Da ormai un po’ di anni si è diffusa la passione per la casa intelligente, sia perché è diventata più accessibile in termini economici e di disponibilità sul mercato, sia perché sembra quasi starci stretta l’idea di vivere schiavi di pulsanti e interruttori analogici, spesso distanti da noi di qualche metro o addirittura nell’altra stanza. O in un altro paese. Questo, però, ha portato alla luce un altro tipo di schiavitù: quella per la tecnologia, per i componenti smart e soprattutto internet. Siamo noi che controlliamo la casa o è lei a controllare noi? E soprattutto, la casa intelligente è sicura?
La casa intelligente è una manna dal cielo?
Che siate dal team analogico o di quello digitale, vi sarà capitato di imbattervi o quantomeno assistere a conversazioni sul tema della domotica o della casa intelligente. Vi sarete trovati quindi a difendere oppure confutare tesi riguardo la sua poca sicurezza, il “e se poi te la hackerano?”, “no, io non mi fido”. Ma quanto queste paure sono reali e quanto invece è dettato dalla poca conoscenza della materia? Chi vive in una casa intelligente ha trovato il pentolone d’oro alla fine dell’arcobaleno oppure sta cedendo alla schiavitù della tecnologia e di internet?
Le case intelligenti – o smart home – esistono da parecchi anni, ma solo nell’ultimo periodo ne abbiamo sentito parlare così tanto. Da un po’ di anni infatti i dispositivi smart sono diventati più economici, più affidabili e duraturi. Inoltre, mentre prima la scelta ricadeva su pochi marchi, ora il mercato è quasi saturo di brand che producono la qualunque smart. Ma perché le case smart sono così apprezzate?
Il carburante della nostra pigrizia
Innanzitutto è doveroso ricordare quanto l’essere umano sia pigro. E soprattutto quanto sia amante delle soluzioni alternative che gli permettono di essere ancora più pigro. Ci spieghiamo meglio. Fino a dieci o quindici anni fa, non vi sareste mai e poi mai lamentati di dover camminare cinque metri, per un totale di sette passi, per arrivare all’interruttore della luce. Semplicemente perché non c’erano molte alternative: o si viveva al buio, oppure ci si doveva alzare e premere quel maledetto pulsante. La stessa cosa valeva per il telecomando dimenticato sul mobile tv quando vi eravate già posizionati sul divano, sotto la coperta calda, con magari già in mano anche una tazza di tè caldo. Dopo una giornata super impegnativa. E fuori pioveva. L’unica soluzione era alzarsi, non senza imprecare, e raggiungere il telecomando.
Ora, però, grazie all’avanzamento tecnologico, c’è la possibilità di non alzarsi più da quel divano caldo. Basta tirare fuori lo smartphone – che abbiamo sempre con noi – oppure urlare al nostro assistente vocale preferito e la tv si accenderà. Così come la luce. Oppure si chiuderà a chiave la porta di casa. E così via. I dispositivi smart quindi all’improvviso sono diventati il carburante del nostro essere fondamentalmente pigri. E, forse, alcuni ne sono anche dipendenti e sono passati dalla schiavitù del pulsante fisico a quella dello smartphone.
Ma le case intelligenti, o meglio ancora i dispositivi intelligenti che inseriamo all’interno delle nostre case, possono essere estremamente utili. Ci permettono di avere sempre a portata di mano, tramite le varie applicazioni sul nostro telefono, lo stato della casa. Possiamo controllare al volo se abbiamo dimenticato qualche luce accesa, attivare il riscaldamento mezz’ora prima del nostro arrivo, ricevere notifiche in caso di movimenti sospetti e mille altre cose. Le case intelligenti hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere e hanno facilitato operazioni che prima risultavano anche impossibili – ad esempio aprire la porta di casa alla vicina quando noi siamo in vacanza. Molti quindi ritengono che la smart home permetta di migliorarci la vita, di renderla più leggera e di avere più controllo dell’ambiente nel quale viviamo.
Sì, avere noi più controllo della nostra casa. Allora perché spesso si manifestano paure opposte? Perché molti hanno paura di essere loro le vittime, loro quelli controllati? Come ogni settore della tecnologia, la smart home non va assolutamente presa con leggerezza. Così come è utile, ci si può ovviamente ritorcere contro. Prendiamo come esempio i social network. Essi possono essere la piattaforma perfetta per crescere, sia come singolo che come azienda, per aumentare la propria visibilità ma anche per conoscere persone nuove e condividere le proprie esperienze. Allo stesso tempo, però, se utilizzati con poca attenzione, possono essere una porta dimenticata aperta sulla nostra vita privata, sui nostri dati personali e molto altro. La casa intelligente si comporta allo stesso modo, l’unica differenza è che la porta dimenticata aperta ha una serratura smart.
Un’arma a doppio taglio
Scherzi a parte, il grandissimo potenziale delle smart home deve essere sfruttato con consapevolezza, solo dopo studi approfonditi, ore passate a visitare i siti dedicati e, perché no, rivolgendosi ad un esperto. In questo modo vivrete in un ambiente sicuro e allo stesso tempo intelligente, che non andrà in tilt se non vi funziona la linea internet di casa per mezza giornata, se salta la corrente e soprattutto se qualcuno cerca di manomettere la vostra rete domotica.
Le case intelligenti create con intelligenza – scusateci il gioco di parole – possono davvero migliorarvi la vita. E non vedrete l’ora di vivere come in un episodio di Black Mirror. Quelle create con superficialità, invece, potrebbero rendervi ancora più nero un lunedì iniziato già con il piede sbagliato.
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