Il panorama indie, come abbiamo visto anche nei precedenti speciali dedicati ai titoli da riscoprire, è ricco di walking simulator. Il team di Giant Sparrow, supportato da Annapurna Interactive, hanno lanciato nel 2017 l’horror What Remains of Edith Finch. Un titolo che in parte ricorda il contesto esplorativo di Gone Home, dobbiamo qui vestire i panni della giovane Edith, in viaggio verso la sua casa natale su un’isola, che ricorda in parte anche Dear Esther. Viviamo qui dunque un’atmosfera onirica e che ci porta ad affrontare un tema difficile e delicato come quello della morte, ma in maniera diversa e quasi innovatrice. Un racconto efficace che ci ha condotti a ripercorrerlo con voi nel nostro speciale “L’indie da scoprire”.
What Remains of Edith Finch, il destino è ineluttabile
Siamo al largo delle coste dello stato di Washington,dove si trova una costruzione piuttosto stravagante e che ha visto passare tre generazioni della famiglia Finch. Di loro però sono morti tutti in giovane età e in modo violento e inspiegabile. Eccezion fatta per una persona, che forse riesce a sconfiggere la credenza tale per cui ci possa essere una maledizione su di loro. Per capire meglio il contesto e cosa è successo alla sua famiglia, Edith ci accompagna nell’esplorazione della casa, attraverso una storia sottile, piena di orrore e della realtà dei fatti che ci viene narrata in modo crudo. Non dovete aspettarvi mostri, morti viventi e colpi di scena orrorifici di questa sorta, ma solo la narrazione di una storia così com’è andata. Vestiamo dunque i panni dei testimoni di un destino ineluttabile e che ci rende impotenti.
What Remains of Edith FInch è un titolo dove predomina l’aspetto esplorativo, come possiamo dedurre anche dal suo genere di appartenenza, senza intromettersi più di tanto nella nella narrazione. Anche da un punto di vista di puro gameplay, i comandi sono davvero pochi e le azioni sono intuitive. Ci possiamo immergere nell’ambiente e nella storia fino a scoprire in modo piuttosto accurato il passato degli undici membri della famiglia Finch. Solo quando Edith trova il ricordo principale, la prospettiva si focalizza sulla persona in questione, cambiando atmosfera e gameplay.
Una storia difficile, dalle meccaniche semplici
Come abbiamo anticipato, il titolo in questione presenta meccaniche e interazione quasi a livello elementare. Non è infatti questo il focus principale del gioco, né negli intenti degli sviluppatori probabilmente, essendo molto più concentrati sullo storytelling puro. Alcune azioni vengono dunque svolte in automatico, non dobbiamo nemmeno esaminare tanti oggetti e dettagli, ancora meno sono gli enigmi che ci coinvolgono in maniera pregnante. Nessuna volontà di distogliere l’attenzione dalla storia principale, nel raccontare l’incontro sempre più vicino con la morte e la caducità della vita. Rimane la sorpresa della scoperta in What Remains of Edith Finch, quella relativa alle storie presenti in questo angolo di produzione videoludica imperdibile.
Il gameplay dunque non presenta aspetti rilevanti, mentre lo è sicuramente di più la vicenda anche della stessa Edith. Questa ci offre una diversa prospettiva che rispetto all’inizio presenta parole più emotive. Una variazione di toni e di approccio nella casa stessa. Questo si percepisce dal passaggio da atmosfere cupe e inquietanti ad altre più leggere, unendo i vari tasselli di un puzzle che abbraccia tre generazioni. Edith offre sì la sua narrazione, ma lascia al giocatore la missione di scoprirne il vero significato. Una storia che si disvela in maniera semplice, passo dopo passo, e che viene lasciata alla nostra interpretazione finale.
Perché giocare ancora oggi a What Remain of Edith Finch
Vale ancora oggi la pena di riscoprire questo titolo per via del suo aspetto più macabro e struggente, per la violenza sottile con cui ci squaderna la sua volontà di affrontare appieno il bene e il male di ogni esistenza. What Remains of Edith Finch è, come suggerisce il titolo stesso, il racconto di quello che rimane di lei, ma anche di tutta la sua famiglia, nel vuoto freddo e nel silenzio implacabile di una casa che non si riempirà più di nessuno di loro. Una maledizione o solo superstizione? Chi si avvicina al gioco avrà sicuramente una sua opinione in merito, ma è sicuramente il caso di riscoprire cosa sta dietro a questo mondo e alla carrellata di emozioni che non possiamo esimerci dal provare.
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