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Più di 57mila attacchi hacker in un anno alle imprese italiane

In dodici mesi gli attacchi sono più che raddoppiati

Il 2021 è stato un anno davvero complicato per la sicurezza informatica. Gli attacchi hacker alle imprese italiane crescono di nuovo, arrivando oltre quota 57mila nell’arco di un anno. Un aumento del +157%, con quasi 16mila di questi che sono diventati un incidente di sicurezza che ha causato danni alle aziende.

Attacchi hacker alle aziende italiane ancora in aumento

Il dato arriva dal Report Yarix, divisione di Var Group. Ed è decisamente preoccupante. La ricerca ha collezionato dati dal luglio 2020 al giugno 2021. Durante questi mesi, ci sono stati oltre 57mila attacchi, 16mila dei quali hanno portato a rischi per gli asset aziendali, perdita di dati. Un aumento, quello dei “colpi a bersaglio”, del 225% su base annua.

Il rapporto inoltre illustra come nel corso dell’anno sono stati 1130 gli eventi critici, in aumento del 280% rispetto all’anno precedente. Si tratta di attacchi gravi, che hanno portato rischi strutturali e creato una vera e propria emergenza per riuscire ad arginare l’attacco. Alcuni di questi sono anche saltati alla cronaca nazionale, specie se pensiamo alle grandi aziende partecipate dallo Stato. Questi dati confermano questi riscontri aneddotici dati dalle notizie: è stato un anno tremendo per la sicurezza informatica.

I settori più colpiti in Italia, il secondo Paese per minacce informatiche

Gli attacchi alle aziende italiane coinvolgono tutti i settori. Ma alcuni sono più bersagliati di altri. Il manifatturiero e il mondo della moda, settori di spicco dell’economia italiana, sono fra i più colpiti: arrivano al 28% degli attacchi. Seguono Information Technology e bancario/finanziario con il 12% e il 10%.

Ma il dato che impressiona, soprattutto per la grandezza relativa del mercato, è il settore sanitario che arriva addirittura al 9%. Segno che molti attacchi riguardano proprio il settore più essenziale durante questo lungo ed esasperante periodo pandemico.

L’aumento così significativo, secondo gli esperti, dipende soprattutto dall’aumento della “superficie attaccabile”. Lo smart working e il telelavoro hanno reso più semplice il lavoro degli hacker, perché spesso chi lavora da casa non sa come proteggere la rete aziendale. Una questione non solo di hardware e software, ma anche di mancata educazione da parte delle aziende. Alle quali gli esperti consigliano di investire in sicurezza a tutto tondo: non solo antivirus, ma anche corsi su come evitare il phishing via email, per esempio.

Inoltre, l’Industria 4.0 e la trasformazione digitale ha portato sempre più dati essenziali per il lavoro aziendale nel cloud. Dove, se non sono protetti a dovere, possono essere presi a ostaggio dai ransomware. L’Italia risulta la seconda nazione europea per attacchi subiti (903 ogni settimana) anche perché sta investendo nella digitalizzazione. Che ha un enorme potenziale ma deve essere controbilanciata da investimenti in sicurezza.

attacchi hacker imprese italiane tempo di risposta-min

Gli attacchi hacker alle imprese italiane crescono, ma cresce anche la sicurezza

Il 2021 è stato un annus horribilis per la sicurezza informatica: gli attacchi hacker sono aumentati e le imprese italiane ne hanno pagato lo scotto. Ma ci sono anche segnali positivi. Come spiega Wired, i dati di Anitec-Assinform mostrano un aumento della spesa in sicurezza del 12% da parte delle aziende. Secondo le previsioni, nel 2021 avremo speso 1,39 miliardi di euro in cybersecurity.

Ma l’investimento in sicurezza resta ancora inferiore rispetto all’aumento in generale del mercato digitale. Che continua a crescere ma che ha bisogno di valutare seriamente l’importanza della cybersecurity in un piano di crescita aziendale. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza metterà a disposizione moltissime risorse per la digitalizzazione del Paese. Ma più il tessuto economico diventa digitale, maggiori sono i rischi di attacchi informatici.

In futuro, gli attacchi hacker con ogni probabilità non diminuiranno. Ma la situazione potrebbe essere meno grave se la sicurezza informatica crescerà a un ritmo ancora più rapido.

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Source
La Repubblica

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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