Le emoji fanno ormai parte del codice comunicativo di chiunque adoperi le app di messaggistica per relazionarsi. Al punto che molti, se non ci fosse (ad esempio) la faccina con l’occhiolino a spiegare che quanto appena scritto vada preso con ironia, non saprebbero bene come esprimersi.
Le emoji seguono la sensibilità comune e spesso si pongono anzi in una prospettiva ben più moderna di certa politica. Si pensi ad esempio alla recente introduzione della categoria “persona”, che affianca quelle di “uomo” e “donna”.
Non solo: le emoji sono state addirittura utilizzate dalla popolazione russa dissidente per comunicare in codice, e organizzare così manifestazioni aggirando la censura.
Insomma: le emoji pervadono la nostra vita. Come dimostra l’Emoji trend report del 2022 di Adobe. Che fa parte del più ampio studio Future of Creativity, e che in una versione ridotta è anche uscito sul blog di Adobe in lingua italiana. Vediamo di cosa si tratta.
L’Emoji trend report del 2022
Il report di Adobe analizza annualmente il ruolo e gli effetti delle faccine nella comunicazione digitale.
La popolarità degli emoji, dicevamo, è ormai palpabile. E il sondaggio di Adobe lo conferma: il 73% degli intervistati sostiene che chi li utilizza trasmette un’immagine di sé più cordiale e divertente. E si sente in un rapporto di maggior empatia (nell’88% dei casi) proprio con gli utilizzatori di emoji.
Gli aspetti positivi delle faccine non finiscono certo qui.
Gli emoji semplificano la comunicazione
È evidente come una delle virtù più spiccate degli emoji sia la capacità di sintetizzare in un simbolo ciò che altrimenti richiederebbe un giro di parole per essere espresso. E visto che – piaccia o no – la comunicazione pare diventare sempre più rapida, questa peculiarità è una garanzia di successo.
E infatti per il 91% del campione intervistato le emoji rendono più rapida e leggera la “conversazione”.
Ma tenetevi forte: per il 58% i cinque emoji più popolari (la faccina che piange dal ridere nella versione dritta e obliqua, il cuore, il pollice levato e il bacio) hanno addirittura “la capacità di potenziare la nostra salute mentale generale”.
Gli emoji e le relazioni sentimentali
Largo spazio anche nelle relazioni sentimentali per le emoji. E non ci riferiamo solo alle faccine sdolcinate che certificano i sentimenti positivi di un individuo verso un altro, ma anche alla loro categoria opposta.
Basti pensare che ben il 30% degli appartenenti alla Generazione Z ha interrotto una relazione proprio inviando un emoji.
Emoji e smart working
In ambito lavorativo, l’uso degli emoji si è intensificato in parallelo con la crescita dello smart working.
E nuovamente, le faccine sono benvenute anche in questo ambito. Infatti il 73% degli intervistati ha ammesso di usare le emoji al lavoro e il 54% di usarle “più spesso rispetto a un anno fa”.
Per il 76% del campione le faccine permettono di condividere idee e progetti rapidamente, per il 61% rendono più efficienti i processi decisionali. E per il 47% accorciano i tempi di riunioni e telefonate.
Il 68% degli intervistati, poi, ha dichiarato di apprezzare quando gli altri usano gli emoji sul lavoro. E ha inoltre affermato che l’uso delle faccine incide positivamente sulla capacità di piacere ai colleghi (per il 72% degli intervistati) e sulla credibilità (59%).
L’inclusività
Abbiamo già parlato della categoria di emoji “Persona”.
Chi usa le faccine vorrebbe che età, razza/etnia, cultura e disabilità fossero i quattro ambiti in cui ci fosse più inclusività.
In generale, l’82% degli intervistati sostiene che “le emoji debbano puntare a rappresentare gli utenti in modo più inclusivo”.
Per il 71% degli utilizzatori americani gli emoji inclusivi possono contribuire a promuovere discussioni positive su questioni sociali e culturali. E il 75% crede che possano contribuire a una maggiore sensibilizzazione rispetto alla diversità.
- Barnes, Natalie (Autore)
Le emoji a maggior rischio di fraintendimento
È nota la solfa per cui, a seconda della generazione a cui si appartiene, si danno alla stessa emoji significati differenti.
Le tre emoji più fraintese sono la faccina con il cappello da cowboy, le ciliegie e la faccina che sorride capovolta.
Ricordiamo che il cappello da cowboy indica senso di esuberanza e avventura. Le ciliegie, oltre all’uso letterale, possono riferirsi a una coppia o a parti del corpo: seno o sedere. La faccina che sorride capovolta significa ironia, autoironia, sarcasmo o dichiarazione di goffaggine.
E quale categoria anagrafica fraintende di più? Sorprendentemente, la Generazione Z (nel 70% dei casi), contro il 60% dei Millennial, il 33% della Generazione X e il 27% dei Boomer.
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