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Il progetto “ShareArt” per monitorare come il pubblico percepisce le opere d’arte

ENEA e Istituzione Bologna Musei stanno unendo le forze per sperimentare un nuovo sistema di studio di fruizione dell'arte, "ShareArt".

L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico, ENEA, l’Istituzione Bologna Musei stanno lavorando per la creazione di ShareArt, che, basandosi su applicazioni di Intelligenza Artificiale e Big Data, svelerà la diversa percezione delle opere d’arte. Ciò è di grande e attuale interesse per la Regione Emilia-Romagna, impegnata a realizzare un ambizioso progetto per concentrare nel Tecnopolo di Bologna una potenza di calcolo e un expertise di supercalcolo, Big Data e Intelligenza Artificiale di rilevanza internazionale.

Sviluppato a partire dal 2016, ShareArt riesce a “misurare il gradimento” di un’opera d’arte attraverso la condivisione di molteplici informazioni. Lo fa non interrogando i fruitori dell’opera, bensì monitorando la registrazione nel tempo di alcuni indicatori. Si rivela utile anche in tempi di pandemia, poichè rilevando il corretto utilizzo della mascherina, ripristina il corretto distanziamento fra visitatori.

“Attraverso una telecamera il sistema ShareArt rileva automaticamente i volti che guardano nella sua direzione acquisendo, contestualmente, una serie di informazioni relative al comportamento nell’osservazione delle opere d’arte come, ad esempio, il percorso compiuto per avvicinarsi all’opera, il numero di persone che l’hanno osservata, il tempo e la distanza di osservazione, il genere, la classe di età e lo stato d’animo dei visitatori che osservano. L’applicazione al mondo dell’arte di questo sistema, che cambiando la prospettiva rivolge la telecamera dall’opera verso il pubblico in modo che rilevi i volti che la osservano all’interno di un percorso museale, in una mostra temporanea, in una galleria o in un sito archeologico, consente di monitorare, tramite la generazione di dati oggettivi, il gradimento e la fruizione da parte dell’osservatore dell’opera e degli spazi antistanti la stessa”, spiegano i quattro esperti ENEA Stefano FerrianiGiuseppe MarghellaSimonetta Pagnutti e Riccardo Scipinotti, sviluppatori del progetto.

Come opera ShareArt

ll sistema si compone di una serie di dispositivi di acquisizione dati che, provvisti di telecamera, raccolgono le informazioni e le inviano a un server centrale per l’elaborazione. Un’applicazione web consente poi la consultazione dei dati.

Per l’avvio del progetto a Bologna sono state individuate le Collezioni Comunali d’Arte del Palazzo d’Accursio. I primi dispositivi, installati all’interno del percorso espositivo nel luglio 2020, hanno permesso di strutturare una più estesa rete di monitoraggio che, a pieno regime, andrà ad interessare complessivamente 20 opere dello stesso museo. Con tale numero significativo di 20 dispositivi, uno per ogni opera selezionata, si potranno raccogliere dati sufficienti per valutare oggettivamente il comportamento dei visitatori.

Di sicuro questa nuova analisi artistica segna l’inizio di nuove metodologie di studio della società ma anche nuove possibilità di conoscere il nostro patrimonio senza sottovalutare il valido aiuto che la tecnologia può fornirci nel farlo.

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