Da oggi, lunedì 17 aprile, si torna a parlare (ma stavolta in modo concreto) del bonus trasporti 2023.
Sono partite nella mattina odierna, alle ore 8.00, le domande per un’agevolazione di cui si parla dall’inizio dell’anno.
Come abbiamo scritto in un articolo, infatti, lo scorso 12 gennaio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva dichiarato: “Nell’ultimo decreto c’è una norma che rimborsa i pendolari della somma che spendono per gli abbonamenti ai mezzi pubblici. Stiamo cercando di aiutare chi è in maggiore difficoltà piuttosto che dare aiuti indistintamente a tutti”.
Il decreto a cui la premier fa riferimento è quello sulla trasparenza del prezzo dei carburanti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 gennaio.
Da oggi, con il via alle domande, c’è dunque la possibilità di fruire del bonus trasporti 2023.
Vediamo di cosa si tratta, chi ne ha diritto e come inoltrare la domanda.
Il bonus trasporti 2023
Istituito con il decreto Aiuti del 2022 e rifinanziato con il decreto Aiuti-bis e con il decreto Legge n. 5 del 14 gennaio 2023, il bonus trasporti è definito nella pagina di faq del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
Si tratta di “un’agevolazione per acquistare un abbonamento annuale o mensile al trasporto pubblico. Un incentivo a prediligere una mobilità sostenibile e un aiuto concreto per lavoratori e studenti.”
La dotazione
Per il bonus trasporti 2023 l’impegno complessivo del governo è di 100 milioni di euro, contro i 180 della medesima misura nel 2022.
Allo scadere del plafond non sono previsti rifinanziamenti.
I destinatari
L’agevolazione, valida sino al 31 dicembre 2023, riguarda lavoratori, pensionati e studenti.
Viene erogata sotto forma di contributo sino a 60 euro per abbonamenti (mensili o annuali) al trasporto pubblico locale. Più precisamente, “ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale, interregionale ovvero di trasporto ferroviario nazionale, ad esclusione, in tale ultimo caso, dei servizi di prima classe, executive, business, club executive, salotto, premium, working area e business salottino.”
Il tetto ISEE
Rispetto all’identica agevolazione del 2022 cambia anche il tetto ISEE.
Lo scorso anno la domanda poteva essere inoltrata da chi avesse un ISEE inferiore ai 35.000 euro, mente il bonus trasporti 2023 è riservato a chi nel 2022 ha conseguito un reddito inferiore ai 20.000 euro.
La domanda può essere inoltrata per sé o per un beneficiario minorenne a carico.
Come richiedere il bonus trasporti 2023
Per richiedere il bonus trasporti 2023 bisogna presentare la domanda sul portale ad hoc approntato dal Ministero del Lavoro.
Si accede solo con Spid o Carta d’identità elettronica (CIE), e occorre indicare il codice fiscale del beneficiario.
Le domande possono essere inserite a partire dalle ore 8.00 di lunedì 17 aprile 2023. L’agevolazione termina il 31 dicembre 2023, o prima se si esaurisce la dotazione finanziaria.
L’incentivo è personale, non cedibile e non incide nel calcolo dell’ISEE.
Una volta ottenuto l’accesso alla piattaforma, si dovrà indicare anche il gestore del servizio di trasporto pubblico presso cui si desidera usare l’agevolazione per acquistare un abbonamento mensile o annuale.
Al termine della procedura si otterrà un QR code da presentare in biglietteria del gestore scelto (oppure online, dove possibile). Il personale verificherà la validità del buono attraverso lo stesso portale utilizzato per inoltrare le domande, e rilascerà l’abbonamento agevolato.
Il bonus sarà dunque spendibile presso un solo gestore di servizi pubblici, e utilizzabile entro il mese di emissione.
Il ministero fa sapere che “è possibile effettuare una richiesta al mese e pertanto nei mesi successivi, qualora ci sia ancora dotazione finanziaria, effettuare ulteriori richieste”.
Minori a carico
Chi voglia richiedere il bonus trasporti 2023 anche per un minore a carico, deve sapere che il requisito economico (reddito inferiore ai 20.000 euro) “deve esistere in relazione al minore beneficiario, a prescindere dal reddito del richiedente.”
Inoltre, se il minore non è a carico dei propri genitori la richiesta deve essere presentata da chi esercita la patria potestà.
Per ogni singola richiesta occorrerà effettuare un nuovo accesso alla piattaforma del ministero.
Sufficiente l’autodichiarazione
Per quanto riguarda il reddito, infine, non occorre allegare alcuna documentazione alla domanda.
È sufficiente un’autodichiarazione, sotto forma di spunta di una specifica casella.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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