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Cultura

Trieste accoglie 45 cortometraggi internazionali

Tante opere arrivano in concorso allo ShorTS International Film Festival

Sono ben 45 i cortometraggi che quest’anno concorreranno nella sezione Maremetraggio dello ShorTS International Film Festival di Trieste. Una serie di grandi opere provenienti da tutto il mondo (27 i Paesi da cui provengono le diverse produzioni). Gli appassionati della settima arte potranno scoprirli sul web dal 4 al 12 luglio nel corso dell’edizione digitale dell’evento di quest’anno.

Tanti cortometraggi in arrivo a Trieste

Fra le opere in gara anche tanti italiani a partire da Giulio Mastromauro con il suo Inverno, già David di Donatello per il miglior cortometraggio. E ancora, Fulmini e Saette con Carolina Crescentini alle prese con un inedito ruolo da supereroina.

La varietà però non arriva solamente dalle diverse Nazioni coinvolte, ma coinvolge anche i generi. Nel corso dell’evento ci sarà spazio anche per prodotti animati, come l’australiano Lost & Found e il danese Song Sparrow, incentrato un gruppo di rifugiati alla ricerca di un futuro migliore. Più orientato alle famiglie Why Slugs Have No Legs che racconta delle origini delle lumache in maniera divertente e fantasiosa. E poi, tanti documentari a partire da Mars, Oman di Vanessa del Campo Gatell, dedicato alle simulazioni delle spedizioni su Marte realizzate nella Penisola arabica.

Francesco Ruzzier, curatore della sezione Maremetraggio, ha commentato così:

L’edizione del 2020 di ShorTS, per i motivi noti a tutti, sarà un’edizione diversa e forse unica nel suo genere. Così come il Festival, nella sua struttura, è stata diversa (e forse unica nel suo genere) anche la selezione della sezione Maremetraggio, fatta praticamente per intero durante il periodo di lockdown.

La situazione circostante e l’ambiente della visione sono dei fattori che influenzano in maniera decisa lo sguardo e la ricezione di qualsiasi spettatore. Secondo uno studio condotto dalla ricercatrice Rosalind Cartwright il sogno scioglie la carica emotiva dell’esperienza. Anche i cortometraggi stessi non sono altro che la messa in scena di esperienze di cui i registi vogliono mantenere intatta la carica emotiva.

Dei sogni sempre vividi, in grado di cristallizzare un momento, una situazione, un’emozione o un sentimento per evitare che il tempo lo sciolga. Quello che accomuna le opere selezionate quest’anno è il distacco dalla realtà, la reinterpretazione e la personalissima visione del mondo da parte dei registi, che modellano le immagini col loro modo di vedere le cose. Anche nei documentari (come Mars, Oman, ma anche l’indonesiano Rewild) emerge la voglia di raccontare la realtà da un punto di vista inedito e personale“.

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