Come andiamo ripetendo da settimane, ultimamente la composizione di questa rubrica è per noi ostica. Perché è davvero difficile scovare fake news che non riguardino il conflitto tra Israele e Hamas.
Entrambi gli schieramenti, infatti, stanno manipolando l’informazione, all’evidente scopo di rendere l’opinione pubblica ostile alla fazione opposta, o di esaltare la propria.
In questo senso non aiutano certo le piattaforme social, spesso colpevolmente poco solerti nell’arginare la disinformazione. Prova ne sia il fatto che la Commissione europea, dopo una lettera di avvertimento, è intervenuta aprendo un’indagine, prima nei confronti di X (l’ex Twitter), poi in quelli di Meta e TikTok.
Le bufale di Israele e Hamas e l’intelligenza artificiale
Sarebbe insomma difficile, per noi, parlarvi di una bufala che non riguardasse il conflitto tra Israele e Hamas.
Quanto meno, lo faremo tralasciando le fake news più esplicite, violente e becere, e concentrandoci su uno dei nostri ambiti di divulgazione, ossia l’intelligenza artificiale generativa. Che è stata chiamata in causa nella pseudonotizia di un’enorme bandiera palestinese che ha campeggiato in uno stadio calcistico.
L’enorme bandiera palestinese esposta alo stadio
La notizia, o meglio l’immagine, girata sui social è quella di una gigantesca bandiera (in gergo calcistico bandierone) che prende quasi un’intera curva di uno stadio.
Più precisamente, si tratterebbe dello stadio Cívitas Metropolitano, dove gioca le partite casalinghe la squadra di calcio dell’Atletico Madrid, e l’enorme bandiera sarebbe quella palestinese.
Il messaggio è fin troppo ovvio. Così come i testi che accompagnano sui social l’immagine. Uno di questi, ad esempio, inizia con: “Tutto il mondo si sta rivoltando contro le follie di Netanyahu” e si conclude con: “Questo è lo stadio dell’Atletico Madrid.”
L’IA generativa
In realtà, l’immagine dell’enorme bandiera palestinese che ha campeggiato nello stadio dell’Atletico Madrid è stata prodotta con l’intelligenza artificiale. E lo si può arguire in due modi differenti.
Il primo riguarda le solite incongruenze di quando l’IA generativa di immagini si mette all’opera. In questo specifico caso, le braccia di alcuni tifosi in primo piano sono smodatamente lunghe e sottili, e le dita di altri sono quasi indistinguibili.
C’è un ulteriore ragionamento da fare. In rete ci sono filmati di tifoserie apertamente schierate a sostegno della popolazione di Gaza, come quella del Celtic Glasgow. Nel caso della tifoseria di Glasgow, però, bandiere e canti hanno coinvolto una porzione di certo più esigua di tifosi. Sarebbe pressoché impossibile che diverse migliaia di persone (tante sembrano poter stare sotto il bandierone palestinese) siano casualmente tutte schierate dalla stessa parte, specie in un conflitto così complesso e – come si dice oggi – divisivo.
L’intelligenza artificiale e le fake news
Quello della presunta bandiera palestinese nello stadio dell’Atletico Madrid è l’ennesimo caso che dimostra come larga parte della disinformazione passa (e passerà) attraverso le immagini.
Almeno per adesso, perlomeno, i pur notevoli software commettono ancora imprecisioni di cui possiamo accorgerci. Ricordiamoci inoltre che abbiamo sempre la possibilità di ragionare sul contesto e di incrociare le fonti, per scoprire la veridicità o meno della notizia.
Le cose potrebbero complicarsi nel futuro prossimo, se all’affinarsi dell’intelligenza generativa di immagini non migliorerà anche il nostro grado di alfabetizzazione.
L’IA e il conflitto tra Israele e Hamas: altri esempi
Gli esempi di manipolazione della realtà attraverso immagini da parte di entrambe le fazioni, Israele e Hamas, sono numerosissimi.
Per fortuna, in molti di questi casi è facile sbugiardare le fake news veicolate dalle immagini, perché propongono situazioni davvero poco credibili. O perché gli attuali limiti dell’IA si palesano tutti. Come nell’immagine di un bambino palestinese che invoca aiuto tra le macerie, mostrando una mano con sei dita (ricordiamo che gli errori in dettagli come dita e orecchie sono tra i più frequenti nei software che producono immagini).
C’è poi il breve video di Cristiano Ronaldo che ostenterebbe una bandiera palestinese, ma il calciatore in questione non è l’asso portoghese (noto per indossare solo la maglia numero 7) ma un calciatore marocchino che sfoggia la casacca numero 18.
Il rischio è che la proliferazione, e l’intercettazione, di tutte queste fake news, ci facciano dimenticare che le guerre in corso, al contrario, sono tristemente vere.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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