“Ero lì quando è stato assassinato Giulio Cesare, o alla battaglia di Waterloo. Ero con Sandokan e Yanez mentre correvano con il loro praho i mari malesi, con d’Artagnan mentre duellava con il barone de Winter, con l’Uomo Mascherato che perdutamente inseguiva Diana Palmer, e persino con Renzo e a Lucia in fuga sul lago di Como.”
Sono parole di Umberto Eco, con le quali il celebre semiologo e scrittore ha spiegato perché leggere allunga (o moltiplica) la vita.
Oggi, 23 aprile, i lettori di ogni angolo del pianeta possono festeggiare, perché si celebra la Giornata mondiale del libro.
Ma quando è nata questa ricorrenza, e perché cade proprio il 23 aprile? E cosa dicono i recenti sondaggi sulla lettura? È legittimo lamentarsi del fatto che non si legge più, che in Italia si legge meno rispetto al resto del mondo, eccetera eccetera?
Andiamo con ordine.
La Giornata mondiale del libro (e delle rose)
Oggi, 23 aprile, si celebra la Giornata mondiale del libro. La cui vera denominazione è “Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore”.
Se il significato di questa definizione estesa è immediatamente chiaro, meno lo è l’altro modo in cui viene chiamata la ricorrenza: Giornata del libro e delle rose.
Cosa c’entrano le rose con i libri? È presto detto. In Catalogna una giornata del libro si festeggiava già all’inizio del Novecento, ma il 7 ottobre. È stato il Re Alfonso XIII nel 1926 a estenderla a tutta la Spagna, e contemporaneamente a spostare la data al 23 aprile, giorno di San Giorgio, patrono della Catalogna. Alfonso XIII, che ha regnato sino al 1931, ha istituito così la Giornata del libro e delle rose. Perché in occasione della festa di San Giorgio le donne catalane venivano omaggiate di rose, che secondo la leggenda sarebbero nate dal sangue sgorgato dal drago ucciso appunto da San Giorgio.
E così, il 23 aprile i librai della Catalogna regalano una rosa per ogni libro acquistato.
La scelta della data
Ma perché la Giornata mondiale del libro si celebra il 23 aprile? E quando è diventata globale?
Per quanto riguarda la prima risposta, va detto – come abbiamo ricordato lo scorso anno – che il 23 aprile del 1616 è stato il giorno in cui, curiosamente, sono morti tre grandi scrittori. E cioè Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Garcilaso de la Vega.
Per quanto riguarda l’estensione della ricorrenza a livello planetario, occorre riandare al 1995, quando la proposta è stata avanzata da 12 Paesi alla Conferenza Generale dell’UNESCO a Parigi. Proposta accolta subito favorevolmente: oggi la Giornata mondiale del libro è ufficialmente istituita in oltre 100 nazioni, e moltissime sono le manifestazioni, gli eventi e le campagne promozionali, con l’obiettivo di diffondere il piacere della lettura.
I libri, i lettori
Sacrosanta la Giornata mondiale del libro. Ma: i lettori? Ci sono, quanti sono, dove sono?
In realtà i dati dell’Aie (Associazione Italiana Editori) riferiti 2021 sfatano il luogo comune secondo cui nel nostro Paese si leggerebbe poco. Il report dell’Aie ci dice infatti che l’Italia è addirittura il sesto mercato librario al mondo, con 3,1 miliardi di euro di fatturato. Le copie vendute sono state 115,6 milioni (+18% rispetto allo scorso anno), e i libri pubblicati hanno fatto segnare un +22%.
Le vendite degli e-book, che non hanno mai avuto un vero successo, sono invece calate del 5,6%. Mentre un mercato in forte ascesa è quello audio: non solo per quanto riguarda gli audiolibri (con un sontuoso +37% ma anche per i podcast).
E i giovani?
La Giornata mondiale del libro ci permette di sfatare un altro mito: quello dei giovani che leggono poco.
Un’indagine della piattaforma di apprendimento online GoStudent ci dice che, nei mesi della pandemia, il 51% dei giovani italiani dagli 11 ai 18 anni ha letto più libri, mentre solo l’8% ha rallentato il ritmo delle proprie letture.
L’analisi è stata condotta in Italia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Grecia, Turchia e Messico. Purtroppo, in questo specifico caso il nostro Paese è fanalino di coda: solo 3 ragazzi su 10 leggono almeno un libro al mese, e il 10% dei giovani non ha letto più di due libri nel corso del 2021. Ma c’è un virtuoso 2% che ne ha letti più di 50.
Abitudini vecchie e nuove
Sempre Umberto Eco ricordava che l’oggetto libro, così come le stoviglie o il martello e il chiodo, sono nati già perfetti, dunque non modificabili nei suoi elementi essenziali. Molti tradizionalisti, dunque, guardano con sospetto i libri in edizione digitale.
Ma le vie della modernità sono infinite. Ed ecco quindi che da qualche tempo esiste la figura del book stylist, chiamato a consigliare ai vip quale libro ostentare nelle occasioni mondane, per mostrare di essere à la page. Chissà poi se, il personaggio famoso in questione, quel medesimo libro avrà voglia anche di leggerlo.
Noi ci permettiamo di consigliarvi di frequentare le piccole librerie di quartiere, spesso gestite da persone assai competenti e felici di darvi consigli di lettura spesso lontani dal mainstream.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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