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Tutto quello che dovete sapere sul Metaverso

Una parola che usano tutti. Ma cosa significa realmente? Cerchiamo di capirlo insieme

Ma, esattamente, che cosa è il Metaverso? A sentire i discorsi di CEO come Mark Zuckerberg (che ha cambiato il nome della propria azienda da Facebook a Meta), è il “futuro di internet“. Un concetto talmente ampio che si corre il rischio di perdersi. Per questo abbiamo voluto scrivere quest’articolo che cerca di raggruppare tutto quello che dovete sapere sul Metaverso, o almeno tutto quello che serve sapere per poterne discutere. Per capire se davvero in futuro tutti noi dovremo decidere il look del nostro avatar digitale.

Metaverso: tutto quello che dovete sapere

Nel ricercare informazioni per quest’articolo abbiamo letto questa frase su Wired.com: “Parlare di metaverso è un po’ come avere una discussione su internet negli anni ’70”. Tutti più o meno sanno di cosa si sta parlando, tutti sanno che c’è un enorme potenziale in questo concetto. Sia economico che sociale. Ma predire in anticipo la tecnologia del futuro è davvero difficile. Adoriamo parlare delle volte in cui la fantascienza azzecca una previsione ma non ci ricordiamo delle tantissime volte in cui sbaglia del tutto.

Quindi, il primo concetto da tenere bene a mente è che nemmeno i CEO di Meta, Microsoft e Apple possono prevedere con esattezza il futuro. Ma in ogni caso, in questo momento tantissime aziende stanno investendo per rendere questo metaverso una realtà. Quindi nei prossimi anni noi appassionati di tecnologia parleremo senza dubbio di metaverso, anche se non è detto che le previsioni di oggi si avvereranno un domani.

Detto questo, partiamo dalle basi:

Cos’è il metaverso?

Il termine “metaverso” nasce nel libro Snow Crash, di Neal Stephenson. Il termine indica una realtà virtuale accessibile tramite un avatar digitale su internet, dove poter accedere a negozi, uffici per lavorare, cinema dove vedere film in streaming. Ma il concetto in sé è stato rivisitato da opere come Ready Player One di Ernest Cline e tanti altri prodotti, troppi da nominare. Tuttavia, con una buona approssimazione, potreste sostituire il termine anche con il ‘Cyberspazio‘ di Gibson in Neuromante: si tratta di un mondo in cui le persone interagiscono in maniera diretta con entità digitali. Qualcosa che il mondo ‘Cyberpunk’ immagina da sempre.

metaverso intel calcolo computazionale

Il concetto di metaverso è tanto ampio da poter essere applicato a diverse situazioni. Include la realtà virtuale: mondi digitali in cui interagire direttamente tramite avatar. Ma anche la realtà aumentata: per esempio usando occhiali AR che permettono di ‘cliccare’ su un cartellone pubblicitario nel mondo reale e arrivare sul sito per acquistare il prodotto. Ma possono anche non avere a che fare con nessuno dei due, almeno per adesso: se usando il vostro PC partecipate a una riunione di lavoro in un ambiente virtuale, con alcuni colleghi rappresentati da avatar, siete tecnicamente nel metaverso. Anche se a voi sembrerà un’altra delle mille riunioni su Zoom.

Questo concetto di interazione diretta con elementi virtuali esiste da tempo. Pensate ai videogiocatori che si muovono in GTA o Fortnite, dove potete anche acquistare prodotti digitali per i vostri avatar. I visori VR permettono di entrare in case virtuali. I giocatori di Pokemon Go interagiscono con animali digitali camminando per strade reali.

La differenza è che il metaverso vuole collegare tutti questi diversi mondi virtuali in un unica esperienza. Un po’ come internet è il nome che diamo al filo digitale che unisce le serie TV su Netflix al sito della motorizzazione alle chat su WhatsApp. Rappresenta quindi una nuova modalità di interazione con il mondo digitale, che diventa sempre più parte dell’esperienza quotidiana.

Le tecnologie necessarie al metaverso: gli ologrammi sono il nostro futuro?

Come abbiamo detto, definire il metaverso non è una cosa semplice da fare. Le possibilità sono talmente tante da rendere complesso avere una visione chiara e unica di cosa significhi questo concetto nel pratico. Può quindi essere utile pensare questa definizione “in negativo”: cosa non è metaverso?

Se quattro amici giocano a carte online utilizzando il proprio laptop per scegliere quale carta giocare, non sono nel metaverso. Stanno semplicemente giocando online, qualcosa di non nuovo. Ma se gli stessi quattro amici indossassero dei visori per la realtà virtuale o mista (XR), lanciando le carte su un tavolo digitale e guardandosi negli occhi dei propri avatar?

Sebbene al momento la maggior parte delle esperienza del metaverso sono accessibili anche senza visori (le videochiamate su Teams, visitare mondi 3D e acquistare oggetti virtuali), gli ologrammi sono la principale differenza con l’internet che conosciamo oggi.

Per il futuro del metaverso servono quindi visori per la realtà aumentata (AR) e virtuale (VR), che insieme formano la realtà mista (XR). Al momento, Microsoft con HoloLens e Meta con Oculus sono due fra le realtà più note che producono visori di questo tipo. Ma ci sono già tantissime applicazioni per chi lavora (soprattutto smart glass in AR) e in futuro saranno ancora di più. Apple sta per lanciare il proprio visore e molte altre aziende stanno sviluppando tecnologie proprietarie.

apple meta investitori borsa metaverso

Oltre all’abilità di proiettare degli ologrammi tramite i visori, servono tecnologie che permettano a più persone di vivere lo stesso mondo digitale. Al momento, qualche centinaio di persone può accedere allo stesso server in un gioco 3D come World of Warcraft. Ma in futuro potrebbero servire tecnologie che consentano a migliaia o addirittura milioni di persone di vivere lo stesso spazio digitale.

Le possibilità di questa tecnologia (e gli usi attuali)

Se i visori per la realtà mista dovessero evolvere tanto da rendere il metaverso ‘naturale’ e alla portata di tutti e se le infrastrutture di rete potranno sostenere un mondo digitale, le possibilità sono moltissime. Al momento, diverse aziende stanno puntando su diverse versioni di questo metaverso:

  • Meta sta investendo sulle tecnologie per creare un “social in realtà virtuale“, una specie di piazza digitale in cui relazionarsi con gli altri. Anche con tecnologie che permettono di toccare oggetti virtuali, come i guanti aptici dei Reality Labs.
  • Microsoft crede che il metaverso possa cambiare il modo di lavorare e sta costruendo strumenti per riunioni in VR, uffici virtuali, e molto altro
  • Niantic punta sulla realtà aumentata, fornendo strumenti alle aziende per creare avatar e prodotti pubblicitari da inserire nel “mondo reale”
  • Nike ha portato versioni digitale del proprio brand in Roblox, creando prodotti in NFT da acquistare online per il proprio avatar
  • Tinder sta creando una Single Town in cui relazionarsi virtualmente per trovare l’anima gemella
  • Disney pensa a un metaverso per i fan, dove interagire con tutti i tanti personaggi dell’azienda (alla Ready Player One)

Ma tutti questi non sono prodotti separati e che non comunicano. Anche Meta pensa al mondo del lavoro, così come Google e Apple, le quale stanno tutti lavorando per fornire videochiamate in VR come Microsoft e possibili luoghi d’incontro virtuali come Meta. Le tecnologie sviluppate dalle singole società andranno a “contaminare in positivo” le altre, accelerando questo sviluppo.

Al tempo stesso, anche realtà più piccole stanno creando mondi virtuali come Earth 2, una copia della nostra Terra in digitale. Dove potete acquistare terreni e oggetti in NFT, con alcune società che stanno già investendo moltissimo. Anche se bisogna tenere a metà che acquistare oggetti virtuali significa non solo investire nel futuro del metaverso, ma anche nel futuro di quella particolare piattaforma. Almeno per adesso, non ci sono progetti che vedono l’utilizzo dello stesso avatar in ogni anfratto dell’internet olografico di domani. Se acquistate le scarpe Nike su Roblox, non potete indossarle sul social di Meta, almeno per adesso.

metaverso in realtà aumentata mondo fisico lightship niantic-min

Una versione potenziata di internet, o qualcosa di nuovo?

Di recente abbiamo scritto di come la Borsa creda davvero molto nel metaverso. Le azioni di Meta, di Epic, di Nvidia e di tantissime società che stanno costruendo la tecnologia che renderà possibile questo balzo in avanti nel mondo virtuale stanno crescendo. E moltissimi stanno investendo anche in asset digitali, come terreni in una delle piattaforme virtuali. Nella speranza che siano quelle che diventeranno predominanti.

Ma al momento, sembra più intelligente investire nelle infrastrutture (visori, reti, tecnologie per rendere il metaverso possibile) piuttosto che in un singolo progetto. Un po’ come negli anni ’70-’80, dove investire su Microsoft e Apple per i computer era un investimento migliore che puntare su un singolo sito internet. Prevedere quale piattaforma diventerà la principale sarebbe stato come predire il successo di Facebook quando Zuckerberg era ancora studente. Ma puntare sul fatto che le aziende che costruiscono prodotti tecnologici oggi lo faranno ancora fra dieci-quindici anni è più semplice. Anche se meno redditizio.

Al di là degli investimenti, al momento capire quale volto avrà il metaverso diventa difficile. Potrebbe diventare un “supplemento” all’uso che facciamo oggi di internet. Forse preferiremo ancora fare le riunioni su Zoom ma saremmo contenti di diventare degli avatar digitali per fare shopping online e provarci i vestiti.

Oppure un domani il visore XR di Apple potrebbe sostituire l’iPhone in tutto e per tutto, con la realtà virtuale e aumentata che diventano il modo in cui interagiamo su internet. Al momento, impossibile saperlo. Perché per quanto le aziende possano prevedere i prodotti che lanceranno nei prossimi dieci anni, nessuno può dire con certezza come sarà la società. Prevedere la tecnologia è possibile, prevedere come la useremo non lo è.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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