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500 milioni di account LinkedIn violati. Interviene il Garante per la Privacy

I dati sono già in vendita sul dark web, con tanto di offerta speciale

Furto di dati anche per LinkedIn. Dopo i 533 milioni di account violati su Facebook ne arrivano altri 500 sulla piattaforma acquistata da Microsoft nel 2016. I dati sono già in vendita sul dark web e sembrerebbero comprendere indirizzi email, numeri di telefoni, dettagli personali e altro ancora.
Tutto questo ha portato all’apertura di un’istruttoria da parte del nostro Garante della Privacy.

Furto dati su LinkedIn: il punto della situazione

furto dati linkedin cosa è successo

Non c’è pace ultimamente per chi utilizza i social network. Settimana scorsa siamo stati travolti dalla grave violazione ai danni di Facebook e oggi a quanto pare è il turno di LinkedIn.

Al momento no c’è un diretto responsabile e nemmeno una spiegazione chiara di come sia stato possibile. Quello che sappiamo è che sono stati sottratte le informazioni di 500 milioni di profili LinkedIn. Una cifra esorbitante che stupisce ancora di più se paragonata ai 740 milioni di iscritti alla piattaforma. In sostanza buona parte degli account sono stati vittima del furto.

I dati risultano già in vendita sul dark web, con tanto di offerta speciale: 2 dollari per scaricare 2 milioni di dati come campione. Una volta appurata la bontà dei file, è possibile comprarsi tutto il database con 1.800 dollari. Pochi? In realtà il giusto prezzo.

Dato che i dati trapelati non contengono dettagli di carte di pagamento e password, hanno meno valore e non saranno comunque venduti per molto sul dark web. Tuttavia, contengono informazioni personali di valore (informazioni sul posto di lavoro, email, link ad account sociali), ed è per questo che non sono stati resi pubblici gratuitamente”, ha commentato Candid Wuest, VP of cyber protection research di Acronis, azienda leader nella Cyber Protection.

La risposta di LinkedIn non è tardata ad arrivare. L’azienda ha dichiarato che non c’è stato alcun data breach ma solo il cosiddetto scraping. Cosa significa? In sostanza nessuno sembra aver violato effettivamente LinkedIn. Gli hacker hanno utilizzato invece un software che estrapola informazioni visibili a tutti quanti.
Non si parla quindi di un vero e proprio furto, almeno secondo l’azienda.

Sia chiaro, questo non rende meno pericoloso l’evento. Nel database troviamo ID, nomi, indirizzi email, numeri di telefono e molto altro ancora che possono essere utilizzati per tentare di violare gli account, per email di phishing e molto altro ancora.

L’istruttoria del Garante della Privacy

furto dati linkedin garante della privacy

Alla luce di quanto avvenuto, il Garante della Privacy ha deciso di aprire un’istruttoria nei confronti di LinkedIn per questa enorme violazione.

Inoltre, l’Autorità ha previsto un provvedimento per dissuadere dal diffondere i dati coloro che ne sono entrati in possesso, evidenziando come l’eventuale utilizzo possa portare conseguenze di carattere sanatorio.

Furto dati LinkedIn: cosa fare?

LinkedIn non sembra al momento intenzionata ad avvisare gli utenti vittime del furto. Questo però non significa che non possiate fare nulla. Vi suggeriamo di monitorare con attenzione il vostro account, la mail ad esso collegata e così il numero di telefono.
E’ inoltre buona norme modificare la password per motivi di sicurezza, optando per qualcosa di complesso e non facilmente deducibile dai vostri dati personali.

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Source
The Verge

Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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