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Un sosia di Putin a Mariupol. La bufala della settimana

Una fake news che proviene (anche) dal dilagare del deepfake

È sorprendente (o forse, a pensarci meglio, è del tutto normale) come a ogni nuovo approdo tecnologico corrisponda una nuova categoria di fake news.

Quella di cui vi parleremo oggi ha, in parte, radici antiche. Ma in parte è anche la diretta conseguenza del fatto che, proprio in questi ultimi giorni, stiamo assistendo a un nuovo modo di diffondere notizie false: attraverso le immagini. O, per essere più precisi, attraverso la produzione di deepfake per mezzo dell’intelligenza artificiale.

Partiamo comunque dalla (falsa) notizia, e poi allarghiamo l’obiettivo per inquadrarla nel suo contesto.

fake news 1

Putin a Mariupol

La notizia di partenza è autentica. Anzi, a dire il vero non lo è per tutti. Ed è il fatto che, in modo imprevisto, nella notte tra sabato 18 e domenica 19 marzo il presidente Russo Vladimir Putin ha fatto un “viaggio di lavoro” a Mariupol, nel Donbass.

E questo due giorni dopo il mandato d’arresto emesso nei suoi confronti dalla Corte Penale Internazionale, con l’accusa di avere deportato in Russia bambini ucraini.

Ovvia e legittima la riprovazione dell’Ucraina. Il ministero della Difesa di Kiev ha commentato: “Come si addice a un ladro, Putin ha visitato Mariupol di notte, città completamente distrutta dal suo esercito.”

Eppure, per qualcuno, Vladimir Putin non sarebbe mai stato a Mariupol.

Quello a Mariupol era un sosia di Putin

Forse perché la notizia è sembrata troppo eclatante, forse per creare un complottismo ad hoc, fatto sta che per alcuni quello a Mariupol non era Putin ma un suo sosia.

La contronotizia è girata sui social (anche italiani), e non solo sotto forma di illazioni testuali, bensì corredata di immagini, che hanno fatto perdere l’orientamento a molti, compresi alcuni noti quotidiani del nostro Paese. Essi hanno preso per attendibile una sequenza fotografica che ritrarrebbe il presidente russo in tre diversi momenti, a pochissime ore di distanza: la prima volta il 18 marzo a Sebastopoli, la seconda il 19 a Mariupol, la terza il 21 a Mosca.

Ebbene: nell’ultima foto Putin appare più giovane e magro. A Sebastopoli sembra particolarmente imbolsito, e a Mariupol parrebbe in una condizione anagrafica a metà tra i due scatti.

C’è chi poi avrebbe notato un’incongruenza ulteriore. Putin di solito si mantiene a distanza di sicurezza dagli interlocutori, mentre nei video che lo ritraggono a Mariupol il presidente russo è vicino a residenti ucraini.

Quanto basta per sospettare che quello a Mariupol fosse un sosia, anzi uno dei tanti sosia si Putin.

La bufala del sosia di Putin

Come sempre accade per le fake news, si parte da un dato di verità (la visita di Putin a Mariupol) a cui se ne giustappone uno del tutto opinabile (il confronto fra tre immagini del presidente russo scattate a distanza di pochissime ore l’una dalle altre).

D’accordo, potrebbero anche apparire alcune differenze tra le foto (benché, lo sappiamo, nessuno può essere identico a se stesso in due scatti differenti).

Ma il problema sta alla base, ed è quello che – se eluso – fa la fortuna di qualunque bufala: perché prendere per vero tutto ciò che si legge o vede?

E infatti, la presunta immagine di Vladimir Putin a Mosca la ritroviamo già in un articolo della BBC del 26 febbraio del 2020. E guarda caso, è quella delle tre in cui Putin sembra più giovane.

L’ipotetica foto di Sebastopoli, poi, proviene da un filmato girato a Mariupol. E l’accentuato doppio mento di Putin altro non è se non il risultato di una smorfia.

Il mito dei sosia di Putin

Dicevamo che la teoria del sosia di Putin a Mariupol nasce da una suggestioni, una “antica” e una nuovissima.

Quella antica prevede che i tiranni abbiano dalla loro una schiera di sosia, che li sostituiscono in occasioni diplomatiche o in situazioni particolarmente rischiose.

E nemmeno Putin sfugge a questa, per così dire, regola. Nel suo caso, però, c’è una suggestione in più.

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I sosia al tempo del deepfake

In questi giorni è un impazzare di deepfake, che hanno riguardato lo stesso Vladimir Putin, Donald Trump e addirittura papa Francesco.

E che, abbiamo detto, facilmente saranno il futuro delle fake news. È un modo nuovo di diffondere notizie infondate (ma plausibili), e noi non siamo ancora abituati a riconoscerle.

In questo momento è come se vivessimo una fase di corto circuito, in cui la realtà che passa attraverso le immagini è una mistura indistinguibile di vero e falso.

E così, da un lato non ci preoccupiamo di domandarci se siano verosimili le foto di Donald Trump che evade dal carcere o quelle di papa Francesco con un piumino alla moda.

Ma dall’altro, paradossalmente, concentriamo la nostra attenzione sulla visita di Putin a Mariupol. Che è avvenuta davvero, ma di cui in molti – proprio alla luce delle immagini – non si fidano.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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