Metaverso. È stato l’argomento più caldo di fine 2021. E in fondo non poteva andare diversamente. Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook (ora Meta), ha promesso di creare un mondo virtuale che cambierà per sempre il nostro concetto di Internet, permettendoci di passare da una fruizione piatta ad un luogo digitale in tre dimensioni che somiglierà in tutto e per tutto alla realtà.
E qui entra in gioco un dato importante: il metaverso, ora come ora, non esiste.
Non in questa forma.
Anzi, ad essere onesti ci vorrà parecchio tempo per riuscire ad avere un pianeta virtuale in cui spostarsi, conversare, lavorare e fare shopping.
Questo però non significa che ora non ci sia assolutamente nulla. In realtà già oggi potete fare alcune esperienze che anticipano un po’ il futuro. Scopriamo quindi insieme come entrare nel “metaverso”.
Che cos’è il metaverso?
È una domanda complessa. In fondo si tratta di definire qualcosa che ancora non esiste quindi per ora sappiamo cosa vorremmo fosse il metaverso. Semplificando potremmo definire il metaverso come uno spazio virtuale condiviso che è immersivo, realistico e interattivo, basato principalmente sulla realtà aumentata e quella virtuale.
Fino ad ora abbiamo usato la parola “mondo” ma, volendo essere precisi, non è il termine più adatto. All’interno del metaverso infatti ci saranno più mondi, esattamente come nell’universo ci sono più pianeti, più stelle e più galassie. Ogni luogo virtuale permetterà di fare attività che si posizionano a metà tra la realtà e quello che oggi chiamiamo “digitale”.
Vi facciamo un paio di esempi.
Immaginate un concerto. Oggi o andate di persona a vederlo oppure lo seguite da uno schermo. Il metaverso vi consente di avere il vostro avatar, controllato in tempo reale da voi, che può stare sotto un palco virtuale, urlare al cantante, interagire con gli altri fan e godersi un’esperienza che somiglia molto all’essere fisicamente presenti.
Pensate adesso allo shopping. Anche in questo caso le opzioni sono tendenzialmente due: uscite di casa e andate in un negozio oppure aprite un e-commerce su smartphone, tablet e PC e scegliete cosa comprare. Il metaverso permetterà di mescolare queste due cose quindi potrete usare la realtà virtuale per andare in un negozio fisico, vedere i capi e poi acquistarli come se foste su un sito web.
Se ci pensate tutto questo non è poi così insolito per noi. Il metaverso non è così diverso da OASIS, il mondo virtuale di Ready Player One. Anche Matrix, Tron e persino la serie TV Upload possono in qualche modo descrivere il futuro che stiamo cercando di costruire.
“Stiamo” perché tutti noi, con i nostri dati e la nostra voglia di condivisione e immersività, contribuiamo alla sua nascita.
“Stiamo” perchè Meta non è l’unica società che si è adoperata per costruire il metaverso. Microsoft, Google, Disney, Adidas, Nike, Hyundai… la lista delle società che si sono prontamente messe al lavoro si allunga di giorno in giorno.
Il nostro consiglio quindi è quello di tenere d’occhio questo trend perché, ad un certo punto, cambierà per sempre la nostra concezione di digitale.
Come entrare nel metaverso
Se volessimo prendere oggi la pillola rossa ed entrare nella tana del bianconiglio, cosa troveremmo?
Ci sono una serie di esperienze che possiamo fare subito e che si avvicinano in qualche modo a quello che sarà.
Basta un’app per iniziare
La più semplice si chiama Sensorium Galaxy ed è un’applicazione disponibile sia su iOS che su Android, totalmente gratuita. Si tratta di un software che sfrutta la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale per dare vita ad un personaggio abbastanza realistico con cui potete parlare. Al momento funziona solo in lingua inglese, il che rende la conversazione un po’ meno naturale per chi non è anglofono, ma è una finestra sul futuro.
Provate a pensare ad un videogioco, uno di quelli in single-player dove ci siete solo voi e i personaggi non giocabili (PNG) creati dal computer. Di solito le interazioni con questi PNG sono scriptate quindi qualcuno ha già deciso cosa chiederete e cosa risponderanno. La tecnologia di Sensorium Galaxy permetterebbe di creare personaggi che invece possono interagire liberamente con voi.
Ora immaginate tutto questo traslato nel metaverso. Oltre ad essere popolato da persone reali l’universo digitale potrebbe includere PNG con cui parlare, a cui chiedere informazioni. Ecco perché Sensorium Galaxy vi dà un piccolo assaggio di futuro.
I videogiochi come il metaverso?
Torniamo a parlare di videogiochi perché in realtà sono un po’ l’anticamera del metaverso. Da un lato le software house hanno il potere di creare mondi in cui passiamo già del tempo, in cui già interagiamo con altri essere umani. Dall’altro sono coloro che spingono la tecnologia nella direzione di cui abbiamo bisogno. I colossi del gaming sanno già cosa significa avere server che permettono l’accesso a milioni di persone, sanno già come usare la realtà virtuale e spingono ogni giorno le aziende a migliorare l’hardware così da offrire ai giocatori esperienze sempre più realistiche. E questo vale per componenti piccoli e spesso ignorati – come i processori – così come per prodotti più massicci, come i visori per la realtà virtuale che probabilmente diventeranno il primo vero portale d’acceesso al metaverso.
Oggi però dobbiamo accontentarci di esperienze un po’ più semplici ma non per questo meno interessanti. Prendiamo ad esempio Roblox. È nato come un gioco e oggi è una piattaforma globale che consente ai giocatori di creare le proprie esperienze interattive, di guadagnare Robux (la moneta del gioco che può essere convertita in euro) e di interagire con altri giocatori. Insomma, ha già molte delle caratteristiche che attribuiamo al metaverso e viene persino utilizzato per offrire agli iscritti esperienze uniche. Gucci ha creato qui un giardino virtuale per celebrare i 100 anni del brand mentre la NFL (National Football League) ha deciso invece di portare su Roblox uno store ufficiale per vendere oggetti decorativi virtuali con cui i gamer possono adornare i propri avatar.
Qualche vibrazione da metaverso la offre anche il celebre Fortnite, che ha ospitato i concerti virtuali di Ariana Grande, Travis Scott e Marshemello.
Ci sono poi realtà che si avvicinano ancora di più alla nostra idea di Metaverso. The Sandbox è forse l’esempio più concreto. Siamo infatti di fronte ad una piattaforma che somiglia ad un videogioco ma che è popolato da utenti che possono acquistare territori, visitare luoghi e utilizzare oggetti di vario genere.
La particolarità è che tutto quello che trovate viene creato dalla community, come succede nel mondo reale. Ma c’è di più. Il mondo di The Sandbox è collegato alla blockchain della criptovaluta Ethereum e ogni oggetto è praticamente un NFT che può essere comprato o scambiato con gli altri utenti. Ethereum però non è la moneta dominante. I creatori di The Sandbox hanno ideato una criptovaluta ad hoc, chiamata SAND, che può essere usata dentro e fuori la piattaforma, motivo per cui sarà necessario creare un proprio portafoglio virtuale in fase di iscrizione.
The Sandbox però non è unico nel suo genere, esistono altre piattaforme simili come Axie Infinity, Illuvium e Decentraland.
Lavorare nel metaverso
Il metaverso non è solo svago e divertimento. Il virtuale può essere utilizzato anche per lavorare. Ecco perché Meta ha lanciato Horizon Workrooms, già disponibile gratuitamente per Oculus Quest 2, il visore VR di Zuckerberg.
Funziona sia tramite realtà virtuale che sul web ed è stato pensato per aiutare i team a collaborare e comunicare in remoto sfruttando tutte le tecnologie di ultima generazione. Non solo permette di creare la vostra scrivania per ritrovarsi in un ambiente famigliare, ma consente di avere un avatar che può interagire con gli altri, di usare l’audio spaziale per rendere l’esperienza realistica, di utilizzare sale riunioni digitali e di sfruttare una sorta di lavagna bianca virtuale dove ognuno può prendere appunti e disegnare usando il controller di Quest 2.
Dovete incontrare qualcuno che non ha un visore VR? Se ha microfono e telecamera tutto ciò che dovrete fare è fornirgli il link per il collegamento, come una normale video-chat su Zoom, Teams e affini.
Accanto a tutta questa tecnologia troviamo però seri provvedimenti in tema di privacy: le conversazioni che si tengono nella Workroom non vengono usate per la pubblicità mirata su Facebook, immagini e video del vostro ambiente fisico vengono salvate solo localmente e nessuno può visualizzare lo schermo del vostro computer durante le sessioni Workroom.
Le caratteristiche del metaverso
The Sandbox e Horizon Workrooms somigliano davvero tanto alla nostra idea di metaverso ma, a conti fatti, non hanno tutte le caratteristiche necessarie. Quali sono quindi gli elementi indispensabili?
Prima di tutto il metaverso è sconfinato. Non ci sono barriere, non ci sono limiti di spazio, non c’è un numero massimo di persone che può ospitare, non ci sono attività che non possono essere svolte.
Questo internet del futuro poi è persistente. Non può essere scollegato, resettato o riavviato. Tutti quanti possono accedere sempre e ovunque e in più evolverà nel corso del tempo grazie al contributo di chi lo abita.
Un’altra caratteristica fondamentale è la decentralizzazione. Il metaverso non dovrebbe essere proprietà di un’azienda o di una singola piattaforma. Dovrebbe essere di tutti, da qui la scelta di The Sandbox di puntare alla blockchain per far sì che tutto rimanga completamente e pubblicamente tracciabile.
Il metaverso è immersivo. Realtà virtuale e aumentata saranno quindi un punto focale nella creazione di questa grande innovazione tecnologica che, con il tempo, migliorerà ancora per riuscire a stimolare tutti i nostri sensi.
Ci sono poi due ulteriori caratteristiche del metaverso: l’economia virtuale, che smuove aziende e persone e che potrebbe basarsi sull’uso di criptovalute, e la socialità, perché un mondo digitale senza persone che lo animano, lo vivono e lo plasmano non ha senso di esistere.
Munitevi di pazienza
Al metaverso pensiamo già da decenni.
Nel 1984 uscì il romanzo Neuromante, capolavoro di William Gibson che parlava del cyberspazio.
Nel 1999 sbarcava nelle sale cinematrografiche Matrix, con la Matrice che somiglia ad una versione estremamente avanzata di metaverso.
Nel 2003 esordì Second Life, che ancora vive e lotta per rivendicare il suo primato come piattaforma virtuale alternativa.
Insomma, un universo parallelo virtuale l’abbiamo sempre voluto. E continuamo a volerlo anche se ci spaventa terribilmente l’idea che il digitale prenda il sopravvento e cambi le nostre vite.
Dovremo però avere pazienza. Ci vorranno anni, forse più di un decennio, per superare le difficoltà tecniche, economiche e sociali di questa rivoluzione.
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Gentile Dr..ssa Gherardi,
Complimenti di Cuore per il rigore e la chiarezza espositiva del Suo articolo.
La lettura di questa sua pagina avvicinerà, più facilmente, molti “profani” agli scenari da Lei prospettati.
Ancora Grazie e Buon Lavoro.
Per la cronaca anche se non si parla di metaverso immersivo prima di Second Life ci sono stati alcuni progetti come quello di ActiveWorlds il quale “motore grafico” è stato usato anche dai 883 per creare un loro mondo 3d. Il programma d’installazione era contenuto nello stesso CD di “nord sud ovest est”… in seguito sono arrivati sempre con lo stesso motore grafico Nuovità e Italcity che erano mondi virtuali italiani che ormai non esistono più. Dopo alcuni anni di Second Life nasce il suo clone open source chiamato OpenSim e la nascita delle Grid e del HyperGrid. L’hypergrid è un sistema che collega le grid insieme. Un avatar può essere registrato in una griglia ma fare il turista in un altra grazie al Hypergrid e può anche fare shopping in altre griglie. La differenza sostanziale tra Second Life e OpenSim è il fatto che la seconda è molto economica e spesso è quasi tutto gratis. Si può avere un piccolo terreno dove fare la propria casa in modo gratuito o fare shopping nei negozi free, cosa che su SL è molto dispendiosa per non parlare del affitto di una SIM in opensim ha un prezzo irrisorio confrontato con SL. Ultimamente poi grazie a outworldz che ha sviluppato un applicazione windows che permette di installare una propria griglia opensim sul proprio pc e gestirla in modo “semplice”. Per finire tra le Griglie italiane più frequentate ci sta Astralia per il lato social e Craft-World per il lato “educativo” visto che viene usato da molti insegnanti per la didattica dei propri studenti in un ambiente protetto.
Buongiorno, siamo un’azienda di Decoratori che lavorano nel lusso. Quale tra Horizon o Sandbox o altri ci consiglierebbe per aprire la nostra azienda nel Mataverso?