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Elon Musk vuole acquistare Twitter per garantire la libertà di parola (e ha già pronto un piano B)

Riassumiamo questi ultimi giorni movimentati

Che Elon Musk non sia nuovo a uscite clamorose e spesso bizzarre, è cosa ormai nota.

Ma sulla vicenda Elon Musk-Twitter, il cui ultimo capitolo è (per ora) la proposta di acquisto della piattaforma social da parte del tycoon di origine sudafricana, va necessariamente fatto un po’ di ordine. Per evitare che anche il più attento dei lettori si ritrovi con le idee poco chiare.

Partiamo dal fondo, e dalla scoppiettante notizia delle scorse ore. Secondo cui Elon Musk avrebbe deciso di comprare il 100% di Twitter, pagando 49,71 euro per ogni quota societaria. L’offerta è stata inviata per lettera nella giornata di mercoledì 13 aprile.

Elon Musk e la proposta di acquisizione di Twitter

In una lettera indirizzata al presidente del social Bret Taylor, ma pubblicata su diversi giornali, Musk ha adoperato il suo solito tono, magniloquente e visionario. Elon Musk ha scritto: “Ho investito in Twitter perché credo nel suo potenziale di essere una piattaforma per la libertà di parola in tutto il mondo. E credo che la libertà di parola sia un imperativo sociale per una democrazia funzionante”.

Musk ha poi detto che quella di pagare 54,2 dollari (49,71 euro) ad azione è la sua miglior offerta, che se rifiutata farebbe “riconsiderare la mia posizione come azionista”.

Ciò starebbe a significare che l’ingresso di Elon Musk in Twitter, ufficializzato giorni fa con l’acquisto del 9,2% della società, sarebbe stato una mossa preparatoria all’inattesa e recentissima sparata.

Ma proviamo a riassumere cosa è accaduto in questi giorni.

twitter

Elon Musk socio di maggioranza di Twitter

Venerdì 1 aprile Elon Musk, versando la cifra di 2,89 miliardi di dollari, ha acquistato il 9,2% delle quote di Twitter, diventandone il maggiore azionista.

In un articolo avevamo analizzato i possibili motivi della mossa dell’imprenditore. E soprattutto avevamo notato come lo stesso Musk, negli ultimi tempi, fosse spesso intervenuto sul social. Non solo postando cinguettii, ma anche promuovendo sondaggi non certo casuali. Scopriamo qualcosa in più in questo senso.

Elon Musk, Twitter e la libertà

La sensazione era – ed è – quella che Elon Musk voglia fare di Twitter una piattaforma la più libera, democratica e orizzontale possibile.

Infatti, il 25 marzo scorso Musk aveva promosso un sondaggio nel quale ha domandato, in modo esplicito: “La libertà di parola è essenziale per una democrazia funzionante. Credi che Twitter aderisca rigorosamente a questo principio?”

La risposta, che ha coinvolto oltre 2 milioni di follower, ha avuto un esito inatteso: il 70% dei votanti ha risposto di no.

A breve è seguito un secondo sondaggio, in cui l’imprenditore ha chiesto ai suoi follower se l’algoritmo di Twitter debba o meno essere open source. Altro pieno di votanti (più di un milione e centomila) e altro esito schiacciante a favore per così dire della libertà: per l’82,7% di chi ha votato, l’algoritmo di Twitter deve essere open source.

Ecco quindi che, a distanza di pochi giorni da questi sondaggi, uno degli imprenditori più spericolati diventa socio di maggioranza di un social che – pare – lo stesso Musk ma anche gli utenti vorrebbero più libero. E poi cosa è accaduto?

Elon Musk fuori dal Cda di Twitter

Due notizie subito successive all’ingresso di Elon Musk in Twitter sembrava che destinassero il Ceo di Tesla a un ruolo marginale nell’azienda. Intanto, è arrivato l’annuncio che Musk non sarebbe entrato nel Consiglio di amministrazione dell’azienda. E poi, addirittura, un azionista di Twitter ha fatto causa a Musk per aver svelato il suo ingresso in società oltre i tempi massimi stabiliti per legge.

Musk all’attacco

Invece, ecco la notizia destabilizzante: Elon Musk vuole comprare Twitter. Dopo un atteggiamento sornione, il colpo a sorpresa, in puro stile Musk.

L’azienda ha subito fatto quadrato, dichiarando l’offerta prima “insufficiente” e poi “indesiderata”. Il Ceo Parag Agrawal, che aveva speso parole entusiastiche per salutare l’ingresso di Musk come socio di maggioranza, ora ha detto che “Non siamo tenuti in ostaggio”.

Offerta

Le parole di Musk

Dietro alle solite dichiarazioni sibilline di Elon Musk non è chiaro (come sempre) se ci siano idee poco chiare o un piano ben preciso.

Subito, Musk aveva detto: “Ho investito in Twitter perché credo nel suo potenziale per essere la piattaforma per la libertà di parola in tutto il mondo. Credo che la libertà di parola sia un imperativo sociale per una democrazia funzionante. Tuttavia, da quando ho effettuato il mio investimento, ora mi rendo conto che l’azienda non prospererà né servirà questo imperativo sociale nella sua forma attuale. Twitter ha bisogno di essere trasformato in un’azienda privata.”

Ora, però, pare che l’imprenditore abbia fatto un passo indietro, dichiarando che se anche Twitter non dovesse accettare la sua offerta, ci sarebbe già pronto “un piano B”.

Che sia la costituzione di un nuovo social, come si vociferava qualche mese fa? Non è azzardoso scommettere che nei prossimi giorni ne sapremo di più.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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