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I walkie-talkie, ed era subito controspionaggio. La macchina del tempo

Erano gli antenati dei telefonini, ma non solo

I lettori di Tech Princess non più giovanissimi ricorderanno con affetto la comparsa dei primi telefoni cellulari. No, non intendiamo nelle nostre vite, ma nei telefilm americani tra gli anni Settanta e gli Ottanta del secolo scorso.

Erano apparecchi giganteschi, con antenne alte come la torre Eiffel. E di solito erano posseduti da loschi individui dediti al traffico internazionale di stupefacenti, che dal loro yacht comunicavano col cartello di Medellin sorseggiando un Daiquiri.

La cosa ci è apparsa come una visione meravigliosa ma non proprio come un’assoluta novità. In fondo anche noi, con l’innocenza dei bambini che giocano, avevamo già compiuto azioni simili, girellando per casa o in giardino con un walkie-talkie nel pugno.

walkie talkie vintage

Cosa sono i walkie-talkie

I walkie-talkie si chiamano così perché la locuzione inglese significa cammina e parla.

E ha praticamente già spiegato tutto: si tratta di ricetrasmittenti bidirezionali palmari, ma sfidiamo chiunque ad averli chiamati anche solo una volta così.

A essere raffinati ed esaustivi, un altro loro nome è handheld transceiver, ovvero ricetrasmettitore portatile.

La prima radio ricetrasmittente chiamata walkie-talkie è stata il Motorola SCR-300, progettato nel 1940. Si trattava in realtà di un modello backpacked, ovvero da tenere in spalla.

E ciò smuoverà qualcosa nell’immaginario di molti, perché un utilizzo professionale dei walkie-talkie è quello in ambito bellico, quando è necessario dare e ricevere informazioni tattiche. Come ci ricorda un numero imprecisato di film di guerra.

Ma non è l’ambito che ci interessa.

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I nostri walkie-talkie

A un certo punto, al di là degli apparecchi professionali capaci di comunicare a grandi distanze (anche decine di chilometri), ne sono stati introdotti altri sul mercato. A prezzi certamente più economici, e dotati – va da sé – di minore potenza.

Erano gli anni Settanta del Novecento, quando la tecnologia evolveva a passi ritenuti allora da gigante, e si riteneva indispensabile introdurla negli oggetti di consumo. Compresi certi giochi, che… funzionavano come funzionavano.

E così, in un lampo, le famiglie di ogni angolo del pianeta hanno pensato bene di dotarsi di walkie-talkie, senza minimamente porsi il problema della loro reale utilità.

Agenti segreti tra cucina e salotto

I walkie-talkie domestici avevano minore potenza delle urla di un genitore inferocito.

Dotati di numerosi pulsanti che non funzionavano, una volta accesi emettevano un fruscio che ricordava quello delle tempeste di sabbia. Appreso con difficoltà il loro utilizzo, c’era un ulteriore problema: servivano due persone. Niente di grave in famiglie con più di un figlio.

Negli altri casi, un adulto doveva trascorrere interminabili minuti facendo finta di essere stato convocato per una missione segretissima. E soprattutto, doveva fingere di appassionarsi al gioco.

Ma i problemi, a quel punto, erano appena cominciati.

Passo, passo e chiudo eccetera

Qualcuno, chissà chi, ha introdotto nelle nostre case la terminologia adottata da chi adopera i walkie-talkie in modo professionale.

E così, oltre ai già complicati passo e passo e chiudo, ci si esaltava facendo lo spelling delle parole all’americana, inventandosi nomignoli improbabili e altri codici incomprensibili. Il risultato era una serie di comunicazioni fallimentari, per cui le frasi dette nel microfono del walkie-talkie venivano poi ripetute ad alta voce. Intanto, si sa, di solito i due possessori di ricetrasmittenti comunicavano da due stanze adiacenti.

E non appena il dialogo sembrava prendere una piega migliore, e qualche sillaba arrivava da un presunto agente segreto all’altro, ecco che le batterie si esaurivano.

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Tecnologia e suggestioni

Al di là dell’ironia, i walkie-talkie erano un sintomo di come, qualche decennio fa, la tecnologia fosse utilizzata in ambito amatoriale o ludico da una prospettiva per così dire emotiva.

Oggi tutti i device che ci circondano ci staranno sicuramente impigrendo, ma la loro utilità è indubbia, e una percentuale enorme della popolazione non potrebbe vivere senza. I rapporti sociali, ma anche lavorativi, passano attraverso i nostri computer, e ormai sempre più attraverso gli smartphone.

Allora, invece, la tecnologia di consumo creava prodotti che avevano la sola funzione di fare il verso a un mondo altro, dove il medesimo strumento era adoperato con finalità serie.

Con i walkie-talkie, insomma, abbiamo sognato di essere generali, spie o cospiratori. E non importa se il soldato semplice a cui davamo ordine di attaccare dal fronte ovest ci rispondesse captando la nostra viva voce, senza essere stato in grado di accendere la sua ricetrasmittente.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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