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Italiani su Internet: numeri (e divario tra generazioni) in crescita

Lo dice una ricerca di Comscore

La pandemia ha portato (e sta portando) con sé una lunga scia di effetti negativi. Tralasciando quelli più gravi, è ormai una costante presenza che influisce negativamente sulla nostra socialità e sulla tenuta psicologica anche dei più tenaci.

Tuttavia, a ben vedere, un merito può in un certo senso averlo avuto. Quello, cioè, di avere avvicinato gli italiani a Internet. E di aver reso più consapevoli i cittadini nei confronti dell’utilizzo dei servizi online delle Pubbliche amministrazioni e della sanità.

È quanto emerge da una ricerca di Comscore, che ha analizzato le connessioni dei nostri connazionali dal gennaio al novembre del 2021.

Scopriamo così che sono quasi 41 milioni gli italiani che ogni mese si connettono a Internet: si tratta addirittura del 75% della popolazione maggiorenne.

Vediamo più nel dettaglio il report di Comscore che indaga il rapporto tra gli italiani e Internet.

Gli italiani e Internet: numeri in crescita

Il dato sorprende: 40,9 milioni di italiani ogni mese sono in Rete. Il che significa tre maggiorenni su quattro, il 75%.

La crescita è del 6% rispetto al 2019, anche se siamo ancora piuttosto lontani dai numeri di Paesi come Stati Uniti (91%) e Regno Unito (86%).

L’indagine mostra un rapporto stretto tra le abitudini degli italiani su Internet e la pandemia, non solo in un senso quantitativo. Analizziamo meglio questo aspetto.

italiani internet

Gli italiani, Internet e la pandemia

Certo, la pandemia e le relativi restrizioni hanno avuto un ruolo centrale nel solidificarsi della liaison tra gli italiani e Internet. Infatti la ricerca di Comscore mostra come diversi picchi di accesso alla Rete, nel periodo preso in esame, corrispondano ai vari lockdown.

Ma un altro dato mostra un legame anche qualitativo tra la pandemia da Coronavirus, gli italiani e l’accesso a Internet. Dal gennaio al novembre del 2021 sono aumentati vistosamente i clic su pagine in qualche modo inerenti all’emergenza sanitaria in atto. La navigazione è lievitata del 53% per la categoria di siti e portali Government, del 48% per la categoria Education e del 29% per la categoria Health.

Percentuali che crescono ulteriormente per l’utenza over 45: +76% sul Government; +70% sull’Education e +53% sull’Health.

L’appification

I ricercatori di Comscore spiegano che “il Covid 19 si è rivelato un fattore di accelerazione dell’utilizzo di Internet per funzioni di pubblica utilità e nel rapporto con la PA, con un impatto più marcato sulle generazioni mature”.

Ma mentre cresce l’utilizzo Internet per reperire informazioni sulla pandemia, gli italiani (soprattutto i ragazzi) sono sempre fatalmente attratti dalle app. Il fenomeno ha preso il nome di appification, a indicare il tanto (troppo) tempo trascorso sulle applicazioni.

Le dieci app più scaricate sul mercato italiano sono di proprietà del gruppo Meta, di Google e di Amazon. I tre colossi assieme governano il 58% del tempo totale passato online.

Questi dati non si discostano di molto dal rapporto Censis pubblicato lo scorso 6 ottobre, di cui vi abbiamo parlato in un altro articolo.

Gli italiani e Internet: differenze tra generazioni

La ricerca di Comscore sul rapporto tra gli italiani e Internet ci dice che restiamo online mediamente per 2 ore e 37 minuti al giorno.

Il dato, in linea con quello dello scorso anno, fa invece segnare un +12% rispetto al 2019. La fascia dei fedelissimi alla Rete è quella che va dai 18 ai 24 anni, con un consumo medio di 3 ore e 17 minuti. Quasi un’ora di esposizione quotidiana in meno per gli over 45, che rimangono connessi ogni giorno per 2 ore e 25 minuti.

Questa differenza, fa notare la Comscore, sta creando una polarizzazione generazionale delle cosiddette diete mediatiche degli italiani.

Confrontato con i consumi televisivi, l’intrattenimento digitale costituisce il 65% del tempo speso nella fascia 18-24 anni, contro il 16% di chi ha più di 45 anni.

Maggior equilibrio nella fascia d’età tra i 25 e i 34 anni (55% di consumi televisivi contro il 45% di quelli digitali).

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Le parole di Fabrizio Angelini

Così ha commentato la ricerca Fabrizio Angelini, CEO di Sensemakers (rappresentante in esclusiva di Comscore in Italia). Angelini ha detto: “Alla fine del 2021 si consolida la crescita dell’utilizzo di Internet generato dalla pandemia in tutte le fasce d’età e soprattutto su determinate aree di attività che scontavano uno storico ritardo di digitalizzazione nel nostro Paese.

Alcuni fenomeni strutturali, come la progressiva concentrazione del tempo speso sulle applicazioni mobili dei principali player e la differenziazione della fruizione dei contenuti informativi e di intrattenimento su base generazionale, sembrano destinati a caratterizzare l’evoluzione del settore anche nel prossimo futuro“.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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