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Il Governo alzerà i limiti elettromagnetici per il 5G? Cosa sta succedendo

L’Italia è il Paese con i limiti elettromagnetici più bassi, qualcosa che limita lo sviluppo delle reti 5G. Le compagnie devono infatti installare più antenne, spendendo circa quattro miliardi di euro in più. Il Governo ieri aveva aggiunto nel decreto omnibus prima della chiusura estiva un articolo per aumentarli. ma sembra che invece questo non avverrà.

Limiti elettromagnetici 5G, cosa ha deciso il Governo

A fine luglio, l‘Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) ha gettato già un’ombra sul piano di espansione della rete 5G a Roma. Oltre a ciò, il governo attuale, guidato da Giorgia Meloni, ha deciso di non procedere con l’innalzamento dei limiti elettromagnetici, creando ulteriori incertezze nello scenario del 5G.

Secondo quanto riportato dal Corriere Comunicazioni, il governo ha rinviato la decisione sull’innalzamento dei limiti elettromagnetici dopo la pausa estiva, nonostante questa misura fosse già inclusa nella bozza del Decreto Asset. L’idea era quella di aumentare i limiti di esposizione entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge. Basandosi sulle evidenze scientifiche più recenti e accreditate e nel rispetto delle norme europee.

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Questa decisione sembra influenzata dai lunghi anni di dibattiti e disinformazione che hanno circondato la tecnologia 5G in Italia. Questi dibattiti hanno contribuito a creare un clima di incertezza riguardo agli effetti sulla salute della popolazione, rendendo difficile prendere decisioni definitive e coraggiose nel campo della tecnologia.

Bisogna sottolineare la differenza nei limiti elettromagnetici tra l’Italia e altri paesi europei. La raccomandazione del Consiglio europeo 519 del 1999 stabilisce un fattore di riduzione della potenza di 50 volte, mentre in Italia questo valore è di 5.000. Questa differenza comporta costi aggiuntivi per l’installazione, la gestione e la manutenzione dell’infrastruttura di rete. Inoltre, porta un maggiore impatto ambientale e densità territoriale.

Alcuni paesi europei applicano limiti più elevati o non li applicano affatto. Come ad esempio Olanda, Danimarca e Austria. L’Italia si trova tra le nazioni con limitazioni più restrittive, insieme a Polonia, Grecia, Croazia e Slovenia. Le preoccupazioni sulla salute pubblica sollevate da partiti e associazioni influenzano le decisioni, definendo l’attuale standard “sufficiente per digitalizzare l’Italia”. Le rassicurazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e degli esperti del settore non sembrano tranquillizzare chi si oppone.

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Punto Informatico
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Corriere Comunicazioni

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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