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L’Ue allarga a Meta e TikTok l’indagine per disinformazione sul conflitto fra Israele e Hamas

Dopo l’indagine nei confronti di X

Le informazioni che ci arrivano dal conflitto tra Israele e Hamas sono sempre più cruente.

Assieme, ci rendiamo conto che alcune tra le principali e più emotivamente destabilizzanti notizie sono false o inverificate. E ciò testimonia la difficoltà dello sbrogliarsi, in una guerra che alle atrocità di due fazioni, Hamas e Israele, reciprocamente sorde alle richieste altrui, aggiunge la proliferazione di fake news.

Per limitarci a due delle più recenti notizie, la decapitazione di 40 bambini da parte di Hamas sembra sempre più inverificata. E ancora si discute per individuare l’autore della strage (ma anche il numero di morti è controverso) nel parcheggio dell’ospedale di Gaza, avvenuta martedì 17 ottobre.

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L’Ue, le piattaforme social e il conflitto fra Israele e Hamas

Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato di come il Commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton abbia inviato quattro lettere preliminari, a X (Twitter), Meta, TikTok e YouTube.

L’invito è stato quello di alzare il livello di vigilanza sulle notizie false riguardanti la guerra tra Hamas e Israele, che stavano proliferando sulle piattaforme delle aziende.

Per quanto riguarda X, viste la gravità e la persistenza delle fake news (tra cui video presi da videogiochi e spacciati per attacchi missilistici di Hamas), l’Europa ha fatto di più. E la Commissione Ue ha aperto un’indagine. Questo perché tra l’altro nella lettera, inviata martedì 10 ottobre, l’azienda aveva 24 ore di tempo per adeguarsi agli standard europei. Cosa che evidentemente non ha fatto.

Un’azione analoga riguarda ora Meta e TikTok: la Commissione Ue ha aperto un’indagine anche sull’azienda di Mark Zuckerberg e su quella cinese proprietà di ByteDance.

La Commissione Ue apre un’indagine su Meta e TikTok

Nonostante il tono delle altre lettere preliminari fosse più conciliante rispetto a quella inviata dall’Ue a X, evidentemente anche Meta e TikTok non hanno modificato gli standard di controllo sulla disinformazione nei tempi indicati.

Per questo l’Europa ha aperto anche nei loro confronti un’indagine formale. Né Meta né TikTok stanno infatti agendo in conformità con il Digital Service Act, entrato in vigore il 16 novembre 2022. Attualmente, solo YouTube non è stata indagata.

I tempi (e le eventuali multe)

La Commissione Ue ha chiesto a Meta e TikTok di spiegare “le misure adottate per rispettare i loro obblighi in materia di valutazione e riduzione del rischio”. Le due aziende dovranno rispondere entro il prossimo 25 ottobre.

Dopo quella data, rischiano sanzioni fino al 6% del fatturato annuo, sempre secondo l’applicazione del Digital Service Act.

La multa a TikTok

Per quanto riguarda nello specifico TikTok, il social cinese dovrà non solo rispondere sulle garanzie rispetto al controllo della disinformazione inerente al conflitto in Israele. Ma anche dimostrare di conformarsi alle norme comunitarie sulla protezione dei minori online.

TikTok, in risposta alla lettera preliminare, aveva affermato di avere rimosso oltre 500.000 video e 8.000 streaming live sul conflitto in corso.

Ricordiamo che nelle scorse settimane il Garante della privacy europeo ha multato la piattaforma di ByteDance di 345 milioni di euro per il trattamento dei dati di utenti minorenni e per le sue procedure di verifica dell’età. Anche se va aggiunto che la sanzione si riferisce a una contestazione di tre anni fa, e nel frattempo l’app almeno in questo senso si è adeguata alle norme Ue.

Le dichiarazioni di Breton

Sulla disinformazione inerente al conflitto tra Israele e Hamas è intervenuto Thierry Breton nella giornata di mercoledì 18 ottobre.

Il Commissario Breton ha detto al Parlamento europeo: “L’ampia diffusione di contenuti illeciti e di notizie false comporta un chiaro rischio di stigmatizzazione di alcune comunità e di destabilizzazione delle nostre strutture democratiche.”

E poi, spostando il discorso sugli ultimi fatti avvenuti in Europa: “Gli attentati terroristici del 13 ottobre ad Arras, in Francia, e del 16 ottobre a Bruxelles ci ricordano che la minaccia è reale”.

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X lascia l’Europa?

Alla luce dell’indagine aperta dall’Ue nei confronti di X, Elon Musk non ha nuovamente risposto nei tempi attesi.

Attendendo di vedere come si comporterà la Commissione, alcuni rumors (confermati anche da Business Insider) nelle scorse ore davano X come prossima a lasciare l’Europa. Ma è recentissima la dichiarazione dello stesso Musk per cui “si tratta di una notizia completamente falsa”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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