Come insegnano le persone sagge, ben poche sono le cose assolutamente buone o nocive, del tutto giuste o sbagliate. Un paio di bicchieri di vino a cena fanno piacere, un paio di bottiglie metteranno a serio repentaglio la nostra salute. La sovraesposizione alla TV crea danni psicologici profondi, ma non per questo avrebbe senso negarsi il gusto di guardare un bel film, un documentario fatto bene o un serio programma di approfondimento.
Nelle ultime settimane dell’anno che sta concludendosi, il gruppo Facebook ha cambiato nome in Meta, e ha lanciato in pompa magna nientemeno che – potremmo dire – un nuovo mondo: il metaverso.
Di cui vi abbiamo già parlato in diversi articoli. Il metaverso è, in estrema sintesi e con una definizione un po’ più spericolata del solito, il trasferimento del mondo reale nel virtuale. Sì, perché grazie a un visore e a un avatar che ci rappresenterà, nel metaverso potremmo fare pressoché tutto. Lavorare, giocare, fare acquisti, intessere relazioni sociali…
Non vi pare che ci siano già abbastanza elementi per farsi una domanda? E cioè: se in fondo nel metaverso abbiamo la possibilità di riprodurre una buona percentuale delle situazioni della vita reale, non è che nel metaverso ci saranno alcuni dei rischi che si corrono nella realtà, oltre alle opportunità? Ottima domanda.
Il metaverso e i suoi rischi
Non per fare i moralisti (sotto Natale, poi…), ma se un mondo assomiglia a quello reale, e se in quel mondo c’è una continua interazione tra le persone (anche se sotto forma di avatar), è del tutto evidente che si innescheranno le consuete dinamiche relazionali. Gli amanti dell’azzardo si metteranno nelle condizioni di ottenere grandi successi o rovinose perdite, i mascalzoni tenteranno di approfittarsi di chi è potenzialmente indifeso…
Stiamo esagerando? No, e alcune notizie di questi ultimi giorni confermano il nostro punto di vista.
Il primo caso di molestie nel metaverso
A proposito del metaverso e dei suoi rischi, cominciamo dal fatto più eclatante successo di recente.
Qualche giorno fa The Verge ha reso noto che all’inizio di dicembre un’utente ha denunciato di essere stata molestata in una versione beta di Horizon Worlds. Cioè una piattaforma multiplayer di realtà virtuale sviluppata da Meta, e disponibile per ora solo negli Stati Uniti e in Canada.
La donna molestata ha scritto nel gruppo Facebook della piattaforma, con grande lucidità: “Le molestie sessuali non sono normalmente uno scherzo su Internet, ma essere in realtà virtuale aggiunge un altro livello che rende l’evento più violento. Non solo sono stata palpeggiata la notte scorsa, ma c’erano altre persone lì intorno che sostenevano questo comportamento, cosa che mi ha fatto sentire isolata”.
E sembra davvero poco convincente la risposta dell’azienda, secondo cui Horizon Worlds avrebbe una Safety Zone in cui rifugiarsi, e l’utente in questione non ne ha giovato. Sarebbe come dire alle donne, nel mondo reale: Non volete essere molestate? Allora state a casa.
I rischi del metaverso: guadagnare e spendere
Alcune delle persone restie ad abbandonare il denaro contante a favore dei pagamenti digitali, temono che senza vedere e toccare le valute si possa spendere di più.
Chissà se è per questo motivo che un signore, qualche tempo fa, ha acquistato uno yacht virtuale (in NFT) nel metaverso, pagandolo in criptovalute. E spendendo una cifra equivalente a circa 654.000 dollari. Il bizzarro personaggio, a bordo del suo yatch extralusso, navigherà ora sui placidi mari di Sandbox.
C’è poi la notizia opposta. Ovvero quella del trentasettenne Robert Doyle, che ha acquistato un’autofficina virtuale e una banca su Polka City, piattaforma di gioco multi-blcokchain. Ebbene, con queste due attività virtuali Doyle ha guadagnato in breve tempo più di 100.000 dollari. E, da consumato investitore, avverte gli altri utenti dei rischi di questa attività (forse per eliminare qualche concorrente). Doyle ha detto: “Ci vuole del tempo per capire in cosa ti stai cacciando. Devi guardare la capitalizzazione di mercato, devi guardare lo sviluppo, la comunità”.
- Navari, Francesco (Autore)
I rischi del metaverso: quindi?
I rischi a cui si va incontro nel metaverso non devono necessariamente portare a previsioni catastrofiche, come quelle di Ethan Zuckermann, direttore della Initiative for Digital Infrastructure all’University of Massachusetts at Amherst. Che prevede o una prossima implosione del metaverso o una sua espansione monopolistica con echi da romanzo di Orwell.
Noi ci limitiamo, più modestamente, a segnalare che – se il metaverso andrà verso una riproposizione sempre più pedissequa della realtà – ne replicherà anche i rischi e i limiti.
Ma un metaverso copia virtuale del mondo reale, in fondo, che senso avrebbe? Sviluppatori, pensateci su.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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