Al di là di eventuali atteggiamenti di chiusura, che ormai sarebbero tardivi (dal momento che ChatGPT si sta sempre più radicando a diversi livelli nella nostra quotidianità), è bene fare un altro ragionamento.
Ovvero domandarsi quali sono gli ambiti in cui i chatbot conversazionali potrebbero essere nocivi, e limitarli, e quali quelli in cui potrebbero apportare benefici, e promuoverli.
Insomma, in una parola, bisogna normare. Normare l’intelligenza artificiale generativa, in modo che nel futuro prossimo questo straordinario approdo della tecnologia sia sfruttato al meglio. Evitando i suoi utilizzi sconsiderati, come quello del povero avvocato americano che ha fatto redigere un documento legale a ChatGPT. E il chatbot si è inventato di sana pianta una serie di precedenti legali.
Tecnologia e fede
Come vedremo nella parte finale dell’articolo, è auspicabile un uso dell’IA generativa nelle scuole, meglio naturalmente se sotto la costante supervisione degli insegnanti. Perché per ora l’intelligenza artificiale ha dimostrato di non essere affatto esente da errori.
Più ingenerale, per quanto riguarda i vari ambiti in cui l’IA potrebbe sostituirsi all’uomo, conviene affrontare il ragionamento dal versante opposto, e domandarsi quali nuove occupazioni potranno essere generate dall’intelligenza artificiale.
Di certo, l’ambito più lontano da quello tecnologico appare quello della fede. La tecnologia, e più in generale la scienza, in fondo cerca di dare una spiegazione razionale al mondo. Dove al contrario la fede vede il mondo come un disegno divino, la cui meccanica è preclusa all’uomo.
Eppure, chi l’avrebbe mai detto, tecnologia e fede si sono incontrate in modo bizzarro in una chiesa tedesca. Scopriamo come.
Il primo sermone di ChatGPT
È accaduto tutto nella giornata di venerdì 9 giugno nella cittadina bavarese di Fürth, in Germania.
Nella chiesa di San Paolo, per la prima volta a recitare un sermone è stato ChatGPT e non un sacerdote umano. Il prete virtuale ha parlato ai fedeli per una quarantina di minuti. Scopriamo com’è stato strutturato l’esperimento (per ora un unicum) e chi lo ha preparato.
Il sermone di ChatGPT e il teologo Jonas Simmerlein
L’esperimento è stato preparato da Jonas Simmerlein, teologo e filosofo dell’Università di Vienna.
All’interno della chiesa bavarese di San Paolo è stato allestito un maxischermo, su cui quattro avatar (due maschili e due femminili) si sono alternati per una quarantina di minuti. Pregando, intonando canti e recitando un sermone.
E i fedeli presenti cosa ne pensano?
L’opinione dei fedeli
Al sermone recitato da ChatGPT hanno assistito circa 300 fedeli protestanti. Alcuni lo hanno apprezzato mentre altri, inevitabilmente, hanno trovato la funzione estremamente fredda e impersonale.
Una donna ha detto: “Non c’erano né cuore né anima. Gli avatar non mostravano alcuna emozione, non avevano alcun linguaggio del corpo e parlavano in modo così veloce e monotono che per me era molto difficile concentrarmi su ciò che dicevano”.
Le parole del teologo Simmerlein
Jonas Simmerlein è un ventinovenne teologo e filosofo.
Simmerlein ha dichiarato ai media di avere fatto ben poco per il sermone, che al 98% è stato opera dell’intelligenza artificiale. “Ho fornito alcuni elementi al chatbot, dal fatto di trovarsi in chiesa al dover impersonare un predicatore. Mi sono ritrovato con un programma solido e coerente”.
La funzione officiata dal chatbot era uno dei numerosi eventi del congresso dei protestanti, che si è svolto svoltosi nelle città bavaresi di Norimberga e Fürth.
E infatti nel suo sermone ChatGPT ha esordito così: “Cari amici, è un onore per me essere qui e predicarvi come prima intelligenza artificiale al convegno dei protestanti di quest’anno in Germania”.
- F., Anna (Autore)
Verso il via libera dell’IA nelle scuole
Se probabilmente l’ingresso dell’intelligenza artificiale nell’ambito della fede sarà rimandato, altrettanto non si può dire per quanto riguarda l’istruzione.
È recente la notizia per cui gli istituti di New York, che in un primo momento si erano opposti all’introduzione di ChatGPT, hanno fatto un deciso dietrofront.
E ora alcuni media riportano un’ulteriore notizia. Se nella provincia cinese di Zhejiang i corsi di intelligenza artificiale per le scuole primarie e secondarie saranno addirittura obbligatori, anche la Corea del Sud sta introducendo questo argomento tra quelli da affrontare durante l’anno scolastico.
Nulla di scandaloso: dal momento che una novità così grande è inarrestabile, allora è bene conoscerla a fondo per poterla governare e sfruttare a proprio vantaggio.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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