Il Pixel 2, smartphone di casa Google è stato nelle ultime ore oggetto di indiscrezione: è spuntato fuori, infatti, un prototipo dello smartphone con scansione dell’iride.
Pixel 2 di Google e iris scanner, quanto c’è di vero
In realtà tutto: la curiosità è stata pubblicata su Twitter da Internal Archive.
Nel tweet possiamo vedere quello che sembra essere un normalissimo Pixel 2, ma, con un po’ più di attenzione, ci si accorge che la canonica selfiecam da 8 MP posizionata a sinistra è stata sostituita con una frontale con filtro IR.
Sul lato destro, invece, si trova un LED IR.
Non dovrebbe stupire che un produttore di hardware come Google abbia “giocato” con un proprio prodotto.
Le intuizioni, le idee, ciò che poi viene realizzato, passano proprio per prove ed errori e questo prototipo ne è una dimostrazione.
Il Pixel 2, infatti, è vecchio di almeno 5 anni. Questo significa che già nel 2017 Google stesse pensando seriamente di montare un lettore dell’iride nel proprio smartphone.
Nelle immagini, infatti, possiamo vedere un’app chiamata “IrisDemo” per registrare le proprie iridi inquadrandole nei due cerchi presenti sullo schermo.
Il tutto è ovviamente a uno stato basico: lo stesso Pixel in foto, per esempio, monta come sistema operativo un AOSP, una versione molto vuota di Android.
Cosa è successo dopo
Tuttavia tale sperimentazione non ha visto montare né sul Pixel 2 né sui recenti Pixel 4 e Pixel 7 uno scanner dell’iride.
Tutt’al più Google ha puntato sul sistema Soli per il riconoscimento del viso e relativo sblocco dello smartphone.
C’è da dire, però, che Soli serve unicamente per lo sblocco del Pixel e non per le app protette da autenticazione biometrica o per effettuare pagamenti.
Chi invece ha puntato e investito sullo scanner dell’iride è stata la Samsung
L’esperienza di Samsung con lo scanner dell’iride
Già nel 2017 c’è stato il primo esperimento con la commercializzazione del Galaxy S8. Il processo era molto simile a quello che possiamo vedere nel prototipo del Pixel 2: allineare le proprie iridi ai cerchi sullo schermo per poi procedere con la scansione.
I risultati, però, non sono stati del tutto soddisfacenti, in quanto i possessori dello smartphone sono riusciti a trovare il modo per bypassarlo.
Quindi la Samsung ha pensato bene di riprovarci con il Galaxy S9, combinando il riconoscimento dell’iride con l’autenticazione biometrica.
Quest’unico metodo di blocco è stato chiamato “Scansione Intelligente”.
Così facendo Samsung ha risolto le problematiche relative allo sblocco del telefono e ai pagamenti.
In ambiente con poca luce, infatti, la scansione dell’iride sostituisce quella del viso. Al contrario, in ambienti troppo luminosi il riconoscimento facciale sostituisce quello dell’iride.
Per i pagamenti, invece, viene attivata prima la scansione dell’iride e poi quella del volto.
A ogni modo dobbiamo riconoscere che quanto pubblicato da Internet Archive è estremamente affascinante e la riflessione sorge spontanea: chissà quanti altri curiosi prototipi esistono al mondo di cui ignoriamo l’esistenza?
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