Nei laboratori di Seattle nasce la prima AI dotata di moralità: sarà vero?

Dotare un’AI di moralità vuol dire creare un’intelligenza artificiale in grado di distinguere tra giusto e sbagliato, effettuando scelte di conseguenza. Ma tutto ciò è realmente possibile? E se si, in che modo?

I ricercatori di Seattle affermano di aver creato la prima AI dotata di moralità

Dell’interminabile dibattito cyberpunk sul ruolo della tecnologia nella sfera sociale non si discuterà mai abbastanza. Molto è stato detto e i punti di vista differenti sembrano letteralmente inconciliabili. Ma c’è un concetto che sembra mettere d’accordo tutti: ciò che ci distingue dalle macchine è la nostra capacità morale. Le AI – Intelligenze Artificiali – possono essere più efficienti di noi, dotate di capacità di calcolo estreme e anche più intelligenti. Ma non avranno mai la nostra capacità nel comprendere le sfumature tra giusto e sbagliato. Quella che, per sommi capi, tanto per scomodare un nome altisonante, Kant chiamava la legge morale che persiste in tutti gli uomini.

Beh, cari filosofi cyberpunk, mi dispiace per voi – e anche per me – ma quest’unica certezza e punto comune oggi crolla come un castello di sabbia davanti a uno tsunami. Un gruppo di ricercatori statunitensi ha infatti affermato di aver generato la prima AI dotata di una propria moralità. Non si sa molto in realtà, se non che l’annuncio arriva dall’Allen Institute for AI di Seattle e che la macchina in questione si chiama Delphi. Nome certamente non scelto in maniera casuale. Per dimostrare la scoperta i ricercatori hanno creato un sito web chiamato Ask Delphi, nel quale si possono porre quesiti morali e ricevere una risposta oracolistica dell’AI.

Le domande morali poste a Delphi

Il sito nel frattempo, tra curiosi e filosofi, conta già oltre 3 milioni di visite. Tra queste anche quella di Joseph Austerweil, psicologo presso l’Università del Wisconsin-Madison. Quest’ultimo ha messo alla prova Delphi con domande semplici ma dalla forte connotazione morale. Alla domanda “è giusto uccidere una persona per salvarne un’altra?” Delphi ha risposto in maniera negativa. Ha invece cambiato idea quando le è stato chiesto “è giusto uccidere una persona per salvarne cento?”

Come può Delphi esprimersi su concetti morali?

Ma la domanda che ora sorge spontanea è: come può Delphi esprimersi su questioni morali non essendo dotata di coscienza? Il suo punto di vista è solo un riassunto del pensiero dei suoi sviluppatori? Oppure l’AI riesce, in qualche modo, a formulare una propria concezione etica? A questa domanda non vi è una sola risposta, ma possiamo prendere in esempio una teoria, che è poi alla base degli universi cyberpunk di molte opere.

Un’AI può essere dotato di moralità? Tesi dell’AI forte vs Teorema di Gödel

Parliamo della Tesi dell’AI forte. Secondo questa teoria l’AI sarebbe dotata di tutta una serie di informazioni utili e sarebbe in grado di effettuare scelte a seconda dei parametri. In tal caso ha perfettamente senso la bivalenza nelle risposte fornite al professor Austerweil. Alla domanda sull’uccidere una persona per salvarne un’altra, Delphi risponde di no. Quando però il parametro cambia, e la domanda diventa ucciderne una per salvarne cento, come se fosse una sorta di convenienza matematica, la risposta cambia.

Delphi è realmente quindi un AI dotato di moralità? Secondo un altro teorema, quello dell’Incompletezza – detto anche teorema di Gödel – questo è impossibile. Tale assunto infatti sostiene che le macchine sono basate sul calcolo, mentre gli umani sulla coscienza. Sarebbe quindi impossibile per una macchina disporre della moralità tipica dell’essere umano. Chi avrà ragione?

Le tre stimmate di Palmer Eldritch

• Dick, Philip K. (Autore)

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