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Facebook aggiorna le sue norme sul bullismo

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L’annuncio, quanto mai puntuale, arriva nella giornata che negli Usa è dedicata alla prevenzione e alla sensibilizzazione del bullismo.

E proviene dalla più importante piattaforma social, Facebook. Che nei confronti del bullismo e dell’intimidazione online adotterà misure più severe a tutela di due categorie certamente assai differenti tra loro. Ma accomunate dal fatto di essere bersaglio di singoli interventi spiacevoli quando non di vere e proprie campagne d’odio. Stiamo parlando dei personaggi pubblici e delle minoranze. Quest’ultima parola va intesa in senso ampio, in riferimento a gruppi di persone sottorappresentate o considerate più deboli e meno tutelate, per motivi di ordine sessuale ma anche etnico, politico, religioso o economico.

Scopriamo in che modo Facebook rafforzerà le regole anti bullismo. E vediamo come altri social hanno in questi giorni affrontato un problema sempre più attuale sui social, luoghi virtuali in cui i molestatori agiscono nella convinzione di restare anonimi e impuniti.

Bullismo: le nuove regole di Facebook

A spiegare come Facebook interverrà contro il bullismo è Antigone Davis, Global Head of Safety dell’azienda. Davis in post dice che saranno rimosse le “azioni coordinate di molestie di massa che prendono di mira individui a maggior rischio di danni offline, come le vittime di tragedie o dissidenti governativi, anche se il contenuto da solo non viola le nostre politiche”.

Una particolare attenzione sarà rivolta alla tutela dei personaggi pubblici. I quali spesso non solo vengono offesi, ma sono anche vittima di molestie di carattere sessuale, come per esempio la diffusione di immagini ritoccate in senso dispregiativo od offensivo.

È sempre Antigone Davis a spiegare che “diventare un personaggio pubblico non è sempre una scelta, e questa fama può aumentare il rischio di bullismo e molestie, in particolare se la persona proviene da una comunità sottorappresentata, comprese le donne, le persone di colore o la comunità LGBTQ”.

L’aiuto degli esperti

In una nota, Facebook fa sapere che le norme anti bullismo sono state aggiornate grazie anche alla consulenza di un team di esperti, con sostenitori della libertà di parola e gruppi a favore della sicurezza delle donne, creatori di contenuti e figure pubbliche. Il social “continuerà a lavorare con esperti e ad ascoltare i membri della community per garantire che le nostre piattaforme rimangano sicure”.

Nella pagina ad hoc in lingua italiana leggiamo che “la nostra strategia si appoggia a team di esperti che controllano segnalazioni di bullismo e intimidazioni 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in oltre 50 lingue e tecnologie che ci hanno consentito di agire su 8’8 milioni di contenuti, rimuovendo preventivamente il 54% dei contenuti che costituivano bullismo”.

Il momento delicato per Facebook

Questa mossa di Facebook contro il bullismo arriva in un periodo che per la creatura di Zuckerberg si sta rivelando delicato su più fronti.

Il primo scossone, le cui conseguenze sembrano ancora lontane dallo spegnersi, lo ha dato l’ex dipendente Frances Haugen. Che, in poche parole, ha dichiarato a 60 Minutes che l’azienda “preferisce i profitti alla sicurezza”. Anche in diversi nostri articoli, in effetti, abbiamo notato l’atteggiamento oscillante di Facebook nei confronti delle fake news, come se da una parte censurasse e dall’altra tollerasse, per garantirsi la consueta ampiezza della platea.

Poi lo scorso 4 ottobre è stata la volta del down dei social, che ha colpito pesantemente anche la piattaforma di Menlo Park.

Infine, ed è notizia freschissima, il Garante per la privacy irlandese ha suggerito una sanzione pecuniaria a Facebook per avere aggirato il Gdpr (Regolamento generale sulla protezione dei dati).

TikTok e gli 81 milioni di video rimossi

Intanto un’altra piattaforma, TikTok, ha reso noto l’esito di un aggiornamento sulla moderazione dei contenuti. Da aprile a giugno di quest’anno il social ha rimosso, per la precisione, 81.518.334 video, pari a circa l’1% del totale.

A essere eliminati automaticamente da un algoritmo sono stati, e sono, contenuti ritenuti lesivi dei termini del servizio. Ovvero che presentano nudità, attività sessuali, atti violenti o illegali. Al lavoro dell’algoritmo si affianca un controllo da parte di un team di professionisti.

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La piaga del cyberbullismo

Il cyberbullismo, con le sue molteplici declinazioni, è un fenomeno diffuso in maniera preoccupante sui social e più in generale in Rete.

Sono molti i recenti report i cui risultati non possono non inquietare. Se prendiamo ad esempio il solo ambito dei reati contro i minori, scopriamo come un’analisi della Polizia postale condotta lo scorso maggio ci dice che l’insieme delle diverse categorie di questi crimini (tra cui pedopornografia, adescamento online, estorsioni sessuali, revenge porn, cyberbullismo e truffe) nel 2020 sono aumentate di ben il 70%.

Inutile aggiungere che le norme dei social, per quanto rigide, possono fare solo una piccola parte. Il resto toccherebbe all’educazione civica, un tema la cui ampiezza e importanza sono decisamente fuori dalla portata di questo articolo.

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