Con l'E3 di quest'anno, le conferenze di apertura dello show più grande dedicato al mondo dei videogiochi sono state totalmente sconvolte. Xbox ha cambiato rotta, puntando tutto su decine e decine di titoli cercando di dare ancor più valore al suo potentissimo hardware. Mentre Playstation sembra si sia fermata a pensare: "qualche titolo in meno ma più impatto".
Per questo motivo ci siamo trovati di fronte a una conferenza dinamica, fatta di attese, punti interrogativi, cambi di location e sostanzialmente incentrata su quattro titoli: Marvel's Spider-Man, The Last of Us Part II, Ghost of Tsushima e Death Stranding.
Insomma, quel "less is more" votato alla concretezza. Anche perché è bello annunciare decine e decine di titoli che usciranno presumibilmente nel "duemilamai", non è però così bello illudere i giocatori senza fornirgli delle certezze.
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Ma le nostre sensazioni saranno giuste? Stiamo andando verso un "less is more"? Abbiamo provato a chiederlo direttamente a Michael Denny, capo della divisione europea di Sony Interactive Entertainment Worldwide Studios. All'interna di una saletta privata nello stand di PlayStation a Los Angeles, ho ritrovato nuovamente un Michael Denny sorridente e gentile.
Ho provato a domandargli se la mia sensazione fosse giusta. "Forse la tua sensazione è corretta, anche se in PlayStation ci piace sempre cambiare le cose che ci circondano, provando sempre a sperimentare. Forse è proprio questo ciò che hai avuto modo di vivere durante la conferenza E3".
Beh in effetti Michael Denny non ha tutti i torti: il leitmotiv di quest'anno sono state le emozioni, gli argomenti controversi, la storia. Tutte tematiche che hanno bisogno di spazio, di "aria".
"Abbiamo dei titoli tripla A molto forti e per questo motivo abbiamo deciso di focalizzarci su ognuno di essi per poterli spiegare, per andare a fondo come abbiamo fatto ad esempio con The Last of Us part II".
È chiaro quindi che con i nuovi titoli in esclusiva, la strategia di PlayStation sia proprio quella di prendersi cura di ognuno di essi proprio come si fa con un figlio. Questione che comprendo perfettamente soprattutto se si pensa al coraggio e la fermezza con cui è stata aperta la conferenza di quest'anno: con una relazione omosessuale, tenera, dolce; un amore che forse non tutti potranno comprendere; un amore che però ha il diritto di essere esplicitato.
Nella cinematografia, nella letteratura, l'amore omosessuale è ormai stato sdoganato. Nel mondo dei videogiochi invece sembra esserci ancora un po' di paura, totalmente infondata. Ma secondo Michael Denny c'è una giustificazione a tutto questo:
"L'industria del videogioco è ancora giovane se paragonata a quella al cinema e alla letteratura, ambienti in cui si parla tranquillamente di diversità. Ora però credo che il videogioco sia pronto, abbastanza maturo per affrontare in tutta tranquillità queste tematiche. I ragazzi di Naughty Dog, stanno lavorando molto bene sulla caratterizzazione dei personaggi, rappresentando perfettamente la diversità che ci circonda anche nella vita di tutti i giorni".
Insieme a Mr. Denny non abbiamo solo parlato di tematiche sociali ma anche di cose concrete: che fine ha fatto PlayStation VR durante la conferenza? Perché non c'è stato spazio per il caschetto per la realtà virtuale che attualmente su console, solo PlayStation possiede?
"Come spiegavo prima, abbiamo dovuto fare delle scelte e per questioni di tempo abbiamo deciso di non inserire i titoli VR in conferenza. Ma durante tutto E3, abbiamo messo in bella mostra tantissimi nuovi titoli. Per me la VR non deve far parte di una conferenza perché la realtà virtuale va vissuta in prima persona. Abbiamo più di 300 titoli VR a catalogo e la qualità dei giochi si sta alzando tantissimo. Ogni giorno i nostri studio e gli sviluppatori di terze parti si impegnano per portare avanti il progetto VR".
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Bene, quindi la VR è salva. E invece PlayLink? Come vanno i videogiochi che sostituiscono il controller con lo smartphone? A che punto siamo a un anno dal lancio?
Noi ci siamo divertite tantissimo "Dimmi chi sei" ma anche con "Hidden Agenda". Sarà stato così anche per il resto dei giocatori?
"Siamo davvero orgogliosi di ciò che abbiamo costruito con i titoli PlayLink soprattutto perché sappiamo di aver riunito sullo stesso divano persone appassionate di videogiochi insieme ad amici e parenti che – di videogiochi – non ne sanno proprio nulla. Anzi ti dirò di più: le app dei giochi PlayLink (4 per ora) hanno raggiunto in totale 11 milioni di download. Il dato è davvero importante per noi perché ci ha permesso di comprendere quale sia la portata del successo di questi titoli ma soprattutto che dobbiamo continuare ad investire in questo progetto" confessa il capo di Sony Worldwide Studioes Europe.
"Quest'anno usciranno 7 nuovi titoli PlayLink perché il nostro desiderio è quello di coinvolgere tutti, che possiedano PlayStation 4 oppure no".
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