
L’industria tecnologica americana, e in particolare Apple, rischia nuove pressioni in caso di ritorno alla presidenza di Donald Trump. Il candidato repubblicano ha dichiarato l’intenzione di imporre dazi del 60% sulle importazioni dalla Cina, con effetti diretti sulla filiera Apple.
Anche Apple rischia a causa di dazi: Trump vs Cina
Donald Trump ha confermato che, in caso di vittoria alle elezioni presidenziali USA del 2024, intende introdurre nuove tariffe commerciali su larga scala. L’obiettivo dichiarato è ridurre il disavanzo commerciale con la Cina. Tra le misure proposte figura un dazio del 60% su tutti i beni importati dalla Cina, una mossa che colpirebbe in pieno la strategia produttiva di Apple.
La società di Cupertino continua infatti a basare la gran parte della sua produzione in Cina, nonostante iniziative per diversificare la manifattura in Paesi come India e Vietnam.
Apple fortemente esposta alla produzione cinese
La quasi totalità degli iPhone, iPad, Mac e altri dispositivi Apple viene assemblata da fornitori localizzati in Cina. Foxconn, principale partner industriale dell’azienda, ha impianti produttivi concentrati nel Paese asiatico. Di conseguenza, qualsiasi tariffa doganale introdotta dagli Stati Uniti inciderebbe direttamente sui costi di produzione e distribuzione.
Sebbene Apple stia cercando di ridurre la dipendenza dalla Cina, al momento non esistono alternative operative equivalenti, né in termini di capacità produttiva né in logistica.
Possibili effetti sui prezzi al consumo
L’imposizione di un dazio del 60% sulle importazioni dalla Cina costringerebbe Apple a rivedere i listini. L’azienda dovrebbe scegliere se trasferire il maggior costo sui consumatori americani o assorbirlo, riducendo i margini di profitto. In entrambi i casi, l’impatto sarebbe rilevante.
Questa condizione si rifletterebbe anche sul mercato globale, dove la struttura dei prezzi Apple risente spesso delle decisioni prese negli Stati Uniti. L’effetto domino potrebbe spingersi fino al rallentamento delle vendite nei Paesi con maggiore sensibilità al prezzo finale.
Un rischio per tutto il settore tech
Apple non è l’unica azienda coinvolta. Gran parte del settore tecnologico statunitense si affida alla Cina per la produzione di componentistica e assemblaggio. Una misura protezionistica di queste dimensioni metterebbe in crisi la competitività industriale USA, aumentando i costi operativi per molte aziende.
Inoltre, la Cina potrebbe reagire con misure ritorsive, riducendo l’accesso al proprio mercato interno. Per Apple, che vende milioni di dispositivi in Cina ogni anno, ciò rappresenterebbe una perdita commerciale significativa.
Nessun commento da parte di Apple
Al momento, Apple non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alla proposta di Trump. Tuttavia, è noto che l’azienda monitora con attenzione gli sviluppi politici legati al commercio internazionale, essendo già stata coinvolta nella guerra commerciale USA-Cina iniziata nel 2018.
Durante il precedente mandato Trump, Apple ha negoziato alcune esenzioni tariffarie. Tuttavia, un dazio generalizzato al 60% rappresenterebbe una sfida molto più difficile da gestire nel breve periodo.
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