Cari lettori della rubrica, anche oggi parleremo in qualche modo del conflitto tra Russia e Ucraina, ma in un modo leggero.
Siamo tuttavia consci del fatto che la più eclatante (e drammatica) fake news della settimana riguarda la strage di Bucha e la propaganda di Mosca. Non solo l’esercito russo è stato artefice del massacro che ha portato all’uccisione di più di 400 civili inermi. Quando i fatti hanno avuto rilevanza globale, il Cremlino si è affrettato a ordire un’incresciosa disinformazione, bollando a sua volta come bufala la strage, basandosi su testimonianze video facilmente smontabili. All’argomento abbiamo dedicato un articolo.
Per cui ora ci permettiamo di parlarvi pur sempre della guerra in corso, ma da un’angolazione decisamente diversa. Un’angolazione che ci mostra come non sempre la satira sia facile da capire. Specie in un contesto storico in cui sempre più utenti hanno difficoltà a distinguere le notizie vere dalle false. Anche se un’alta percentuale di persone ha invece interesse nel diffondere disinformazione e bufale.
La guerra a Odessa
Tutto parte da un post satirico che riguarda Massimo Giletti, attualmente inviato a Odessa.
La premessa è che la città portuale di Odessa, nel sud dell’Ucraina, nei primi giorni di aprile ha iniziato a essere bombardata dai missili russi.
E Giletti è lì con la troupe della trasmissione di La7 Non è l’Arena. Lo testimoniano una serie di video facilmente reperibili in rete, che non lasciano dubbi su dove si trovi il conduttore.
Massimo Giletti a Odessa?
Siamo proprio sicuri che nessuno abbia sollevato dubbi?
Diciamo che alcuni hanno storto il naso per la presenza di Massimo Giletti a Odessa. Con tutto il rispetto per la sua indiscutibile professionalità, forse Giletti non incarna perfettamente il ruolo di reporter di guerra. Da più parti è stato segnalato come la sua presenza nella zona di conflitto avrebbe potuto portare a un’eccessiva spettacolarizzazione dell’informazione. Fatto salvo che, trovandosi a Odessa, anche Giletti sta mettendo a repentaglio la propria incolumità, esattamente come tutti i colleghi.
Giletti, Odessa e il post satirico
Forse è proprio per questo inconsueto accostamento, Massimo Giletti inviato di guerra a Odessa, che una pagina satirica di Facebook ha pensato di diffondere una burla ad hoc.
La pagina in questione è “Circumvesuviana. Guida alle soppressioni e ai misteri irrisolti”. E già il nome dovrebbe mettere in chiaro il taglio delle pubblicazioni della pagina medesima.
Ma eccolo, il post burla, datato 3 aprile. In cui un’immagine di Massimo Giletti con microfono e giubbotto antiproiettile ha come sfondo una stazione della metropolitana. E la didascalia non dà spazio a dubbi: “Non è l’arena – Giletti in diretta dalle trincee di Odessa ma in realtà è la stazione di Barra”.
E Barra, ricordiamolo, è un quartiere di Napoli dove ferma la metropolitana (il nome preciso della fermata è Napoli San Giovanni-Barra).
Satira e credulità
Inutile commentare che si tratti di una bufala, o più precisamente di un post nel perfetto stile della pagina che lo ospita.
La satira, in questo caso, dà tutti i segnali possibili all’utente che sia un minimo attento. Intanto, e sarebbe sufficiente quello, il nome (e lo spirito) della pagina stessa. Peraltro, come se non bastasse, sotto il nome della pagina appare la categoria di appartenenza: Pagina di satira. Poi, c’è il fotomontaggio piuttosto grossolano e la didascalia sparata in primo piano, senza che ci siano concreti elementi per riconoscerla come vera.
Ma soprattutto, lo scatto comico, basato – come abbiamo già detto – sul curriculum di Giletti, che finora lo ha visto condurre trasmissioni televisive nazionalpopolari e consolatorie. Cosa ci farebbe proprio lui a Odessa? Ecco dunque la bonaria presa in giro.
Tuttavia, come i lettori di Techprincess possono constatare, già nei commenti del post diversi lettori parlano con indignazione di quanto sia scaduta la professione dei giornalisti, se un presunto inviato in Ucraina si trova in realtà a Napoli.
E molte delle oltre 1.300 condivisioni del post (su Facebook, senza contare il dibattito scaturito su Twitter e su altri social) sottolineano non l’ironia ma la gravità di quanto riportato da Circumvesuviana.
Ormai, il rischio è che qualunque notizia appaia e abbia una certa eco – a prescindere dalla fonte, dal taglio e dal contesto – sia presa per vera da un’ampia percentuale di utenti. E questo la dice lunga sulla necessità di intervenire (ma in che modo?) sul potere sempre crescente dei social come veicolo di informazioni.
La malafede
Ma dubitiamo che tra chi abbia sottolineato la verità di una burla creata ad arte (e con innocenza) ci siano solo creduloni.
Cospirazionismo e teorie del complotto, atte a minimizzare la tragedia della guerra in corso e le pesanti responsabilità di Mosca, sono le stesse che hanno fatto negare la strage di Bucha. Il fondato sospetto è che la matrice di parte di chi ha preso per vera (e diffuso) la bufala di Massimo Giletti a Odessa sia la medesima.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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