Facebook ha deciso di iniziare a inserire della pubblicità in alcuni giochi e applicazioni utilizzabili sui sistemi Oculus Quest, i visori per la realtà virtuale sviluppati dall’azienda. Il primo gioco con gli annunci all’interno sarà Blaston ma l’azienda ha spiegato che altre due applicazioni, al momento non nominate, saranno parte del test. L’azienda ha annunciato che espanderà gli Ads in base ai feedback degli utenti. Ma l’obiettivo è annunciato: creare una “piattaforma autosufficiente” per lo sviluppo in VR grazie alla pubblicità.
Facebook inserisce la pubblicità nella realtà virtuale di Oculus
Il mese scorso Facebook aveva iniziato a inserire degli annunci nell’app Oculus per smartphone. E dal 2019 utilizza alcuni dei dati raccolti in Oculus per “targettizzare” la pubblicità che poi vediamo su Instagram e Facebook. Ma questa è la prima volta che annuncia di inserire gli Ads direttamente nella piattaforma VR.
Per adesso è solo un test ma le intenzioni sono chiarissime. In un post sul blog, Facebook scrive: “Una volta che avremo visto come vanno i test e avremo incorporato i feedback degli sviluppatori e della comunità, forniremo maggiori dettagli su quando gli annunci potrebbero essere largamente disponibili sulla piattaforma Oculus e sull’app mobile”. Se il condizionale lascia aperta una speranza, il “quando” sottolinea che la decisione è già stata presa.
Dati pubblicitari raccolti in realtà virtuale
Gli annunci in realtà virtuale funzioneranno un po’ come il resto degli annunci sui servizi Facebook. Quindi potete bloccare specifiche pubblicità e aziende che non volete appaiano nel vostro visore in VR. Allo stesso modo, la compagnia ha dichiarato che non cambierà il modo in cui raccoglie e analizza le informazioni. Quindi le policy applicate fino a oggi dovrebbero continuare a essere sfruttate anche nella nuova realtà del mondo degli annunci.
L’azienda assicura che le informazioni più sensibili non lasceranno mai il dispositivo. Le immagini delle telecamere dei visori, le informazioni su peso e altezza raccolte dall’app fitness Oculus Move. Inoltre, l’azienda spiega di “non avere piani” che prevedano l’utilizzo delle registrazioni dell’assistente vocale per vendere pubblicità. Anche se in questo caso sembra essere un diniego solo temporaneo.
Per la pubblicità l’azienda utilizzerà tutte le informazioni del profilo Facebook oltre a “i contenuti visti, installati, attivati o sottoscritti in abbonamento su un app Oculus. Oppure se avete aggiunto un app al carrello o alla wishlist, se avete iniziato il checkout oppure concluso un acquisto sulla piattaforma Oculus. E infine, se avete visto, salvato o cliccato su un annuncio all’interno di un’app di terze parti”. In poche parole, qualsiasi attività che abbiate fatto in realtà virtuale, esclusi i dati rilevati dai sensori.
Per Facebook la realtà virtuale è il mercato di domani, pubblicità inclusa
Quando trovate un annuncio in realtà virtuale, potete cliccarlo o salvarlo per dopo, il che apre una scheda web nell’app mobile per quando uscite dall’esperienza VR. Gli sviluppatori prenderanno una percentuale per inserire le pubblicità nei propri giochi e nelle proprie app. Ma Facebook non ha voluto rivelare in quanto consiste.
Il piano di Facebook per commercializzare il VR non è ancora determinato. L’azienda sta lasciando spazio per test e ripensamenti. Per esempio non sappiamo se gli annunci arriveranno mai nella Oculus Home né quali partner hanno deciso di aderire al test, se non per il gioco Blaston. Inoltre, se l’esempio mostrato da Facebook sembra semplicemente un cartello in un videogioco, l’azienda dice di essere al lavoro su “annunci non intrusivi come un nuovo modo per gli sviluppatori per creare business“. Che suona molto subdolo: potrebbe diventare difficile capire cosa è pubblicità e cosa parte del gioco o dell’app.
Le aziende hanno usato la VR e l’AR per pubblicità da un po’ di tempo, offrendo per esempio esperienze immersive per testare i mobili di casa o creando giochi ad hoc per lanciare un prodotto. Ma quello che sta lanciando Facebook è qualcosa di molto più grosso. L’azienda dice che la pubblicità in Oculus è “un componente chiave per creare una piattaforma autosufficiente che possa supportare una varietà di modelli commerciali per sbloccare nuovi tipi di contenuti e pubblico. Inoltre ci aiuta a continuare a creare innovativi hardware AR/VR che siano più accessibili a più persone”.
Questo significa che l’azienda, che ha comprato Oculus nel 2014, vuole ora trasformare in una macchina da soldi anche la VR, come ha fatto con il mondo dei social da dopo il lancio di Facebook. Non sta cercando solo di guadagnare qualcosa in più oltre al prezzo dell’hardware: sta creando un nuovo mercato. Con possibilità di business che non si possono prevedere oggi. Proprio come nel millennio scorso era impensabile che un’azienda software superasse i mille miliardi di dollari di valore.
Non possiamo sapere se l’ambizioso progetto di Facebook avrà successo. Ma di sicuro sappiamo che, presto, non potremo scappare dalla pubblicità nemmeno entrando in una nuova realtà.
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