fbpx
CulturaIl filo nascostoRubricheSpettacoli

Il filo nascosto: Adele H. – Una storia d’amore di François Truffaut

Dedichiamo il nuovo appuntamento con Il filo nascosto a una delle tante straordinarie opere di François Truffaut.

Tutti conosciamo il percorso esistenziale e artistico dello scrittore francese Victor Hugo, capace di consegnare alla storia della letteratura pietre miliari come Notre-Dame de Paris e I miserabili e una sconfinata produzione di poesie. In pochi invece conoscono la storia di Adèle, figlia secondogenita dello scrittore la cui vita è stata brillantemente raccontata da un maestro di cinema come François Truffaut in Adele H. – Una storia d’amore. Uno struggente melodramma, ispirato a una raccolta di documenti e corrispondenze ritrovate dalla ricercatrice Frances Vernor-Guille e forte della sontuosa prova dell’allora diciannovenne Isabelle Adjani, meritevole anche di una nomination all’Oscar come miglior attrice protagonista.

Un’opera uscita nello stesso 1975 di Qualcuno volò sul nido del cuculo, e che proprio come il film di Milos Forman tocca diversi temi fra cui la pazzia. Scegliamo quindi questo titolo per il nuovo appuntamento con la nostra rubrica cinematografica Il filo nascosto. La pazzia in questo caso diventa rifugio di un’anima afflitta, distrutta da un amore impossibile capace di trasformarsi in ossessione e dipendenza affettiva.

Adele Hugo fu l’unica figlia a sopravvivere al celebre padre. Come ci ricorda la toccante conclusione di Adele H. – Una storia d’amore, dopo decenni di ricovero in un istituto psichiatrico, la donna si spense nel 1915, nel totale disinteresse di un panorama sociale e culturale scosso dall’inizio della Prima Guerra Mondiale. Nonostante le estreme conseguenze, il suo è però ancora oggi un esempio di donna capace di rompere le convenzioni morali della sua epoca e di affrancarsi dalla scomoda figura paterna, tuffandosi verso un futuro incerto ma fortemente voluto.

Adele H: una storia d’amore, ossessione e ribellione

Ci troviamo nel 1863, quando nella canadese Halifax arriva dalla Francia una giovane che si presenta come Miss Lewly. La donna è alla disperata ricerca di un ufficiale inglese, il tenente Pinson (Bruce Robinson), con cui millanta un rapporto diverso ogni volta che lo menziona. Le prime di tante bugie, che caratterizzano un rapporto tossico e degradante per la stessa donna, il cui vero nome in realtà è ovviamente Adèle Hugo. Adèle è perdutamente innamorata di Pinson, che invece, nonostante una passata tresca fra i due, non ne vuole sapere né di intrattenere una relazione fissa né tantomeno di convolare a nozze. «Io mi sono data a te. Adesso mi devi tenere», dice Adèle all’apice del suo disperato (bi)sogno d’amore.

Letteralmente accecata dalla sua ossessione per Pinson, e contro ogni evidenza logica, Adèle precipita progressivamente in un vortice autodistruttivo, arrivando a spiare le effusioni di Pinson con altre donne, a pagare i suoi debiti di gioco, a regalargli una notte con una prostituta per testimoniare disponibilità verso le sue esigenze sessuali, a inscenare un matrimonio mai avvenuto e addirittura a cercare di assoldare un mesmerizzatore per ipnotizzare il suo amato. Una sequenza di umiliazioni e sottomissioni inframezzate da una fitta corrispondenza con il padre, mai in scena ma sempre presente nel racconto, che la aggiorna sullo stato di salute della madre e non manca di sottolineare alla figlia la necessità di un suo ritorno a casa. Un percorso che porta inevitabilmente all’alienazione, alla follia e a un doloroso epilogo.

Una storia di follia e riscatto

Sarebbe fin troppo facile, soprattutto con la consapevolezza di oggi, etichettare Adele H. – Una storia d’amore come la mera rappresentazione di un’ossessione sentimentale. Elemento che ovviamente è presente e centrale («È sempre possibile controllare i sentimenti? Non si può amare un uomo pur sapendo che è spregevole?», dice la protagonista), ma non esaurisce le suggestioni scaturite da un’opera prismatica, che merita una riflessione più approfondita e articolata. La continua ricerca di Pinson per Adèle non è solo il desolante strascico di un amore mai nato, ma è anche la via di fuga da una famiglia e da un ambiente in cui non si riconosce, rappresentati dall’invisibile figura paterna e dai numerosi incubi incentrati sulla sorella maggiore Léopoldine, annegata diversi anni prima.

Non è un caso che Adele H. – Una storia d’amore si concluda con una suggestiva immagine di Adèle e con queste parole tratte dal suo diario, inventate di sana pianta dal regista: «Questa cosa incredibile, che una ragazza varchi l’oceano, passi dal vecchio al nuovo mondo per unirsi al suo amante: questa cosa io la farò». Un’evidente voglia di rivalsa e indipendenza, che passa anche attraverso un incontro-scontro sul terreno di gioco preferito dal padre, cioè la parola scritta. Un mezzo espressivo su cui la regia di François Truffaut si sofferma continuamente, in un azzeccato tradimento della realtà storica (gli scambi epistolari di Adèle avvenivano soprattutto col fratello, e non col padre).

È solo nel suo diario, e attraverso l’assidua attività di scrittura, che la protagonista riesce a essere ciò che ambisce a diventare, in un inno alla fantasia ma anche alla ribellione contro lo strapotere letterario del padre.

Adele H. – Una storia d’amore, l’ennesima opera autobiografica di François Truffaut

Adele H. - Una storia d'amore

Per un autore capace di tratteggiare con il suo folgorante esordio I 400 colpi una lacerante e autobiografica critica all’assenza della famiglia e al cinismo delle istituzioni, è inevitabile riversare su questo atipico racconto di formazione gran parte della propria vita. E infatti Adele H. – Una storia d’amore è intriso dei temi alla base del cinema di François Truffaut, l’uomo che amava le donne e in particolare le sue attrici. Come tutte le sue protagoniste dei suoi film, anche Isabelle Adjani diventa l’oggetto del desiderio del regista. A differenza delle attrici che l’hanno preceduta però, Isabelle Adjani non cede alle lusinghe di Truffaut, dando nei fatti vita a un curioso cortocircuito con la stessa trama di Adele H. – Una storia d’amore.

Diventa così ancora più simbolico il cameo del cineasta, nei panni di un militare che Adèle scambia per il suo amato Pinson. Molto più che un semplice e autocompiaciuto vezzo registico, in bilico fra finzione, illusione e realtà. Un rapido scambio di sguardi attraverso cui il cineasta riesce a fermare nell’eternità della settima arte un suo desiderio impossibile da esaudire, ovvero gli occhi innamorati della sua musa su di lui. Mai come in questo caso, arte che imita la vita e vita che imita l’arte, dal momento che ciò che segue questo fugace incontro è una sequenza di amare proiezioni mentali, sgraziate bugie e goffi sotterfugi della protagonista per conquistare il suo Pinson, che sembra avere occhi per tutte tranne che per lei.

La folgorante interpretazione di Isabelle Adjani

Adele H. - Una storia d'amore

L’innamoramento di François Truffaut per Isabelle Adjani è però anche e soprattutto artistico. Il regista è tentato di affidare la parte di Adèle a Catherine Deneuve, ma è letteralmente rapito da un adattamento teatrale, organizzato dalla Comédie-Française, de La scuola delle mogli di Molière, in cui la giovanissima attrice ruba la scena a tutto il resto del cast. Ne segue una lunga opera di adulazione, che mette sostanzialmente Isabelle Adjani di fronte alla scelta fra cinema e teatro per il prosieguo della sua carriera. È proprio Truffaut a dare la spallata decisiva in tal senso, scrivendo all’attrice queste dolci e accorate parole: «Il suo viso racconta da solo una sceneggiatura intera, i suoi sguardi creano situazioni drammatiche, potrebbe anche permettersi di recitare in un film senza storia, sarebbe un documentario su di lei e varrebbe più di qualsiasi storia romanzata».

Per sfortuna del teatro e per fortuna del cinema, Isabelle Adjani accetta una parte capace di determinare il suo intero percorso artistico. La sua è una prova di totale devozione al personaggio, a cui riesce a donare vita, forza ed espressività. La vediamo prima trasmettere sullo schermo la caparbietà di Adèle, disposta a tutto per il suo Pinson, ma attraverso il suo volto sempre più scosso e tormentato cogliamo anche la crescente delusione per un sogno destinato a sfumare. Isabelle Adjani si spinge però ancora oltre, dipingendo anche lo straziante deperimento fisico ed emotivo della protagonista, consumata internamente ed esternamente dalla sua lotta e sempre più in preda alla follia.

La realtà è scadente

Lo scivolamento di Adèle nella pazzia, che avrebbe spinto molti registi all’utilizzo di toni esageratamente enfatici, diventa invece per François Truffaut il mezzo per una commovente riflessione sul rapporto fra realtà e illusione. Il regista, che ha dedicato la sua intera vita alla finzione narrativa dietro e davanti alla macchina da presa, come critico (celebre il suo contributo a Cahiers du cinéma) e giornalista (indispensabile il suo Il cinema secondo Hitchcock, libro-intervista al maestro del brivido), mette in scena una sua personalissima declinazione del tema del viaggio come percorso di cambiamento interiore. Adele H. – Una storia d’amore anticipa il sorrentiniano “La realtà è scadente“, suggerendo che l’unica possibile via di fuga per il disagio esistenziale della protagonista sia abbandonarsi alla pazzia e all’oblio.

Mentre la follia per il già citato Qualcuno volò sul nido del cuculo era un’etichetta da demolire, in contrapposizione a un sistema empio e disumano, per Truffaut è un riparo, avvilente e funereo, da un’esistenza che per la protagonista è semplicemente troppo dolorosa per essere vissuta. L’epilogo della protagonista è curiosamente simile a quello di un’altra Adèle che ha scritto la storia del cinema francese, quella al centro de La vita di Adele di Abdellatif Kechiche. Ambedue deluse dalla vita e protagoniste di ripetuti falliti tentativi di conquista, le due Adèle si congedano dal racconto con una solitaria camminata per strada, malinconico simbolo della delusione e della sconfitta.

Il finale di Adele H. – Una storia d’amore

Adele H. - Una storia d'amore

Ridotta ormai a uno spettro di se stessa, la protagonista di Adele H. – Una storia d’amore si aggira catatonica per le vie di Bridgetown, derisa dai passanti, persa in storie che può vedere solo lei e incapace persino di riconoscere Pinson. Una morte affettiva e mentale, che anticipa il suo lungo oblio. L’unico frammento rimasto di un amore troppo grande per il mondo e le sue regole, destinato a rimanere confinato in una mente fragile ma irriducibile.

Adele H. - Una storia d'amore

Il filo nascosto nasce con l’intento di ripercorrere la storia del cinema nel modo più libero e semplice possibile. Ogni settimana un film diverso di qualsiasi genere, epoca e nazionalità, collegato al precedente da un dettaglio. Tematiche, anno di distribuzione, regista, protagonista, ambientazione: l’unico limite è la fantasia, il faro che ci guida è l’amore per il cinema. I film si parlano, noi ascoltiamo i loro dialoghi.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🚪 La pericolosa backdoor di Linux, disastro sventato da un solo ricercatore
 
🎶Streaming Farms: il lato oscuro della musica, tra ascolti falsi e stream pompati
 
✈️Abbiamo provato DJI Avata 2: sempre più divertente!
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
  
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
  
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
  
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
  
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
  
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button