Torniamo ancora una volta a parlare della vita dei dipendenti di Apple. In questi giorni, infatti, il Financial Times ha pubblicato un lungo rapporto in cui afferma che la compagnia ha promosso una cultura di apatia nei confronti delle segnalazioni di cattiva condotta dei dipendenti. E, anzi, ha reagito attivamente contro i membri del personale che si sono lamentati dei colleghi, incluse le donne che hanno denunciato episodi di molestie sul lavoro. A quanto pare, queste accuse sono in contrasto con l’immagine di inclusività che Apple sta costruendo. E mettono in secondo piano i progressi che ha fatto nel rafforzare la diversità della sua forza lavoro.
Apple contro le dipendenti che hanno denunciato episodi di molestie
Da quanto sappiamo ci sono molte donne che hanno presentato alle Risorse Umane di Apple reclami per abusi sessuali, bullismo e altri incidenti. L’ex dipendente Megan Mohr, ad esempio, ha denunciato l’episodio in cui un collega le ha tolto il reggiseno e i vestiti mentre dormiva, e le ha scattato delle foto dopo una serata insieme. Un avvenimento che il responsabile delle Risorse Umane ha definito “un piccolo incidente di percorso“. “Sebbene ciò che ha fatto sia stato riprovevole come persona e potenzialmente criminale, come dipendente Apple non ha violato alcuna politica nel contesto del suo lavoro con Apple – ha dichiarato -. E poiché non ha violato alcuna politica, non gli impediremo di cercare opportunità di lavoro in linea con i suoi obiettivi e interessi“.
Ma Megan Mohr non è la sola ad aver denunciato molestie sul luogo di lavoro. Una dipendente dell’Apple Store Genius ha denunciato ben due casi di gravi aggressioni sessuali, incluso uno stupro. Ma anche in questo caso le Risorse Umane si sono dimostrate tutt’altro che utili. “Mi è stato detto che [il presunto stupratore] ha avuto una “sospensione professionale” per sei mesi e hanno detto: ‘forse starai meglio quando tornerà?’“, ha raccontato la donna. L’avvocato Margaret Anderson, poi, si è lamentata di un “ambiente di lavoro tossico“. E ha raccontato che un vicepresidente uomoo voleva licenziarla, citando false accuse precedenti al suo arrivo in Apple. Insomma, una situazione non semplice quella delle donne dipendenti in Apple.
In ogni caso, pare che molti collaboratori della compagnia si sono lamentati del blocco dei canali Slack utilizzati per lamentarsi dei cattivi manager e dell’iniquità salariale. Al di là di questo, la denuncia di più alto profilo è stata di Jayne Whitt, una direttrice dell’ufficio legale di Apple. A quanto pare, ha riferito alle Risorse Umane che un collega ha violato i suoi dispositivi ed ha minacciato la sua vita, con l’aspettativa che la denuncia sarebbe stata trattata seriamente. Ma non è andata così. La divisione investigativa dei dipendenti Apple ha affermato che Whitt “non ha agito in modo professionale e appropriato” durante l’incontro. Di tutta risposta, l’avvocato ha pubblicato un testo di 2800 parole sulla piattaforma The Lioness, descrivendo nei dettagli quanto accaduto. Un gesto che ha ricevuto subito il supporto delle dipendenti della compagnia.
In ogni caso, Apple ha licenziato la Whitt sulla base di un’indiscrezione “irrilevante” di sei anni prima. Ed ora l’avvocato è ufficialmente in causa con la compagnia. Di tutta risposta, un portavoce della compagnia ha dichiarato che Apple lavora duramente per indagare a fondo sulle accuse di cattiva condotta, e si sforza di creare “un ambiente in cui i dipendenti si sentano a proprio agio nel segnalare eventuali problemi“. Eppure, la stessa società ha ammesso di non esserci riuscita. Chiarito questo, sulla base di quali valori spera di poter rispondere alle lamentele delle dipendenti?
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