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I brand cinesi rimangono in Russia, per ora

A discapito delle decisioni prese dall'Unione Europea ed altri paesi, i brand cinesi continueranno ad operare in Russia

Le aziende cinesi hanno deciso di non abbandonare la Russia per il momento, nonostante le sanzioni e gli abbandoni da molte aziende occidentali. Molti brand stanno infatti prendendo spunto dalla posizione di Pechino di astenersi dal criticare Mosca sull’invasione dell’Ucraina. Ecco tutti i dettagli.

Le aziende cinesi rimangono in Russia

Apple, Nike, Netflix, la catena di moda H&M e molte altre aziende occidentali hanno tagliato o messo in pausa gli affari in Russia. Le aziende cinesi, invece, sono rimaste in gran parte in silenzio riguardo le loro operazioni in Russia.

Il governo cinese, che ha stretto un accordo di partenariato “senza limiti” con la Russia poche settimane prima dell’invasione di Mosca del 24 febbraio, ha incolpato l’espansione della NATO per la crisi e ha sollecitato colloqui per risolvere la situazione. Sui social media, il pubblico cinese ha mostrato un sostegno schiacciante per l’attacco della Russia, che Mosca chiama “operazione speciale”.

Il gigante cinese del ride-hailing, Didi Chuxing, ha affrontato un contraccolpo pubblico in Cina la scorsa settimana dopo aver annunciato che si sarebbe ritirato dalla Russia. Molti utenti lo accusavano di soccombere alla pressione degli Stati Uniti su Mosca. In seguito ha cambiato idea, senza però dare spiegazioni.

Anche Lenovo è stato oggetto di pesanti critiche in Cina, in particolare quando una testata locale bielorussa ha riferito che il brand avrebbe cessato le forniture alla Russia (senza però citare la sua fonte). Lenovo non ha risposto alle richieste di commento di Reuters sulla questione.

La dimensione relativamente piccola del mercato russo per le aziende cinesi renderebbe comunque più facile per loro cambiare rotta e unirsi ai rivali stranieri in partenza, soprattutto perché Mosca affronta il collasso economico a causa delle crescenti sanzioni occidentali. Dan Wang, un analista di Gavenkal Dragonomics, in una nota di ricerca.

Per la maggior parte delle aziende cinesi, la Russia è un mercato troppo piccolo perché valga la pena rischiare di essere tagliati fuori dai mercati sviluppati o essere sanzionati.

La Cina sta rischiando?

Alcuni analisti hanno dichiarato:

Scegliendo di rimanere in Russia, le aziende cinesi possono essere in grado di afferrare quote di mercato. Ma per quanto tempo ancora saranno in grado di vendere lì, non possiamo affermarlo con certezza, data l’escalation delle sanzioni e le restrizioni alle esportazioni.

Nel regno degli smartphone, marchi cinesi come Xiaomi e Honor competono con i leader di mercato, ovvero Samsung e Apple; lo stesso vale per i produttori di automobili cinesi come Great Wall Motor e BYD, che hanno preso di mira il mercato russo negli ultimi anni.

Questi produttori cinesi di smartphone però utilizzano chip progettati, almeno parzialmente, con tecnologia di origine statunitense.

Questo li sottopone potenzialmente a sanzioni secondarie contro la Russia attraverso la Foreign Direct Product Rule, che stabilisce che “i prodotti con una certa percentuale di tecnologia di origine statunitense non possono essere spediti a parti mirate senza una licenza adeguata.”

Anche Huawei Technologies e Semiconductor Manufacturing International Corp, sono soggette a restrizioni statunitensi, e si basano anche su tecnologie d’oltreoceano per produrre beni finali. Nathan Bush, che si occupa di diritto commerciale e antitrust presso DLA Piper a Singapore, ha dichiarato:

Le aziende cinesi dovranno fare dei giudizi intuitivi e tecnici sulla probabilità che i prodotti che stanno fabbricando, e i loro relativi input e impianti, siano penalizzati da questi regolamenti complessi.

Xiaomi e Honor non hanno risposto alle richieste di commento. Huawei, SMIC, Great Wall e BYD hanno rifiutato di commentare.

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Source
Reuters

Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

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