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Chi ha inventato la lavatrice: storia, evoluzione e curiosità – Come è cambiato

Dai prototipi di lavaggio manuale agli elettrodomestici smart, come è cambiata la lavatrice nel corso dei secoli? Scopriamolo insieme

Come ogni lunedì, la rubrica “Come è cambiato” ci dà l’occasione di muoverci in giro per casa e domandarci come sia nato davvero un oggetto diventato per noi di uso quotidiano. Come la lavatrice, ad esempio, protagonista dell’articolo di oggi. Se vi fermate a riflettere, per noi è quasi impensabile non averne in casa un modello di ultima generazione. Eppure ci sono stati secoli in cui le donne hanno dedicato buona parte della propria energia fisica al lavaggio degli abiti della famiglia, e in alcuni Paesi del mondo è tuttora così. Prepariamoci per questo nuovo viaggio nel passato in cui scopriremo insieme chi ha inventato la lavatrice, la sua storia e la sua evoluzione.

Chi ha inventato la lavatrice?

L’invenzione di questo elettrodomestico ricopre un ruolo importante nell’emancipazione femminile, proprio perché ha sollevato madri e figlie da un compito terribilmente faticoso. Prima che ci fosse la lavatrice, era abitudine diffusa lavare i panni a mano in fiume e ruscelli, utilizzando le pietre come base di appoggio e la sabbia come abrasivo. E non ci stiamo riferendo all’Antica Roma, sia chiaro. Questa modalità di lavaggio era in voga ancora alla fine del ‘700, quando fu messo a punto il primo prototipo di questo elettrodomestico. Un’intuizione geniale, che dobbiamo ad un teologo. Sì, avete letto bene! Fu un esperto di teologia ad ideare la prima macchina per lavare i panni.

donne lavano panni al fiume

Chi ha inventato la lavatrice: l’intuizione di un teologo

La storia della lavatrice è a dir poco straordinaria. I primi prototipi di questa macchina per lavare risalgono alla seconda metà del Settecento e non sono altro che riproduzioni meccaniche del gesto che le donne utilizzavano per lavare i panni. Probabilmente ci sono stati degli uomini che hanno studiato attentamente quello che accadeva al fiume più vicino, perché questi progetti nacquero proprio così. Tra essi ricordiamo lo scrittore lettone Stenders e il teologo tedesco Schäffer.

In particolare, sembra che sia stato il teologo di Ratisbona, Jacob Christian Schäffer, a progettare uno dei primi modelli di lavatrice. In realtà, si trattava piuttosto di una macchina rudimentale che aveva lo scopo di “sfregare” i panni, proprio come veniva fatto manualmente dalle donne. Inutile dire che, per quanto fossero apprezzabili le buone intenzioni di Schäffer, il progetto non ebbe grande successo. Gli abiti non erano completamente puliti, ed anzi venivano usurati dall’eccessivo sfregamento. L’idea però non era affatto malvagia, e servì sicuramente ai posteri per mettere a punto una lavatrice ben più performante.

chi ha inventato la lavatrice Thomas Bradford

I primi veri modelli di lavatrice

Chi ha inventato la lavatrice: il cestello di Thomas Bradford

Il tentativo di Schäffer non andò a buon fine, ma sicuramente aprì la strada ad una serie di progetti che hanno permesso la produzione di uno degli elettrodomestici a cui siamo più affezionati. Quasi un centinaio di anni dopo il prototipo del teologo di Ratisbona – nel 1860, per l’esattezza -, Thomas Bradford mise a punto il primo vero e proprio modello di lavatrice.

Si trattava di una macchina dotata di una gabbia ottagonale in legno, all’interno della quale andavano messi i vestiti. Questa, a sua volta, era inserita all’interno di una scatola più grande, in cui si doveva versare l’acqua saponata. L’intero marchingegno si azionava attraverso una manovella, che permetteva alle due scatole di muoversi, lasciando entrare l’acqua all’interno della gabbia contenente i vestiti da lavare. Bradford aggiunse poi uno strizzatore a rullo, che permetteva agli abiti di uscire dalla macchina privi di acqua. Insomma, il funzionamento era più o meno quello di una lavatrice moderna, se non fosse che il tutto doveva essere eseguito manualmente.

La prima vera lavatrice di William Blackstone

Per quanto la macchina di Bradford risulti l’antenata perfetta della lavatrice moderna, c’è qualcuno che non è affatto d’accordo nell’assegnargli la paternità dell’invenzione. Stando ad alcuni storici, il vero inventore fu William Blackstone, un mercante americano che mise a punto un modello di macchina per lavare i panni nel 1873. Era un uomo incredibilmente affezionato alla moglie, tanto da decidere di regalargli la sua prima lavatrice in occasione del suo compleanno. Probabilmente era stanco di vedere la donna che amava faticare così tanto per lavare i suoi abiti, e decise di aiutarla in qualche modo. Lasciateci quindi dire che l’elettrodomestico a cui siamo affezionati è nato come gesto d’amore.

Il modello di Blackstone andava addirittura oltre le prestazioni di quello di Bradford. La forma era quella di un barile di legno, dove andavano versati l’acqua e il sapone. All’interno era alloggiato una sorta di perno dotato di pioli che, muovendosi, muoveva i panni strofinandoli e lavandoli. Come potete immaginare, anche questo modello andava azionato manualmente, ma era senza dubbio meno faticoso girare una manovella piuttosto che lavare i panni a mano. Un dettaglio che segnò il successo di Blackstone, che cominciò a vendere la sua lavatrice a ben 2.50 $ al pezzo. Più tardi, quello che un tempo fu un mercante divenne un vero e proprio imprenditore, che fondò la sua azienda a New York, diventando così il primo vero produttore di lavatrici.

lavatrice elettrica thor

Una luce in fondo al tunnel: la lavatrice elettrica

È fuori discussione che un macchinario, seppur azionato manualmente, fosse più pratico dell’abitudine di lavare i panni a mano. Ma, diciamoci la verità, risolveva i problemi soltanto in parte. Non c’è affatto da stupirsi, allora, che le ricerche per migliorare questa macchina per lavare i vestiti andarono avanti per decenni. E la prima grande svolta si ebbe nel 1906, quando Alva Fisher ideò la prima lavatrice elettrica.

L’anno seguente la Hurley Electric Equipment Company lanciò sul mercato “Thor“, basata proprio sul progetto di Fisher. I serbatoi in legno vennero sostituiti da quelli metallici, ma comunque non possiamo dire che la macchina fosse effettivamente funzionante. Anzi. Il lavaggio funzionava come mai aveva fatto prima, ma il suo utilizzo risultava piuttosto pericoloso. Il motore elettrico non era ben isolato dal cestello e, ogni volta che da questo uscivano schizzi d’acqua, c’era il rischio di cortocircuiti e scosse elettriche per chiunque toccasse la lavatrice.

Fortunatamente, qualche anno dopo questo modello fu perfezionato da Joe Barlow e John Seeling, fondatori della “Barlow & Seeling Manufacturing”, poi diventata Speed Queen, una delle aziende pioniere del settore. Ci volle quasi un decennio per apportare alcuni miglioramenti basilari al prototipo di Fisher: lo scorrimento multidirezionale, il motore elettrico impermeabile – così da evitare cortocircuiti pericolosi per le casalinghe – e a due velocità, la funzionalità di rotazione incorporata. E quando la macchina fu perfezionata, cominciò anche ad uscire dal mercato statunitense, invadendo anche quello europeo. Un successo davvero incredibile, se considerate che all’inizio degli anni Quaranta quasi il 60% delle famiglie americane poteva vantare una lavatrice elettrica.

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Dalle lavatrici automatiche alle smart

Come anticipato, i progetti di miglioramento delle macchine per il lavaggio dei panni andarono avanti per decenni. Nei primi anni Cinquanta, vennero introdotte sul mercato le prime lavatrici automatiche, in grado di eseguire tutte le operazioni di lavaggio senza nessuna azione manuale.

In particolare, furono aggiunti una serie di elementi innovativi ai modelli messi a punto da Barlow e Seeling: un programmatore per avviare la macchina, un termostato e un timer. Come potete immaginare, si trattava di prodotti molto costosi, che non tutti potevano permettersi. Passarono ancora molti anni prima che queste lavatrici potessero diventare accessibili.

Ma ci fu ancora un upgrade importante negli anni a venire. A partire dagli anni Ottanta le macchine per lavare cominciano a dotarsi di componenti elettronici miniaturizzati, rendendo così la pratica di lavaggio ancora più semplice e rapida. E non è tutto. In questa fase le aziende cominciano a preoccuparsi di produrre elettrodomestici che consumino sempre meno acqua ed energia, al fine di preservare l’ambiente. A partire dal 1999, infatti, è stata introdotta una classificazione delle lavatrici in base all’efficienza energetica, in cui la lettera A indica chiaramente il modello che consuma di meno.

Nel corso del nostro secolo, la tecnologia ha aiutato moltissimo il progresso di questo elettrodomestico. Ad oggi le lavatrici sono dotate di un Wi-Fi integrato, che consente l’avvio di programmi di lavaggio diversi a seconda delle vostre esigenze. Addirittura, ci sono modelli che funzionano anche senza detersivo, grazie ad un sistema di elettrolisi, che separano gli ioni positivi da quelli negativi.

Insomma, al giorno d’oggi la lavatrice del teologo tedesco è solo un lontano ricordo. Non esiste nulla di più comodo e pratico in casa. E questo ci porta a chiedere: come si poteva vivere senza?

 

 

 

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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