L’ho vista tutta. Perché non si può non vedere. Perché La Casa di Carta, serie Netflix da poco tornata con nuovi episodi, ti prende sempre e così quando esce una nuova stagione ti ci butti a pesce e non la molli sino a quando non l’hai finita.
Però:
Sì, ci sono dei momenti trash.
E, sì, abusa dei momenti di flashback (studiati a tavolino per permetterci di rivedere Berlino ancora un po’).
E, sì, ci sono un paio di dialoghi piuttosto imbarazzanti.
E, sì, ci sono svolte di trama che non hanno molto senso. Altre che boh. Altre per cui affidarci completamente agli autori che sembrano dire: “Fidati di zio, è così, non mi rompere il cazzo“.
E, sì, quando devono inserire il conflitto lo fanno tramite l’ammoreh™ in maniera casualissima.
E, sì, Tokyo è davvero odiosa come poche.
E mi fermo qui, ma si potrebbe continuare.
Tuttavia, a parte la questione di “la gente lo guarda un sacco e ci sarà un motivo” e “me lo sono sparato in tre giorni perché è supercoinvolgente“, mi sono chiesto una cosa per tutto il tempo vedendo: dov’è la novità?
La casa di carta, la nuova stagione non è così ‘nuova’
Tutte, TUTTE queste cose c’erano già nella prima stagione (o le prime due parti, che dir si voglia). I nuovi episodi fanno con più soldi e più personaggi le stesse cose, senza particolari cambiamenti in peggio. A parte la scena dei frati che cantano Battiato, ma quello è un momento così bizzarro che voglio uno spin-off dedicato solo a loro. Tipo Glee, ma in monastero.
Perché in fondo, come si suol dire, “squadra che vince non si cambia“. E questo lo si rivede nel fatto che gli autori si siano in parte pentiti di aver eliminato Berlino, uno dei personaggi più affascinanti della banda nella loro prima avventura. Così hanno inserito tutti quei momenti di flashback in Italia, un espediente utile a fare tornare l’ex-leader del gruppo, superato nella gerarchia solo dal Professore (ma poi, era davvero così?).
Insomma, quello che voglio dire è: davvero, come dicono molti, questa stagione è tanto peggio della precedente? Oppure La casa di carta ha sempre avuto gli stessi difetti e solo ora ce ne siamo resi conto?
Di base anche in questa nuova stagione La casa di carta tornano i soliti espedienti. Trucchi semplici, a partire dalle storie d’amore che si usano per smuovere la narrazione da tempi immemori, ma che funzionano (e funzioneranno sempre). Questo, unito ai meccanismi classici dell’heist movie, cioè quel genere basato sulle grandi rapine, rendono la serie accattivante per un pubblico estremamente ampio.
Vogliamo scoprire come i nostri eroi riusciranno a capovolgere la situazione, quale piano hanno nascosto nella manica. Anche se alcuni non riusciamo proprio a sopportarli. Anche se i bastoni tra le ruote se li sono messi da soli. E anche se la soluzione è complicata e al limite dell’irrealistico (anzi, più lo è, più ci appassiona).
Io penso che il segreto de La casa di carta, in fondo, probabilmente stia tutto qui: è uno spettacolo che fa leva sui meccanismi più semplici possibili per raggiungere il pubblico più ampio possibile. Con dei trucchi basilari riesce a carpire la nostra attenzione e farci incuriosire abbastanza da voler vedere come va a finire la storia. Poco importa se qualcuno, in particolare chi questi meccanismi li conosce bene, riesce a sollevare il velo e vedere come si muove il tutto. Quando arriviamo a quel punto ormai siamo già catturati e non c’è assenza di eleganza o profondità che tenga.
Detto questo, mi sembra giusto sottolineare che Marsiglia, indicato nella foto qui sopra, è probabilmente il nuovo personaggio meglio riuscito di tutti. Che se ci avessero mandato lui nella Banca sarebbe già uscito con 40 tonnellate d’oro in spalletta, un contratto discografico per i monaci e il titolo di Baronetto.
Voi che ne pensate?
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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