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La recensione di Saturnalia, un horror che ce le dà…di Santa Ragione

Che l’Italia stia diventando luogo di ambientazione sempre più frequente (anche) per i videogames, è solo un bene. Entrare a far parte di un medium fiorente e in crescente ascesa come quello videoludico ha sicuramente dalla sua parecchi benefici, a partire dalla visibilità offerta al nostro Paese. Oltre che nei film dunque, e ultimamente anche nei documentari, il nostro territorio diventa sempre più frequentemente protagonista di videogiochi. A tal proposito, il nuovo team dall’evocativo nome Santa Ragione ci trasporta in una storia che si lega con la cultura e la mitologia, contestualizzandola in Sardegna. Saturnalia è il titolo affidato a questo progetto, realizzato in collaborazione con Sardegna Film Commission. Abbiamo messo le mani in anteprima sulla versione PC e vi raccontiamo come è stato l’incontro tra la dimensione videoludica e quella storica. Un mito di gioco? Scopriamolo insieme.

Saturnalia, tra santi e falsi dei

Siamo al 21 dicembre 1989 nel villaggio di Gravoi, data non scelta casualmente. I cosiddetti Saturnali duravano circa sette giorni e, tra banchetti e scambi di doni, si aveva anche il momentaneo rovesciamento delle gerarchie sociali. Si trattava di una festa religiosa, che celebrava l’arrivo dell’inverno e per festeggiare il dio Saturno, portatore di abbondanza nei raccolti. Questa divinità veniva rappresentato da una maschera rossa durante la festa, simbolo ripreso anche in Saturnalia. Nel gioco però siamo a Gavoi, un villaggio sì immaginario, ma con luoghi reali riconoscibili. Tra questi, il Museo dell’Arte Mineraria di Iglesias, Su Nuraxi di Barumini, il Castello di Serravalle, e altri ancora.

Accanto a questa attenta ricostruzione dell’ambientazione e cultura locale, non solo nella grafica, ma anche nella colonna sonora, ci addentriamo nella storia di Saturnalia, che narra le vicende che si svolgono a Gravoi. La festa di Santa Lucia si sta avvicinando e ci sarà una sfilata simile al carnevale di Barbagia. Cominciano dunque a incrociarsi i vari filoni narrativi: da una ragazza incinta che vuole andarsene dal villaggio, a un giovane con problemi di dipendenza da sostanze e di ritorno dopo anni, o ancora un giornalista sulle tracce della figura paterna e un’altra ragazza in conflitto con la sua famiglia.

saturnalia 3

Si dipanano dunque quattro diverse storie, tutte però legate dalle difficoltà con le proprie origini, che si ricercano o si desidera abbandonare. Perché allora è un horror? Presto detto: quale migliore occasione di dare avvio alla trama, se non la festa stessa? Proprio in quella serata, si manifestano strane presenze e fatti sinistri accadono. Per sopravvivere non resta che fuggire, oppure rimanere stoicamente e cercare di porre fine a un antico rituale. In questa ottica, bisogna anche risolvere i misteri che circondano il paese e i suoi abitanti.

Una struttura malleabile e un mix di generi

Questi i primi dettagli che ci chiariscono come mai siamo di fronte a un survival horror investigativo in terza persona. Qui le principali missioni da svolgere sono la risoluzione di puzzle ed enigmi in paese, oltre a evitare di farsi uccidere dalle presenze che lo popolano. Non mancano però altri elementi interessanti che determinano una commistione di generi…

saturnalia 1

La struttura del gameplay di Saturnalia è fatta in modo tale da sottoporci a un’avventura sandbox, dove possiamo scegliere quali personaggi guidare e quali missioni portare a termine. Questo avviene grazie a una sorta di selezione spontanea nel corso del gioco e al ritrovamento di documenti e oggetti che sbloccano obiettivi legati ai singoli personaggi, o a tutto il gruppo. Dunque la struttura è libera e non ci sono vincoli di subordinazione a un ordine specifico, se non qualche direttiva prestabilita e, chiaramente, il finale, non essendo a narrativa ramificata e con solo due diversi finali previsti.

Le scoperte fatte di volta in volta sono raggruppate in una sorta di mappa concettuale per visualizzare anche i legami tra gli indizi. Anche l’esplorazione di Gravoi prevede che i personaggi possano ricordare la direzione del luogo in cui si stanno dirigendo. Non manca nemmeno, il classico antagonista stalker che ha come unico obiettivo quello di ucciderci e da cui non possiamo che scappare. Questo ci è consentito finché abbiamo stamina, dunque dovremo nasconderci o distrarre l’essere per farla franca. E se non ce la faremo? Possibilità non remota, ma non preoccupatevi: una nuova visione di Gravoi viene generata, e si ricomincia la partita.

Citazioni storiche e videoludiche in uno stile grafico originale

Lo stile grafico di Saturnalia ci è sembrato piuttosto originale, con l’applicazione del tratteggio incrociato in grafica 3D che offre una resa complessiva simile a quella di un fumetto. Il comparto grafico è fatto di cromatismi forti e da macchie di colore viola che si uniscono al bianco e al nero. Non manca il buio, elemento praticamente necessario in un horror, che ci limita di parecchio la visuale. Oltre a questa soluzione grafica, il dettaglio narrativo è dettato anche da una serie di citazioni, sia storiche, come la presenza di Bettino Craxi su un manifesto appeso a un muro, sia produttive. Il team Santa Ragione infatti si autocita riprendendo un suo titolo precedente, Fotonica, scrivendone il nome su di un cabinato in disuso.

saturnalia 2

Da un punto di vista puramente tecnico invece, ci ha convinto la struttura aperta di gioco, la rigiocabilità stessa delle partite e la scarsa ripetitività del mondo di gioco proposto. Inoltre abbiamo sperimentato una divergenza nelle difficoltà dei task da portare a termine: se da un lato sfuggire alla creatura è parecchio difficile, dall’altro reperire informazioni e scoprire indizi è parecchio facile, quasi elementare.

Infine non dobbiamo necessariamente terminare l’obbiettivo principale di ogni protagonista, e non siamo chiamati a sbloccarli tutti. Vero è però che la persecuzione dei loro scopi è legata allo svelamento del mistero, piuttosto prevedibile nello svolgimento.

La recensione di Saturnalia in pillole

Ancora per poco, Saturnalia sarà disponibile gratuitamente su Epic Store, dunque potete approfittare di questa offerta per gustarvi un punto di vista originale sulla Sardegna e su aspetti culturali specifici. Un motivo ulteriore per dare una chance a un titolo tutto italiano che merita di essere provato, per via della sua struttura aperta e della storia che, per quanto non troppo longeva, è però rigiocabile più volte. Alcune meccaniche sembrano un po’ abbozzate dal punto di vista tecnico, ma il contesto complessivo riesce a smarcarsi da una eccessiva territorialità delle origini del team. Un titolo dunque che si unisce a una produzione italiana sempre più ampia e variegata, e che al contempo fa emergere tratti storici e culturali altrimenti facilmente dimenticabili e posti in secondo piano.

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