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Ennio Morricone, gli Oscar e la costanza

Un saluto a uno dei più grandi compositori (anche e non solo) per il cinema

Dedico questa musica e questa vittoria all’Oscar a mia moglie Maria“. Così si conclude il discorso con cui Ennio Morricone ritira il suo primo Oscar alla migliore composizione originale, nel 2016. Un premio atteso a lungo, che è arrivato per il suo lavoro su The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Un momento da brividi, in cui ogni appassionato di cinema si è sentito toccato nel cuore.

Ennio Morricone e quell’Oscar tanto atteso

In una cerimonia come quella degli Academy Awards ci sono istanti in cui lo spettatore si rende conto che si sta facendo la storia. Tutto in quella sequenza è magico e incredibile. Da Quincy Jones che annuncia la vittoria del suo “fratellino“, all’immediato abbraccio del grande compositore al collega John Williams, nominato quell’anno per la colonna sonora di Star Wars: Il risveglio della Forza e ricordato dallo stesso Morricone nel suo discorso.

E poi il maestro che si alza e accompagnato dal figlio Giovanni si dirige verso il palco, per prendere in mano quella statuetta. Ed è quando sale le scale che il brivido scorre di nuovo lungo la schiena. È in quel momento infatti che la platea, piena come sempre di celebrità di ogni tipo ed età, si alza tutta in piedi. Le star di tutta Hollywood omaggiano uno dei più grandi di tutti i tempi.

A quel punto Morricone si avvicina al microfono, con il foglio su cui ha scritto il discorso e inizia a parlare. Con gli occhi lucidi e la voce che si rompe per l’emozione ricorda gli altri candidati, chi ha contribuito a realizzare The Hateful Eight e, appunto, la moglie Maria. Un discorso pieno di umiltà, quasi in contrasto con il contesto degli Oscar e soprattutto l’importanza della figura di Ennio Morricone, ma che proprio per questo colpisce direttamente nel vivo.

Più composta, ma altrettanto toccante, la celebrazione per l’Oscar onorario alla carriera nel 2007, ottenuto “per i suoi magnifici e multisfaccettati contributi nell’arte della musica per film“. Nello stesso spirito, il Maestro ha ricordato tutte le persone che lo hanno portato fino a questo riconoscimento. Non solo, ma anche tutte le persone che se lo meritano e ancora non lo hanno ricevuto. Soprattutto però, prima di un romantico ed emozionato saluto alla moglie Maria, ha dichiarato:

Credo che questo premio sia per me non un punto di arrivo, ma un punto di partenza per migliorarmi al servizio del cinema e al servizio anche della mia personale estetica sulla musica applicata“.

È proprio in quella umiltà (che caratterizza anche il necrologio che lui stesso ha scritto e che circola in queste ore) e soprattutto nell’emozione che traspare da questi discorsi che si vede la grandezza di Morricone. È il segnale che fa comprendere quanto fosse grande la passione di quest’uomo per la musica e i sentimenti che riesce a trasmettere. Un uomo che ancora all’età di quasi ottant’anni, dopo una carriera di successi era pronto ancora a impegnarsi per migliorare.

Non si tratta solamente un discorso di riconoscimenti raccolti sul percorso (anche se sono tanti ed eccezionali). L’impatto che Morricone ha avuto sulla nostra cultura è incredibile, riuscendo a lasciare un segno che non dimenticheremo mai.

Perché le musiche create da questo grande maestro hanno il potere di trascendere. Riescono a essere una parte integrante delle pellicole in cui sono presenti e di trasformarle. Le sue note si posizionano al fianco delle immagini le avvolgono e brillano tanto quanto loro. E così nasce un incrocio indissolubile capace di toccare le corde giuste ed installarsi nella mente dello spettatore. Una potenza che a volte permette a loro di librarsi in volo libere, ritagliandosi un posto nella cultura popolare a sé, slegate dall’opera per cui sono nate. Una magia che riesce solamente ai compositori più grandi ed Ennio Morricone è a pieno diritto uno di questi.

Un titolo guadagnato con la costanza

ennio morricone addioLa cosa incredibile nel ripercorrere la carriera del maestro sta nel suo continuo impegno e ricerca, ma soprattutto nella sua capacità di essere riuscito a creare tanti capolavori. Nello scorrere l’elenco di titoli a cui ha contribuito si trovano opere di ogni tipo, che hanno plasmato la storia del cinema e di conseguenza della nostra società.

Certo, ci sono i grandi classici dello spaghetti western, da quelli di Corbucci a quelli dell’amico Sergio Leone, con cui ha formato un sodalizio artistico eccezionale. Ma ci sono anche le collaborazioni con Pasolini, con Bertolucci (compreso il monumentale Novecento), con Dario Argento e ancora Elio Petri nella trilogia della nevrosi o Tornatore per Nuovo Cinema Paradiso, La leggenda del pianista sull’oceano e tanti altri lavori. E poi spuntano titoli altrettanto significativi per la settima arte come The Untouchables – Gli intoccabili di Brian De Palma, Mission di Roland Joffé, La cosa di John Carpenter e la lista continua, senza fermarsi al solo mondo del cinema, toccando virtualmente ogni ambito della musica.

Insomma, oggi il mondo dice addio a un uomo che ha letteralmente fatto la storia. Il suo contributo all’arte è stato fondamentale e l’impatto del suo lavoro si sentirà ancora a lungo. Un grande maestro, che il mondo ricorderà per sempre e che vogliamo celebrare con un’ultima citazione. Si tratta di una frase tratta da un’intervista avvenuta in seguito alla vittoria dell’Oscar nel 2016 in cui Ennio Morricone parlava, ancora una volta, dell’amata moglie Maria:

Nell’amore come nell’arte la costanza è tutto. Non so se esistano il colpo di fulmine, o l’intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata“.

E davanti a queste parole d’ispirazione, non resta che dire “Grazie di tutto, Ennio Morricone“.

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