Emerge una nuova crescita nel numero di biciclette in Italia, sia tradizionali che elettriche. Non solo, ma in generale sembra essere aumentata l’attenzione verso questo tipo di trasporto, con nuove piste ciclabili e servizi di bike sharing più sviluppati (anche se su questi ultimi ci sono delle precisazioni da fare). Questo è quanto emerge dalla nuova edizione dell’Osservatorio Focus2R, ricerca promossa da Confindustria ANCMA (ovvero Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori). Entriamo insieme nei dettagli dei risultati pubblicati nelle ultime ore.
Biciclette in Italia: come siamo messi?
Questo studio, che si prefigge di ritrarre al meglio lo stato del mondo delle biciclette in Italia, si sviluppa a partire da un questionario. Ben 104 municipi hanno ricevuto questa serie di domande, con 79 che hanno accettato di dare risposta ad almeno parte di queste. L’analisi, è giusto evidenziarlo, si basa su dati relativi al 2019, per cui non è rappresentativa dei (probabilmente rilevanti) cambiamenti causati dagli eventi del 2020.
Il numero totale di biciclette in circolazione in Italia infatti potrebbe essere cresciuto di circa il 20-25% nell’ultimo anno rispetto al precedente secondo le stime. Non che il 2019 sia stato un periodo negativo per il settore, anzi. La vendita di questi veicoli ha toccato quota 1,71 milioni di unità, con una crescita del 7%. Ancora più significativo l’aumento delle biciclette a pedalata assistita che raggiunge il 13%, sebbene il valore assoluto di 195.000 pezzi sia minore.
Non si tratta però solo di raccontare quante biciclette ci sono in Italia ma anche com’è la vita dei ciclisti. Per questo motivo il report descrive anche l’andamento della situazione di piste ciclabili e zone limitate a 20 o 30 km/h. Anche qui si registra una crescita, quantificata in un +6% rispetto al 2018 e addirittura un +20% se confrontato al 2015.
D’altro canto però è calato il numero di città che ammettono le biciclette sui mezzi pubblici. A destare ancora più preoccupazione è il dato sulla sicurezza: i ciclisti sono stati vittima di 253 dei 3.173 incidenti del 2019, una percentuale più alta del 15% rispetto al 2018. I timori sono però fortunatamente condivisi dai sindaci. Il 48% dei municipi intervistati considera il miglioramento della sicurezza stradale una priorità alta o addirittura molto alta del proprio programma.
La complessa situazione dello sharing
Più difficile da inquadrare in maniera netta è la situazione del bike sharing. In generale si registra infatti un calo delle città che hanno un servizio di bike sharing. A questo consegue un naturale calo del numero di abbonati, che sono scesi circa del 10%.
Nei comuni che però hanno questo tipo di servizio, si è spesso registrato un aumento della flotta disponibile. Un segnale che servizi di noleggio biciclette (soprattutto quelli free flow, che hanno superato quelli a stazione) sono molto apprezzati in Italia. Questo ha portato a una sempre maggiore concentrazione dei veicoli disponibili, con Firenze, Torino, Bologna e soprattutto Milano che hanno circa il 75% dei mezzi totali.
Questa consolidazione vale anche per il campo degli scooter elettrici. Cambia la classifica delle città più virtuose in questo senso, sebbene il capoluogo lombardo resti in cima con oltre 2.000 unità. Seguono Rimini con 1.000, Roma con 560 e Genova e Torino con circa 150.
Non solo biciclette ma anche moto in Italia
Lo studio non riguarda solamente le biciclette in Italia ma anche lo stato dei motocicli. In questo caso si stima che il 2020 abbia portato un calo intorno al 5%, con variazioni di un punto percentuale in alto o in basso a seconda dei settori più specifici. Se però ci concentriamo sulle due ruote a trazione elettrica si va a notare un vero e proprio boom, con un +84,5% e oltre 10.000 veicoli immatricolati. Nello specifico gli scooter sono stati più di 6.000 in aumento del 268,8%.
Sul lato della sicurezza, calano le vittime della strada in questo caso e parallelamente i comuni portano in secondo piano questo aspetto nei propri progetti. Tuttavia sono sempre di più i municipi che hanno installato nuovi guardrail a tutela dell’incolumità dei motociclisti.
Paolo Magri, presidente di ANCMA, ha così commentato i risultati:
“Il Focus2R ci permettedi accendere ogni anno un riflettore sulle buone pratiche e soprattutto sulle zone d’ombra che interessano la pianificazione della mobilità urbana. In relazione anche al numero crescente di veicoli a due ruote circolanti, appare evidente che ci sia ancora molto da fare, in particolare per la sicurezza degli utenti. Dalle città arriva una nuova domanda di mobilità individuale, resa viva anche dalle conseguenze della pandemia, che hanno esaltato alcune peculiarità delle due ruote come la fruibilità, la sostenibilità ambientale, il distanziamento e la velocità negli spostamenti“.
Magri ha poi proseguito spiegando: “Questo rende i centri urbani il terreno ideale per consolidare con più coraggio quello che di buono è già stato fatto e per sperimentare nuove misure in favore della mobilità su due ruote e della sua integrazione con le altre soluzioni di trasporto. Le misure incentivanti rese disponibili dal Governo puntano a valorizzare una sostenibilità ambientale che è già intrinseca a tutti i mezzi a due ruote e che verrà rilanciata ulteriormente dal cammino verso gli obiettivi internazionali dell’Agenda 2030 e non solo.
L’industria delle due ruote è pronta ad affrontare questo percorso e la sfida della mobilità elettrica, pur nella consapevolezza delle difficoltà che questo percorso comporta: sarà infatti necessario tempo, investimenti e il sostegno delle istituzioni per supportarli in maniera sussidiaria”.
Il presidente di Legambiente Stefano Ciafani ha poi aggiunto:
“Emerge dal Focus come sia in atto un vero e proprio cambiamento delle abitudini dei cittadini che quotidianamente si muovono nelle nostre città. Aumenta la superficie complessiva dedicata a infrastrutture per la ciclabilità, cresce ancora l’attenzione all’elettrico, ma restano evidenti le solite emergenze. Tra collisioni stradali e inquinamento urbano nel 2019 sono morte più di 83.000 persone, per un costo sociale che l’Istat stima in 16,9 miliardi di euro, l’1% del pil nazionale“.
Il tema della sicurezza è particolarmente rilevante: “Per quanto riguarda gli incidenti, pedoni, ciclisti e motociclisti continuano a pagare un prezzo molto alto. Si può e si deve cambiare, intervenendo sulla moderazione della velocità con maggiori controlli, riducendo i limiti di velocità, aumentando il modal share. Semplicemente rimettendo al centro delle città e della viabilità le persone e non le automobili, gli utenti e non i mezzi di trasporto“.
Come fare quindi? “Un primo passo potrebbe essere il rifinanziamento del Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale, previsto dalla Legge 144/1999, per progetti di mobilità dolce cofinanziati dagli enti locali e potenziare il trasporto ferroviario regionale, il trasporto pubblico locale e la sharing mobility. Finanziamenti che dovrebbero attivare cofinanziamenti, già predisposti nei Piani di Comuni e aziende. Servono insomma interventi decisivi sfruttando l’opportunità dei prossimi fondi, dovuti all’emergenza Covid, in arrivo dal governo e dall’Europa per promuovere un vero cambio di passo nei sistemi di mobilità urbana delle nostre città”.
Per maggiori informazioni sullo stato delle biciclette in Italia, vi consigliamo di visitare il sito ufficiale di ANCMA.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
Da non perdere questa settimana su Techprincess
🎮 Che impatto avranno le elezioni americane sui videogiochi?
🚘 I gadget più strani delle case automobilistiche
🇨🇳 Un gruppo di ricercatori cinesi ha sviluppato un modello di IA per uso militare basato su Llama di Meta
🔍 ChatGPT si aggiorna e ora naviga sul web
Ma lo sai che abbiamo un sacco di newsletter?
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!