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Dentro la Canzone – Somebody that I used to know di Gotye e Kimbra: com’è difficile lasciarsi andare

"Now you're just somebody that I used to know"

Lasciarsi andare non è mai facile, soprattutto quando, alla fine di una relazione, ciascuno dei due incolpa l’altro. Tornano alla mente le parole di Don Henley e della sua Long Way Home, quando l’iconica voce degli Eagles cantava: “ci sono tre versioni di ogni storia, la mia, la tua e la gelida verità”. Nella celebre Somebody That I Used To Know di Gotye e Kimbra, canzone dal successo incredibile nel 2012/2013 di cui oggi cercheremo di raccontarvi la storia e il significato, il senso è un po’ quello.

Infatti il brano racconta proprio la fine di una relazione, fornendoci i due diversi punti di vista. Le voci dei due ex amanti si alternano e si contrappongono. Ci forniscono due versioni della stessa storia andata al macero, esprimendo il loro dolore, la loro rabbia e il loro rimpianto.

La storia di Somebody that I used to know di Gotye e Kimbra

La storia di Somebody That I Used To Know inizia nel fienile dei genitori di Gotye, nella penisola di Mornington, a sud-est di Melbourne, dove il musicista di origine belga ha registrato e prodotto il suo terzo album, Making Mirrors. Gotye, il cui vero nome è Wouter De Backer, ha scritto la canzone ispirandosi alle sue esperienze personali, in particolare a una ex ragazza con cui aveva avuto una rottura difficile e disordinata. 

“C’è una ex ragazza che conosco”, confesserà in seguito a Rolling Stone Australia. “Non è stata una brutta rottura, ma è stata disordinata, nel senso che ci siamo fatti del male più del necessario, perché non è stata una rottura netta. Credo che sia di questo che parla il ritornello. Entrambi abbiamo capito che dovevamo andare avanti e da allora non ci siamo più visti”.

È interessante raccontare che Gotye non ha iniziato a scrivere la canzone pensando ad un duetto. Tuttavia, dopo aver terminato la prima strofa, si è reso conto che il suo personaggio non aveva nient’altro da dire. Si è reso conto, insomma, che ci volesse un contraltare: qualcuno che raccontasse l’altro punto di vista, quello della ragazza.

Alla ricerca della voce perfetta

Il cantante comincia così una ricerca spasmodica di una voce femminile alla quale affidare la seconda strofa. Gotye racconterà in seguito di aver preso accordi con “un’artista di grande rilievo”, che però la sera prima della session di registrazione deciderà di abbandonare il progetto. 

“L’ho incontrata a un festival mesi dopo il successo della canzone – racconterà Gotye, senza mai svelare il nome della cantante in questione – e lei ha detto: ‘Forse è stato un errore non essere venuta’”. Beh, probabilmente si.

Gotye passa ben cinque mesi a cercare la voce giusta per la canzone, provando anche con la sua ragazza, la cantautrice australiana Tash Parker, ma la sua voce non si sposava bene con le sonorità della canzone.

Poi, per puro caso, ascolta un album chiamato Vows, di una giovane debuttante dal nome Kimbra. Appare chiaro fin da subito che sta per succedere qualcosa: le due voci si fondono perfettamente, creando il contrasto emotivo e armonico che tutti noi conosciamo.

Dal punto di vista musicale: tra Bonfà e Milla Piccolo Cagnetto

Dal punto di vista musicale, la canzone campiona la parte di chitarra acustica del brano Seville del musicista brasiliano Luiz Bonfá, tratto dalla colonna sonora del film Orfeo Negro del 1959. Bonfà è morto nel 2001, ma Gotye decide comunque di riconoscere un generoso 45% delle royalties della composizione ai suoi eredi.

C’è però un altro omaggio che ha dell’incredibile. Come ammesso dallo stesso Gotye, la melodia suonata dallo xilofono all’inizio del brano è ripresa da Milla piccolo cagnetto, canzoncina italiana goliardica divenuta virale su Facebook tra il 2008 e il 2009.

“Ho avuto modo di ascoltare la canzone Milla alcuni mesi fa perché un amico musicista continuava a cantare quel motivetto ascoltato su Facebook  e alla fine è rimasto in testa anche a me. Non è un plagio ma un semplice omaggio  simpatico per l’inizio della mia canzone”

Gotye ai microfoni di Sidney Morning Daily

Più in generale canzone si basa su una semplice progressione di quattro accordi (nelle strofe addirittura solo due), che si ripete per tutta la durata, creando una sensazione di monotonia. La melodia è orecchiabile e facile da ricordare, ma anche malinconica e struggente. Il ritmo è lento e cadenzato. Insomma, anche musicalmente, il brano vuole riflettere la monotonia di una relazione, sebbene si apra molto vocalmente nel ritornello (dove esplode la frustrazione dei due protagonisti).

Il significato di Somebody that I used to know di Gotye e Kimbra

Come detto in apertura di questo articolo, Somebody That I Used to Know consiste in un duetto in cui il ragazzo e la ragazza raccontano la propria percezione della relazione finita. Un concetto non propriamente nuovo nella musica (basti pensare a Leather And Lace, brano di Stevie Nicks e Don Henley del 1981). 

C’è però anche un altro aspetto interessante, che passa spesso inosservato quando si parla di questa canzone. Il titolo, almeno in teoria, è grammaticalmente sbagliato. La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che il titolo corretto dovrebbe essere Somebody Whom I Used To Know, perché quando il soggetto è un essere umano il pronome corretto è “who”, mentre “that” è riservato ad animali e oggetti.

Tuttavia ci potrebbe essere un motivo che giustifica l’utilizzo improprio del pronome “that”. The Writing Site sostiene infatti che “that” è accettabile quando ci si riferisce a qualcuno che non si conosce personalmente.

Nel caso di Gotye le ipotesi sono due: o il cantante è così arrabbiato dalla rottura da non vedere la sua ex come una persona, o, più probabilmente, l’ha cancellata dalla sua vita, al punto da accettare di non riconoscerla più. Anche in questo caso non si tratta di una novità assoluta nella storia delle canzoni (si pensi alla spettacolare canzone omonima Somebody That I Used to Know di Elliott Smith, contenuta nell’album Figure 8 del 2000).

Il significato del testo di Somebody That I Used to Know

Now and then, I think of when we were together
Like when you said you felt so happy, you could die
I told myself that you were right for me
But felt so lonely in your company
But that was love and it’s an ache I still remember

Nelle prime due strofe troviamo il punto di vista di lui, che ricorda una relazione in modo contrastato: “mi dicevo che eri perfetta per me, ma mi sentivo solo in tua compagnia”. Forse, più probabilmente, mentiva a sé stesso nella prima affermazione.

You can get addicted to a certain kind of sadness
Like resignation to the end, always the end
So when we found that we could not make sense
Well, you said that we would still be friends
But I’ll admit that I was glad it was over

Non è sempre facile lasciarsi andare, al punto che certe relazioni si trascinano morenti fino all’inevitabile implosione. È proprio questo il caso: i due sanno che tutto è finito, ma non hanno il coraggio di dirselo. Poi la solita promessa: “restiamo amici”; e una prima ammissione: “devo ammettere che ero sollevato che fosse finita”

But you didn’t have to cut me off
Make out like it never happened and that we were nothing
And I don’t even need your love
But you treat me like a stranger and that feels so rough
No, you didn’t have to stoop so low
Have your friends collect your records and then change your number
I guess that I don’t need that, though
Now, you’re just somebody that I used to know

Nel ritornello esplode la rabbia (simboleggiata anche dal notevole incremento di dinamica della voce). Lui la accusa di averlo cancellato definitivamente dalla sua vita, venendo meno alla promessa di restare amici. “Non dovevi tagliarmi fuori così, fare come se nulla fosse successo e come fossimo nulla. Non voglio il tuo amore, ma trattarmi come uno sconosciuto è troppo”. Probabilmente i due vivevano insieme, perchè lui le rinfaccia di aver mandato i suoi amici a riprendersi i suoi dischi (che quindi si trovano in casa di lui). E poi cambiare il numero di telefono, fino all’ennesima consapevolezza: sei diventata un’estranea, “una persona che credevo di conoscere”. La disperazione di questo ritornello è incredibile.

Now and then, I think of all the times you screwed me over
But had me believing it was always something that I’d done
But I don’t wanna live that way
Reading into every word you say
You said that you could let it go
And I wouldn’t catch you hung up on somebody that you used to know

La seconda strofa è cantata da Kimbra, che quindi ci propone il punto di vista della lei della storia. È interessante che le prime parole siano le stesse della prima strofa “now and then I think”, come a voler ribadire che il punto di partenza è lo stesso, lo sviluppo (e il pensiero) no. Un concetto rimarcato anche musicalmente dal fatto che la melodia è diversa: Kimbra canta un’altra linea vocale! Un dettaglio piccolo, ma da brividi se consideriamo che questo rappresenta la distanza emotiva tra i due protagonisti.

Nella prima strofa Gotye ricorda una relazione felice, ma le parole di Kimbra ci rivelano il contrario. La ragazza si è sentita maltrattata, incolpata per tutti i momenti bui, fino a raggiungere la consapevolezza di voler chiudere con lui. “Penso a tutte le volte che ti sei preso gioco di me, facendomi credere che fosse sempre colpa mia. Io non voglio vivere così“. E poi un’accusa a ciò che è successo dopo, il che ci svela perchè ha deciso di cambiare numero e di tagliare definitivamente i ponti: “avevi detto che mi avresti lasciata andare”, invece probabilmente per lui non è finita (o almeno questa è la percezione della ragazza).

Alla fine un lungo ed esplosivo ritornello a due voci ci riporta nella disperazione e nel malessere di entrambi i personaggi.

Il video ufficiale

Il video ufficiale di Somebody That I Used to Knowè stato diretto, prodotto e montato da Natasha Pincus. Nel video troviamo Gotye e Kimbra senza vestiti, ricoperti solo dal body paint. Il video è stato girato in due giorni, facendo largo uso della tecnica dello stop-motion.

All’inizio del video vediamo Gotye che canta da solo, nudo, su uno sfondo monocolore. Col proseguire della canzone il suo corpo (e lo sfondo) cominciano a diventare un dipinto astratto. Poi, entra in scena Kimbra, che si unisce a lui in una posa intima, ma distaccata. Mentre lei canta la sua parte, il dipinto si scioglie e i due si separano, rimanendo soli e isolati. 

Il video ha un forte impatto visivo ed emotivo, e simboleggia il processo di trasformazione e distacco che avviene dopo una rottura. Peraltro Gotye ha raccontato a MTV News un simpatico aneddoto:

“Abbiamo girato per due giorni interi. Ricordo chiaramente di essere tornato a casa alle 9 del mattino, dopo aver girato tutto il giorno, in accappatoio, nudo e con il bodypaint su tutto il viso, e di essere passato dal drive-thru di McDonald’s. Ho ordinato un caffè per essere sicuro di non crollare mentre tornavo a casa. E la ragazza che lavorava lì non ha battuto ciglio. Credo che sia una cosa normale nei McDonald’s di Hastings”.

Il caso Shazam (e il successo su Spotify)

Somebody That I Used to Know è stata un successo in credibile. Alcuni numeri? È stato il singolo più venduto del 2012 negli Stati Uniti (6,8 milioni di download digitali). Al secondo posto della classifica la mega hit Call Me Maybe di Carly Rae Jepsen (con 6,5 milioni di download). Le stesse due canzoni sono state anche le più vendute nel Regno Unito nel 2012: il brano di Gotye e Kimbra ha venduto 1,3 milioni di copie, mentre Call Me Maybe solo 1,1 milioni.

Ciò che forse non tutti sanno però è che Somebody That I Used to Know ha battuto il record di canzone più shazammata (record di allora, perchè è stata poi superata). In una sola settimana più di un milione di persone ha usato Shazam per riconoscere la canzone. Infine è stata anche la canzone più ascoltata su Spotify del 2012.

Grammy Awards

Dopo l’incredibile successo commerciale, la canzone ha vinto ben due Grammy Awards nel 2013. In particolare si è portata a casa il Record of the Year e il Best Pop Duo/Group Performance. Ci sarebbe poi un terzo premio per  Best Alternative Music Album, assegnato a Gotye per Making Mirrors. 

Molto emozionante è stato il discorso tenuto da Gotye alla consegna del Record of the Year. A premiare il cantante è stato infatti Prince, che col suo inconfondibile stile si è presentato sul palco in occhiali da sole neri e con un bastone bianco. Nel ricevere il premio Gotye, visibilmente emozionato, ha detto:

“Ho perso un po’ le parole nel ricevere un premio dall’uomo che sta dietro di noi con il bastone. Ho ascoltato per molti anni la musica di quest’uomo mentre crescevo, ed è stata una delle ragioni per cui sono stato ispirato a fare musica. Grazie”.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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