Forse vi sembrerà strano, ma il settore della robotica e quello dei fast food sono strettamente legati tra loro. In realtà, lo sono più ampiamente quello della tecnologia e di McDonald’s, che già dalle sue origini ha puntato su importanti innovazioni che gli hanno permesso di distinguersi. Ma ora questo legame si è fatto più forte, soprattutto considerando che la manodopera globale sembra scarseggiare per via della pandemia. E che le catene di fast food si stanno rivolgendo ai robot per assicurare il servizio ai clienti. Insomma, il nostro hamburger potrebbe essere cucinato da un robot. Che ci sarebbe di male, in tal caso?
Fast food: i robot cucineranno i nostri hamburger
Sappiamo bene che la pandemia ha avuto effetti negativi sulla ristorazione. D’altronde, la chiusura dei locali non ha certo facilitato ristoranti e fast food nella loro attività. E la ripresa non è stata affatto semplice, soprattutto considerando che la manodopera globale è in forte carenza. L’industria della ristorazione statunitense, ad esempio, si è trovata a corto di 1.2 milioni di dipendenti, di cui molti rimasti a casa con i sussidi di disoccupazione e altrettanti decisi a riqualificarsi per un lavoro diverso.
Ad oggi, infatti, il tasso di partecipazione alla forza lavoro è ai livelli più bassi mai raggiunti dagli anni Settanta ad oggi. Non stupisce, infatti, che McDonald’s abbia offerta 50$ ai candidati solo per essersi presentati ad un colloquio di lavoro. E anche i dipendenti che invece lavorano non sembrano essere troppo contenti della condizione che vivono. Qualche tempo fa, ad esempio, il Direttore Generale e i dipendenti di un Burger King si sono dimessi tutti in blocco. Insomma, non ci sono lavoratori disposti a trascorrere ore nei fast food statunitensi, e questo sta mandando in crisi i responsabili dei punti vendita.
La soluzione adottata da moltissimi fast food, però, è incredibile: impiegare robot nel processo di ordine, preparazione e consegna del cibo. A Chicago, ad esempio, ben 10 sedi McDonald’s utilizzano software di intelligenza artificiale per prendere ordini al drive-in. La catena statunitense White Castle, invece, ha recentemente dichiarato che aggiungerà Flippy, la griglia ideata da Miso Robotics, nelle sue sedi. E ancora, di recente Hyundai Robotics ha annunciato una collaborazione con KFC per lo sviluppo di un robot dedicato alla cottura del pollo.
Ma anche il fronte delle consegne regala incredibili novità. Grubhub ha di recente collaborato con lo sviluppatore di veicoli autonomi Yandex per implementare robot per la consegna di cibo nei campus universitari degli Stati Uniti. E anche Domino’s, che ora si autodefinisce “un’azienda tecnologica che vende pizza“, ha investito in auto autonome per la consegna della pizza. E questi sono solo alcuni esempi di una situazione che diventerà oramai abituale. D’altronde, l’uso dei robot all’interno dei fast food dovrebbe aumentarne l’efficienza e la produttività. Oltre al fatto che sono disposti a lavorare per molte ore consecutive, non si sognerebbero mai di partecipare ad uno sciopero.
Tutto questo, però, richiederà un ingente investimento di denaro. Emergen Research stima che il mercato globale della tecnologia alimentare raggiungerà i 342 miliardi di dollari entro il 2027. Certo, le aziende dovranno spendere solid, ma solo per assicurarsi profitti notevolmente migliorati. Ma questo solleva un’altra domanda: che fine faranno i lavoratori attualmente impiegati nei fast food? Al momento, sono quasi 5 milioni i dipendenti statunitensi del settore. E non tutti saranno felici di cedere il proprio posto al robot Flippy. Detto questo, forse il connubio robotica-ristorazione potrebbe essere utile per la crescita del settore. Ma lo scopriremo solo nel prossimo futuro.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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