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Un’influencer crea il proprio avatar che chatta con voi (al costo di un dollaro al minuto)

La giovane americana ha già guadagnato 76.000 dollari

Il detto vuole che la necessità aguzzi l’ingegno. Ma qui si dovrebbe dire che pure i chatbot conversazionali, quanto a far prendere decisioni intelligenti e redditizie, non scherzano.

Nelle ultime settimane, non si fa che parlare di due declinazioni dell’intelligenza artificiale destinate a entrare in modo sempre più intimo (e forse invadente) nelle nostre vite. Anzi, si tratta di due declinazioni dell’IA generativa (quella cioè in grado di creare nuovi contenuti).

Uno è il deepfake, la capacità cioè di produrre immagini e video verosimili partendo da una descrizione testuale. E l’altro è appunto l’universo dei chatbot conversazionali (ChatGPT e affini, tanto per capirci). In grado di dialogare in maniera assai persuasiva, addirittura modellando le proprie risposte sul profilo psicologico dell’interlocutore.

Le declinazioni dell’uno e dell’altro approdo sono così varie e sfaccettate che non entriamo nemmeno nello spinoso dibattito (a cui abbiamo dedicato una folta quantità di articoli).

Come per ogni cosa, è intuitivo che anche dell’intelligenza artificiale generativa si può fare un uso virtuoso o perverso. Oppure, come è capitato a Caryn Marjorie, un uso assai astuto e conveniente.

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L’influencer che crea il proprio avatar

Ma chi è Caryn Marjorie?

È un’influencer ventitreenne con un seguito notevole su Snapchat: oltre 1,8 milioni di follower.

E, avendo anche ottimi seguiti sugli altri social, la giovane si è trovata in difficoltà. Dura la vita, per chi deve creare contenuti, chattare, rispondere ai commenti (specie se di un pubblico è così vasto), e più in generale mantenere interesse intorno alla propria figura.

E così, Caryn Marjorie ha concretizzato il sogno di noi tutti. Che, prima da studenti e poi da lavoratori, chissà quante volte abbiamo immaginato un sosia che si facesse interrogare di scienze, o che sistemasse le scartoffie dell’ufficio, al posto nostro.

Ebbene: la giovane influencer ha creato il proprio avatar, che chatta in sua vece con i clienti. Ma non finisce qui.

Chat a un dollaro al minuto

E dunque l’influencer ha creato il suo avatar. Lo ha fatto tramite Chat-GPT4 e, con uno sforzo di fantasia… relativo, l’ha chiamato Caryn AI.

L’avatar, simile all’influencer sia esteticamente che nella dialettica, intrattiene conversazioni romantiche con i più fedeli tra i follower di Caryn Marjorie.

Fedeli davvero: per chattare con Caryn AI bisogna sborsare un dollaro all’ora.

Nonostantante appaia come paradossale, l’iniziativa ha già avuto un buon successo: più di 1.000 seguaci hanno accettato la compagnia virtuale di un avatar solo simile alla loro influencer preferita. E l’intuizione ha già portato nelle tasche di Caryn Marjorie oltre 76.000 dollari.

Si è stimato che questa attività potrà fruttare alla ragazza sino a 5 milioni di dollari al mese.

Le (onerose) conversazioni con Caryn AI avvengono su Telegram. E questo è lo slogan: “Hai bisogno di qualcuno che ti ami e si prenda cura di te o semplicemente di una persona che ascolti come è andata la tua giornata? CarynAi sarà lì per te, pronta ad ascoltarti. Una conversazione nella quale non sarai condizionato da alcun limite.”

La parola a Caryn Marjorie

Caryn Marjorie, l’influencer che ha creato un avatar a propria immagine e somiglianza, ha spiegato al Washington Post il perché della sua scelta.

I follower, ha detto Marjorie, “finiscono per mandarmi messaggi ogni singolo giorno. Ho iniziato a realizzare circa un anno fa che è umanamente impossibile per me rispondere a tutti questi messaggi, sono semplicemente troppi e mi sento male a non poter dare quella sorta di relazione individuale, uno a uno, a ogni singola persona. Vorrei poterlo farlo, ma semplicemente non riesco”.

Caryn Marjorie azzarda anche motivazioni di assistenza psicologica: “Il mio obiettivo più nobile sarebbe quello di vincere la solitudine odierna delle persone.”

La sicurezza del virtuale

Quest’ultima affermazione va presa con affettuosa distanza.

Capiamo l’esigenza di una ventitreenne di guadagnare da un’attività che, al di là di un impegno tecnico iniziale, immaginiamo non abbia quasi bisogno di alcun tempo o energia. Ma ammantarla anche di altruismo è troppo.

Anzi, gli esperti sono concordi nel ritenere pericolosa questa confusione di reale e virtuale. Fanpage cita ad esempio Robert Brooks, biologo evoluzionista, professore all’Università del New South Wales Sydney.

Secondo Brooks, la frequentazione assidua di chat con una ragazza virtuale “potrebbe compromettere le abilità sociali dei più giovani”. I quali, in sintesi, preferirebbero dialoghi con giovani inesistenti ma che non potrebbero dare risposte inattese e deludenti, piuttosto che affrontare la realtà, con tutti i rischi che essa comporta, primo fra tutti quello di essere rifiutati.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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