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Truth, il social di Trump, non sbarca su Android: Google Play non lo approva

E secondo NewsGuard la piattaforma promuove QAnon

Così come il personaggio politico che l’ha inventato, anche il social network Truth è decisamente controverso.

La piattaforma è nata tra mille polemiche. E soprattutto dopo che il suo ideatore, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, era stato bannato da Facebook e Twitter in seguito all’assalto a Capitol Hill.

Da allora, Trump aveva tentato diverse strade per rafforzare la propria presenza in rete. Tra cui quella di un blog personale, abbandonato dopo una presenza breve e piuttosto ingloriosa.

Truth, il social di Trump

Dopo di che, finalmente, si è concretizzata la sua idea di un social personale, dal nome quanto mai altisonante: Truth (Verità). Il social dell’ex presidente è approdato lo scorso febbraio su iOS (ma solo per utenti che provengono da Stati Uniti e Canada). E già nelle prime ore dal suo rilascio non sono mancati i problemi tecnici.

Nei primi mesi dal rilascio, come abbiamo raccontato in un altro articolo, il social di Donald Trump si è mostrato ben al di sotto delle aspettative.

E ora arrivano due nuovi problemi di non facile gestione. Il primo è che Truth non sbarcherà su Android, almeno per ora: non è stato approvato da Google Play.

Il secondo è una clamorosa accusa formulata da NewsGuard, secondo cui Truth promuoverebbe QAnon, organizzazione di estrema destra fautrice di una curiosa teoria del complotto.

Truth Social

Truth: niente Android, Google ha detto no

Doccia fredda per Donald Trump: Truth non approda su Android.

La decisione, per quanto non definitiva, è comunque di grande impatto. I motivi della mancata approvazione da parte di Google Play devono ricercarsi nell’insufficiente moderazione dei contenuti. Che risulterebbero particolarmente deboli soprattutto per quanto riguarda le minacce e l’incitamento alla violenza.

Una nota di Google così recita: “Il 19 agosto abbiamo notificato a Truth Social diverse violazioni delle norme standard nell’attuale invio dell’app e ribadito che disporre di sistemi efficaci per moderare i contenuti generati dagli utenti è una condizione dei nostri termini di servizio affinché qualsiasi app venga pubblicata su Google Play. La scorsa settimana, Truth Social ha risposto al nostro feedback dicendo che sta lavorando per risolvere questi problemi.”

La replica di Truth

I vertici di Truth hanno replicato, dicendo di avere “continuamente lavorato in buona fede con Google per garantire che l’applicazione Android di Truth Social sia conforme alle politiche di Google senza compromettere la promessa di essere un rifugio per la libertà di parola”.

E facendo notare che “alcune app concorrenti sono ammesse su Google Play Store nonostante violino in maniera dilagante il divieto di Google sui contenuti sessuali e altre politiche, mentre Truth Social ha tolleranza zero per i contenuti sessualmente espliciti”.

Truth promuove QAnon?

Strettamente collegata alla bocciatura da parte di Google per una scarsa attenzione alla moderazione dei contenuti è la dirompente accusa avanzata da NewsGuard.

Il titolo del report lascia davvero poco spazio all’immaginazione: “Trump e la sua piattaforma Truth Social promuovono attivamente QAnon.”

Ricordiamo che NewsGuard è uno strumento di valutazione che, grazie al lavoro di un pool di giornalisti e professionisti del settore dell’informazione, giudica i siti che pubblicano notizie e informazioni sulla base di nove criteri giornalistici ispirati agli standard di credibilità e trasparenza.

Le accuse di NewsGuard

Come si può leggere nel lungo report, le accuse di NewsGuard sono nette. “NewsGuard ha riscontrato che, utilizzando i loro seguitissimi account di Truth Social, Trump e altri responsabili e fondatori della piattaforma promuovono regolarmente profili e messaggi di QAnon su Truth Social. Tra questi figurano il CEO di Truth Social Devin Nunes, un ex membro repubblicano del Congresso, e Patrick Orlando, direttore generale della Digital World Acquisition Corporation, la special purpose acquisition company (SPAC) che finanzia Truth Social (le cosiddette SPAC sono società di comodo che generano profitti tramite quotazioni in borsa).”

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  • Editore: Einaudi
  • Autore: David Cay Johnston , Elisabetta Spediacci , Andrea Mattacheo , Emilia Benghi , Stefano Massaron
  • Collana: Super ET

Il rifugio dei seguaci di QAnon

Dall’indagine di NewsGuard sembra proprio che Truth sia diventato il rifugio dei seguaci di QAnon, bannati da Twitter e dagli altri social.

Truth, spiega NewsGuard, ha assegnato lo status di profilo verificato a 47 profili che promuovono QAnon, tutti con più di 10.000 follower. Che hanno ottenuto un contrassegno come utenti “frequentemente cercati come figure pubbliche”.

NewsGuard ha poi identificato 88 utenti che sul social di Trump hanno promosso concetti riconducibili a QAnon. Di questi 88 utenti, 32 sono stati precedentemente bannati da Twitter.

Se a ciò aggiungiamo i problemi economici di Truth, di cui si parla con sempre maggiore insistenza (pare che i debiti ammontino a 1,6 milioni di dollari), non sembra che il social di Trump sia troppo di buon auspicio per un’eventuale sua ricandidatura alla presidenza degli Stati Uniti.

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Autore

  • Claudio Bagnasco

    Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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