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Dentro la Canzone – Amandoti, l’amore al gerundio dei CCCP

"Amarti m'affatica" rientra a mani basse nelle frasi più belle e significative della musica italiana.

È il 1990 quando i CCCP – Fedeli alla Linea di Giovanni Lindo Ferretti decidono che è ora di fermarsi. La band che più di tutte ha rappresentato il movimento punk italiano, influenzando un’intera generazione di artisti underground, si scioglie. E si scioglie il 3 ottobre 1990, lo stesso giorno della riunificazione della Germania. Il riassunto lapidario della situazione lo fa Rude Pavda: “Muore il comunismo, muoiono i CCCP”. Prima di dire addio al progetto – che comunque si riformerà come CSI due anni dopo – i CCCP pubblicano Epica Etica Etnica Pathos, che contiene l’ultimo singolo: Amandoti, una canzone dal significato intenso e dalla storia affascinante.

Un brano che, a discapito della natura antisistema della band, arriverà a ottenere un incredibile successo mainstream (complice anche una cover di una cantante senese dal piglio rock e dalla voce graffiata).

In realtà la prima a cantare Amandoti non fu Gianna Nannini, e neanche Giovanni Lindo Ferretti, voce e testi dei CCCP. La primissima versione della canzone fu eseguita nel 1987, tre anni prima della pubblicazione. In quell’occasione venne cantata da Annarella Giudici, la “Benemerita soubrette” dei CCCP – Fedeli alla Linea.

Questo spiega anche perchè nell’album Epica Etica Etnica Pathos (1990), dove la canzone esordisce discograficamente, la traccia riporta il titolo ufficiale di Amandoti (sedicente cover).

Storia e significato di Amandoti dei CCCP – Fedeli alla Linea

A riascoltare (e rileggere) l’incredibile testo scritto da Giovanni Lindo Ferretti, appare evidente che la canzone parli di un amore disperato, probabilmente finito, che si trascina. Tuttavia ad ispirare la canzone non fu la fine di una relazione sentimentale tra due amanti. Tutt’altro. A ispirare il testo fu la morte della nonna di Lindo Ferretti, che compose il brano nella sua abitazione a Cerreto Alpi, nei pressi di Reggio Emilia.

Il primo elemento di straziante bellezza della canzone è il suo titolo: Amandoti, al gerundio, come a voler rimarcare che amare vuol dire compiere un’azione. Come a voler dire: “Ecco cosa provo nel momento in cui ti amo”. Anzi: “Nel momento in cui compio l’azione di amarti”. E infatti l’amore raccontato nel testo rappresenta un’azione faticosa (“amarti m’affatica”), deteriorante (“mi svuota dentro”), ma che comunque rappresenta una certezza (“amarti mi consola”).

Giovanni Lindo Ferretti ci descrive un amore disperato ed esasperato, che farebbe meglio a concludersi invece di continuare a trascinarsi. Nonostante questa consapevolezza, però, nel ritornello lui implora che l’amore non finisca. O almeno non subito.

Ricorda quindi il concetto di morte (e qui forse torniamo alla scomparsa della nonna): tutti dobbiamo salutare i nostri cari prima o poi, ma non siamo mai pronti a farlo. Faremmo di tutto per rimandare di un mese, un giorno o anche solo un’ora.

Certi amori, così come la morte, sono un continuo rimandare l’inevitabile.

Il significato del testo di Amandoti dei CCCP – Fedeli alla Linea

Analizzando il testo della canzone, possiamo notare che le due strofe esprimono due stati d’animo contrastanti. Il ritornello è invece una sorta di implorazione, una preghiera. In tutti i casi la prospettiva utilizzata è quella della prima persona: il protagonista sta parlando direttamente alla persona amata.

Amarti m’affatica
Mi svuota dentro
Qualcosa che assomiglia
A ridere nel pianto

“Amarti m’affatica” rientra a mani basse nelle frasi più belle e significative della musica italiana. Nella prima strofa il protagonista evidenzia tutti gli aspetti negativi dell’atto di amare. Giovanni Lindo Ferretti è bravissimo a farci percepire il malessere fisico (oltre che psicologico) del protagonista. L’amore è un’azione che richiede un dispendio di energie. Un’azione che “svuota dentro”. Un qualcosa di estenuante, che però fa stare bene chi ama. L’immagine perfetta ce la restituisce proprio il testo: “Qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto”

Amarti m’affatica
Mi dà malinconia
Che vuoi farci, è la vita
È la vita la mia

Cos’è la malinconia se non proprio “ridere nel pianto”? Il protagonista prende atto della sua condizione, e la accetta. La riconosce: “Che vuoi farci, la mia vita è così”

Amami ancora
Fallo dolcemente
Un anno, un mese, un’ora
Perdutamente

Come anticipato, il ritornello è una sorta di preghiera. Il protagonista, nonostante abbia rimarcato quanto l’amore gli faccia male, implora che questo non finisca. Almeno non ora. Anche “amare perdutamente” è un’immagine potentissima.

Amarti mi consola
Le notti bianche
Qualcosa che riempie
Vecchie storie fumanti


Amarti mi consola
Mi dà allegria
Che vuoi farci, è la vita
È la vita la mia

La seconda strofa si pone in antitesi alla prima. Se la prima parte della canzone si era concentrata sul malessere fisico ed emotivo provato dal protagonista, nella seconda evince l’effetto consolatore dell’amore. Non propriamente un aspetto positivo (traspare ancora tanto malessere), quanto più illusorio. Anche in questo caso è bene rimarcare che il testo non parla dell’amore in sé, come idea platonica, ma dell’atto di amare: cosa prova chi ama in quel preciso momento (del resto il titolo è appositamente al gerundio).

Le cover: da Gianna Nannini ai Måneskin

Nel 2004, a 14 anni dall’uscita originale, Amandoti dei CCCP – Fedeli alla linea arriva al pubblico mainstream grazie ad una riuscitissima cover di Gianna Nannini. La cantaurocker senese inserisce la sua versione della canzone nell’album Perle del 2004.

La cover avrà così tanto successo che in molti sono ancora convinti che Amandoti sia una canzone di Gianna Nannini. Tra questi anche Ana Mena che – accusata del fatto che la sua Duecentomila Ore fosse fin troppo simile ad Amandoti – si riferì a quest’ultima come “la canzone di Gianna Nannini”.

Una delle cover più interessanti ed intense di Amandoti l’hanno però realizzata i Måneskin nella serata cover e duetti di Sanremo 2021 (quello stesso Sanremo che lancerà alle stelle la loro carriera). Per l’occasione la band romana decise di chiamare sul palco il loro ex mentore di X-Factor, Manuel Agnelli. proponendo una versione di un’intensità disarmante.

Proprio settimana scorsa i CCCP hanno annunciato l’attesissimo tour di reunion, che li porterà in concerto per tutta l’estate 2024.

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Autore

  • Marco Brunasso

    Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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