Uno dei luoghi comuni più duri a morire è quello di chi, non più giovanissimo, vagheggia l’epoca passata come portatrice di veri valori oggi scomparsi.
Allora tutto funzionava meglio, le persone erano più gentili, c’era lavoro per tutti, solidarietà, schiettezza eccetera.
Si tratta naturalmente di un guazzabuglio di frasi consolatorie, dette da chi non è capace di leggere il presente (o di accettare il trascorrere del tempo). Ciò non significa che al loro interno non ci possa essere una qualche verità.
È indubbio, ad esempio, che l’utilizzo compulsivo dei social e della messaggistica breve stia facendo disimparare alle giovani generazioni l’uso di una lingua ricca e di una sintassi articolata.
La sensazione generale è che si stia guadagnando in rapidità e duttilità, ma si stia affievolendo l’inclinazione all’analisi e alla complessità.
Da qui la domanda: come sta funzionando, in questi ultimi anni, la scuola, in Italia e nel mondo?
Matematica a scuola: Italia peggiore al mondo
Il rapporto Ocse-Pisa
A dircelo è l’ultimo rapporto Ocse-Pisa, pubblicato martedì 5 dicembre, che si riferisce al 2022.
Dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) fanno parte 36 Paesi, mentre Pisa non c’entra nulla con la torre pendente, ed è acronimo di Programme for International Student Assessment.
Si tratta appunto di un programma dell’Ocse che ha per obiettivo la valutazione internazionale degli studenti di 15 anni, in tre ambiti: l’abilità di lettura, la matematica e le scienze.
Un’impietosa panoramica globale
Uno sguardo d’insieme sulla preparazione degli studenti nei 36 Paesi appartenenti all’Ocse è piuttosto impietoso.
Il crollo della preparazione appare verticale: il rendimento medio è sceso di 16 punti in matematica e di 11 punti in lettura. L’equivalente, per intenderci, di mezzo anno scolastico buttato per quanto riguarda la lettura, e tre quarti di anni per la matematica.
Quanto meno, il rendimento medio in scienze è pressoché stabile.
Le cause sembra possano essere riferite solo in parte a tutti i problemi, logistici prima e psicologici poi, legati alla pandemia da Coronavirus. La vistosissima discesa delle prestazioni ha infatti origine più remote, essendosi iniziata a manifestare dal 2018.
La situazione dell’Italia
I risultati medi degli studenti italiani di 15 anni nel 2022 sono diminuiti rispetto al 2018 in matematica, sono stabili per quanto riguarda la lettura e sono aumentati in scienze.
La tendenza complessiva del rendimento in lettura dal 2000 è immutata, mentre in scienze siamo ancora sotto il livello del 2012.
Le prestazioni in diminuzione per quanto riguarda la matematica coinvolgono sia gli studenti italiani con risultati alti che quelli con risultati bassi.
Si evidenzia anche il fatto che gli studenti del Nord Italia hanno ottenuto punteggi superiori a quelli del Sud in tutti e tre gli ambiti.
Per quanto poi riguarda le tipologie di istituto, i licei hanno ottenuto punteggi medi superiori agli altri tipi d’istruzione in tutti e tre le aree. Seguono gli istituti tecnici e l’istruzione e formazione professionale.
Confrontando i dati dei nostri studenti con quelli degli altri Paesi Ocse, siamo in media quanto a matematica, sopra la media per la lettura e inferiori in scienze.
Matematica a scuola: Italia peggiore al mondo per divario tra sessi
Notevole per il nostro Paese è il dato sul divario tra sessi in matematica. L’Italia, dove gli studenti quindicenni hanno superato le studentesse coetanee di 21 punti, mostra così il maggior divario tra sessi in matematica del mondo, o meglio tra i 36 Paesi Ocse.
Il dato, in linea con quello della precedente rilevazione, è controbilanciato dal fatto che nella lettura le ragazze hanno ottenuto un punteggio superiore ai ragazzi di 19 punti.
A livello Ocse si ritrova lo stesso divario tra sessi in matematica e nella lettura: i ragazzi superano globalmente le ragazze in matematica di 9 punti, ma le ragazze superano i ragazzi in lettura di ben 24 punti.
Le dichiarazioni del ministro Valditara
Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, ha commentato l’indagine Ocse-Pisa.
Valditara ha detto: “I dati dell’indagine internazionale Ocse Pisa confermano la necessità della riforma dell’istruzione tecnico-professionale che ha tra gli obiettivi il rafforzamento delle competenze degli studenti nelle discipline di base.”
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