnosi da remoto.
Il 5G è qui, ma non del tutto
Parlando del quadro attuale del 5G in Italia, il Belpaese è in realtà in buona posizione rispetto agli altre nazioni europee, nonostante le premesse meno rosee: siamo infatti terzi in Europa per le sperimentazioni riguardanti questa tecnologia. Il 2018 ha visto il picco di queste sperimentazioni, con 13 città coinvolte, mentre il 2019 è il primo anno effettiva commercializzazione, con i primi dispositivi capaci di sfruttare questa rete e le prime offerte da parte degli operatori.
Le città dove per ora è disponibile il servizio 5G sono:
- Roma (Vodafone, TIM)
- Milano (Vodafone)
- Napoli (Vodafone, TIM)
- Torino (Vodafone, TIM)
- Bologna (Vodafone)
- Firenze (TIM)
Tra le città prossime infila abbiamo, nei progetti di TIM, Verona e Bari, 30 destinazioni turistiche, 50 distretti industriali e 30 progetti specifici. Potete comunque verificare la copertura del vostro comune (in continua espansione) attraverso i siti dedicati (Vodafone, TIM).
Anche se siete in una delle città attualmente coperte dal 5G, sfruttare questa rete non è di certo economico: le due offerte di TIM, da 29,99€ e 49,99€ al mese, offrono rispettivamente 50 e 100 Giga, ad un prezzo per Giga quindi molto più elevato del 4G.
Vodafone ha invece puntato sulle offerte ‘Infinito‘, senza limiti a livello di Giga e minuti, ma con limitazioni invece nella loro velocità: con 26,99€ e 29,99€ saremo infatti limitati, rispettivamente, a 2Mbps e 10Mbps, mentre con 39,99€ avremo tutta la velocità del 5G (non meglio specificata, ma comunque nell’ordine del Gigabit). Vodafone offre poi anche offerte più simili a quelle di TIM, chiamate RED Unlimited: se i minuti sono illimitati, i Giga solo qui limitati a 40 e 30 Gb, con un costo rispettivamente di 18.99€ e 24,99€ (se vi sembra paradossale, è perché la prima tariffa sarebbe in realtà da 20 Giga, ma è in corso un’offerta che raddoppia questa cifra).
Insieme alle offerte sopracitate, è possibile anche avere in bundle uno smartphone 5G (addirittura incluso a 0€ al mese dell’offerta da 50€ di TIM), necessario per la navigazione con la nuova rete. Per ora la selezione non è molto ampia, ma, soprattutto con i processori appena annunciati da Qualcomm, ci aspettiamo per il 2020 un’aumento esponenziale dei dispositivi 5G, anche di fascia media.
Purtroppo, almeno per il prossimo futuro, non possiamo aspettarci molto di più dal 5G in Italia: le applicazioni legate all’IoT, all’edge computing e all’industria 4.0 arriveranno gradualmente, con l’implementazione della rete 5G anche degli altri operatori e con la costruzione di nuove infrastruttura. Non vuol dire che non si stia muovendo nulla: TIM ha annunciato una partnership con Google per la costruzione di nuovi datacenter sul territorio italiano, che serviranno ad implementare al meglio i servizi di cloud e l’edge computing della rete 5G.
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