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Gli eserciti della cyber war, da Anonymous ai militari

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L’invasione dell’Ucraina da parte Russa ha scolpito nei nostri occhi immagini terribili di violenza sui vari fronti, ma mentre le truppe avanzano ci sono altri eserciti che si affrontano in una cyber war. Gli attacchi informatici da parte russa sono iniziati prima ancora dell’ingresso delle truppe in territorio ucraino. E il fronte telematico che si oppone all’avanza russa è fatto da gruppi volontari come Anonymous e non solo. Tracciare una mappa del conflitto cibernetico risulta difficile. Ma in questo articolo proviamo a raccogliere le informazioni sulle varie parti in guerra.

Da Anonymous ai servizi segreti, gli eserciti della cyber war fra Russia e Ucraina

Negli ultimi giorni sono aumentati gli attacchi DDoS, che mandano offline i servizi internet sovraccaricandoli di richieste. Ma anche la diffusione di malware del tipo data wiper, per cancellare i dati di reti e dispositivi strategici. Ci sono diverse azioni strategiche, come il bloccare l’accesso ai satelliti spia russi o il supporto delle ferrovie bielorusse. Ma anche azioni dimostrative, come il pubblicare informazioni sul conflitto sulle TV russe oppure scrivere insulti rivolti a Putin nelle stazioni di ricarica per le auto elettriche.

Tracciare una mappa delle parti in conflitto risulta complicato. Da un lato, la mano dei servizi segreti russi si nasconde dietro gruppi hacker e nasconde i colpi portati a segno dagli avversari. Dall’altro, la rete di hacker protegge se stessa dietro l’anonimato, rendendo difficile identificare quale gruppo ha portato a segno un’offensiva. E lasciando il sospetto che possano esserci anche entità governativa che attaccano la Russia dietro la maschera di Anonymous. Essere precisi quindi è difficile. Ma alcuni nomi stanno emergendo nelle ultime due settimane.

Il fronte dei volontari per l’Ucraina (non solo Anonymous)

Il gruppo che in queste ultime settimane ha avuto la luce della ribalta senza dubbio è Anonymous. Dopo aver dichiarato guerra a Putin, specificando di non voler colpire la popolazione russa, dall’inizio dell’invasione ogni giorno il gruppo porta a termine diversi colpi contro il Cremlino. (Qui ne parliamo in maniera estesa).

Nato nei primi anni 2000 e diventato celebre per le sue a volte discutibili operazioni di “hacktivismo“, il gruppo ha più volte attaccato istituzioni e personalità politiche in tutto il mondo. Chiunque parteci alle sue chat e nei forum fa di fatto parte di questo gruppo. Anche se spesso le operazioni rivendicate vedono la partecipazione di solo un ristretto gruppo di esponenti.

Durante il conflitto fra Russia e Ucraina hanno più volte utilizzato attacchi DDoS per mandare offline dei siti governativi. Ma hanno anche portato a termine operazioni più sofisticate, come accedere ai servizi di streaming e alle TV russe per mostrare immagini del conflitto alla popolazione, aggirando la censura di Mosca. E sembra che stiano preparando “qualcosa di grosso” per i prossimi giorni.

Gli altri gruppi volontari

Sono volontari anche gli hacker della IT Army for Ukraine, che il vicepremier ucraino Mykhailo Fedorov ha chiamato alle armi cibernetiche su Twitter. Che coordina le operazioni su un canale Telegram con oltre 300 mila utenti. Hanno effettuato diversi attacchi DDoS nei giorni passati.

Un altro collettivo che ha rivendicato diverse operazioni nelle ultime giornate di cyber war sono i CyberPartisans bielorussi, schierati con gli eserciti volontari a favore dell’Ucraina. Un gruppo fatto da meno di venti persone, secondo quanto riportano fonti attendibili. Ma che ha esperienza e ha già messo a segno due colpi ai sistemi gestionali delle ferrovie bielorusse, per rallentare i rifornimenti russi. E lo hanno fatto utilizzando ransomware che hanno bloccato il sistema per diverso tempo.

E poi ci sono tanti altri volontari, veri e propri membri di una “intelligence open source” che stanno mettendo in luce i crimini di Putin. Lo studente dell’Università dell’Alabama Justin Peden, con lo pseudonimo IntelCrab, sta tenendo traccia e documentando i crimini di guerra compiuti dal Cremlino mentre avanza in Ucraina. E insieme a lui tanti volontari e anche agenzie investigative come Bellingcat, che ha documentato anche la guerra in Crimea e in Siria.

Secondo gli analisti, solo oltre 50 i gruppi hacker schierati a favore dell’Ucraina.

Gli eserciti della cyber war: le truppe del Cremlino

Tanti anche i gruppi a sostegno dell’invasione russa. Fra questi Wizard Spider, i creatori del famigerato ransomware Conti. Che hanno dichiaro la discesa in campo a sostegno di Mosca. Il gruppo ha minacciato di colpire le infrastrutture critiche di chi agirà contro la Russia. Ma questa discesa in campo è già costata caro: sono finiti online le chat del gruppo, che fra l’altro testimoniano la loro stretta relazione con i servizi segreti di Mosca. Sembra sia stato un ex-membro dei Wizard Spider di origine ucraina a vendicarsi della discesa in campo a sostegno della Russia.

Ci sono poi altri gruppi russi che si sono schierati a sostegno della Russia. Carola Frediani sulla newsletter Guerre di Rete parta dei ‘patrioti russi’ di XakNet, oltre a Killnet che “riprende modi alla Anonymous ma contro Anonymous”. E poi un gruppo con membri che “parlano arabo e sono attivi dal 2021” che sostiene la Russia.

Le truppe informatiche di Mosca

Ma come fa notare Repubblica, Mosca ha da sé un arsenale informatico clamoroso. Dall’inizio dell’invasione, ha lanciato diversi attacchi diretti, come quello che ha provocato il blackout di Kyiv o il malware NotPetya, che ha colpito le reti ucraine. Ci sono poi stati i data wiper come Hermetic Wiper che sono arrivati pochi giorni prima dell’invasione, per creare disguidi tecnici e bloccare le reti di comunicazione dell’esercito di Kyiv. E gli attacchi contro l’Ucraina sono iniziati mesi fa.

Le agenzie americane ed europee credono che dietro questi attacchi non ci siano attori improvvisati, ma le spie del GRU russo, il servizio di intelligence militare. Gruppi come Fancy Bear e Voodoo Bear hanno la divisa e ricevono addestramento militare. Per poi sedersi davanti al computer per creare malware e attacchi informatici di vario tipo per supportare l’azione militare.

Anche gli Stati Uniti e i principali alleati dell’Ucraina hanno reparti simili, ma non al momento non si espongono direttamente per evitare un conflitto totale. La cyber war dopotutto è guerra, con effetti strategici che potrebbero portare a un escalation del conflitto. E anche se non hanno l’impatto tragico delle armi distruttive che stiamo purtroppo vedendo in questi giorni, l’impatto delle loro azioni può farsi sentire. Con conseguenze sempre difficili da prevedere: vi terremo informati su questo fronte informatico in continua evoluzione.

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