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La strage di Bucha e la disinformazione messa in atto da Mosca

Con l’appoggio di un finto sito di fact-checking

La strage di Bucha o il massacro di Bucha. Queste due terribili locuzioni, destinate a essere ricordate e ripetute in futuro, sono già diventate uno degli emblemi della guerra tra Russia e Ucraina, ormai in atto da oltre un mese.

E se diciamo che si tratta di un evento emblematico del conflitto, intendiamo che lo è per almeno due motivi. Intanto perché indicatore della violenza di questa guerra, le cui componenti mediatiche fanno spesso dimenticare troppo alla svelta che si tratta anche di un durissimo scontro militare. E poi perché quanto diffuso dalla propaganda russa sulla strage di Bucha è un perfetto esempio di disinformazione. E di come questa guerra sia giocata anche sulla manipolazione o invenzione di notizie.

Scopriamo anzitutto cosa è successo a Bucha, cittadina a nord di Kiev, già a partire dai primi giorni del conflitto.

Cosa è successo a Bucha

In sintesi e senza scendere in dettagli cruenti, nella cittadina di Bucha sono avvenute una serie di violenze, torture ed esecuzioni sommarie. Portate alla ribalta nei giorni scorsi, quando le immagini della fossa comune di 17 metri scavata dietro la chiesa locale e dei cadaveri ai lati delle strade hanno fatto il giro del mondo. Si calcola che i morti siano più di 400, per i quali il governo di Kiev ha parlato di “genocidio pianificato”.

fake news

Mosca nega

Al contrario, appena diventate di dominio pubblico le notizie del massacro di Bucha, è partita la disinformazione della Russia. Che probabilmente, una volta mostrate al mondo la gravità e la gratuità della strage, ha pensato che solo architettando una teoria del complotto avrebbe potuto avere (parzialmente) salva la reputazione.

Bucha e la disinformazione della Russia

Ma cosa è successo? In che modo, concretamente, Mosca ha negato o minimizzato la strage?

Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha parlato di un “falso attacco” e di una messinscena “diffusa attraverso tutti i canali e i social network dei rappresentanti ucraini e dai loro protettori occidentali.”

Parlando di Bucha, Lavrov ha dichiarato che “L’altro giorno, è stato effettuato un altro falso attacco nella città di Bucha, nella regione di Kiev, dopo che le truppe russe se ne erano andate dalla zona secondo i piani.”

La nota del ministero dell’Interno: fake news che parlano di fake news

Dal ministero dell’Interno è addirittura arrivato un lungo comunicato. Dove, in maniera a dir poco avventurosa, si è cercato di fare disinformazione su Bucha spacciando alcune fake news per… denunce contro le fake news.

Nel comunicato si legge, tra le altre cose, che “tutti i corpi delle persone i cui fotogrammi sono stati pubblicati dal regime di Kiev, ad almeno quattro giorni dalla morte non sono diventati rigidi”. E “non hanno le caratteristiche macchie del cadavere, e appare evidente come il sangue non sia ben coagulato nelle ferite”.

Il (presunto) sito russo anti fake news

Questa tattica spericolata con cui la Russia ripropone la strage di Bucha come disinformazione, si esplicita attraverso la citazione di un sito. Mosca poggia infatti la sua tesi su Warfakes, il falso sito di fact-checking (proprio così: falso sito di fact-checking), peraltro “casualmente” creato il giorno stesso dell’invasione russa dell’Ucraina.

Secondo Warfakes, una delle prove della malafede dei media internazionali sarebbe quella di aver diffuso le immagini della strage in contemporanea. Ecco: questo per il Cremlino sarebbe uno dei segnali di una campagna mediatica pianificata.

Altro elemento dubbio per Mosca, un civile disteso a terra che avrebbe prima mosso un braccio. Mentre un altro si sarebbe messo a sedere.

La verità

Per soffermarci solo sui presunti falsi cadaveri stesi a terra, la stampa mondiale ha già ampiamente spiegato la verità. L’immagine del presunto braccio mosso è assai sfocata, ma ciò che crea una sorta di effetto dinamico è solo una goccia di pioggia che si muove sul vetro dell’auto che sta filmando i cadaveri. E nessun morto, ahinoi, si è messo a sedere: si tratta solo dell’effetto distorsivo dello specchietto retrovisore.

La diffusione delle fake news

Purtroppo, però, caratteristica intrinseca alle fake news è quella di essere lette e condivise da un largo numero di utenti che non si prende la briga di verificarle.

E così, anche nei social del nostro Paese in molti hanno ripostato i presunti video che avrebbero dimostrato come i cadaveri di Bucha fossero in realtà attori.

Sembra davvero che non ci sia modo di arginare la rapidissima diffusione delle bufale. Si può, al massimo, analizzarle e sbugiardarle.

La Russia e l’informazione

Intanto, è sempre più difficile – per i cittadini russi – avere libero accesso all’informazione.

L’estensore di queste righe, la mattina di lunedì 4 aprile, ha sentito dire durante un servizio di RaiNews24 che in Russia stanno cominciando i controlli a tappeto per strada. Per verificare quali siano le fonti di informazione da cui i cittadini cercano di attingere notizie attraverso i social.

Intanto, lo stesso portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha candidamente affermato di utilizzare una VPN per aggirare la censura di Mosca.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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Commenti

  1. HAHAHAHAHAHA
    ma che dite, vi leggete prima di pubblicare? se in Russia è difficile avere libero accesso all’informazione, figuriamoci qui da noi che non possiamo leggere RT senza una VPN.
    Siamo l altra faccia della stessa medaglia, e un articolo che conclude con un paragrafo “LA VERITA” è quanto di più spocchioso ci possa essere visto che in questi casi la verità non verrà MAI a galla.

  2. Gentile konig87,

    vede com’è facile distorcere una notizia? Il mio articolo non si conclude con un paragrafo titolato “La verità” (ce ne sono altri due successivi, come potrà facilmente constatare).
    Inoltre, così ho scritto: “Per soffermarci solo sui presunti falsi cadaveri stesi a terra, la stampa mondiale ha già ampiamente spiegato la verità.” Quindi nell’articolo non riporto verità assolute sulle questioni ultime che affliggono l’umanità, né sulla guerra tra Russia e Ucraina in senso generale, ma solo la verità circoscritta a ciò di cui si parla: la stampa ha ampiamente sbugiardato la propaganda russa, secondo la quale i cadaveri mostrati nei vido di cui ho scritto sarebbero stati in realtà individui vivi e vegeti.
    Spiace che lei abbia trovato il mio articolo addirittura “quanto di più spocchioso ci possa essere”.
    Continui, tuttavia, a seguirci. Buona giornata.

    Claudio Bagnasco

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