I migliori album italiani del 2024 – La top 10 di TechPrincess

È stato un 2024 pieno di musica. Cominciato con un Sanremo che ha consacrato Geolier e Angelina Mango e terminato con un album a sorpresa di king Marracash. Nel mezzo? Beh, un po’ di tutto, tra inaspettate reunion di Club Dogo e Co’Sang, l’esplosione social di Serena Brancale, l’irresistibile collaborazione tra Calcutta e Fitness Forever i ritorni di Cesare Cremonini, Subsonica e Vasco Brondi e molto molto altro. Ma quindi, dischi alla mano, quali sono stati i migliori album italiani del 2024? Proviamo a stabilirlo insieme con questa nostra personalissima Top 10.

La top 10 dei migliori album italiani del 2024

10 – Un Segno di Vita – Vasco Brondi

Vasco Brondi ritorna con un album che esplora temi esistenziali attraverso testi poetici e arrangiamenti minimalisti. Insomma, niente che non ci avesse già fatto apprezzare nella sua vita precedente con Le Luci della Centrale Elettrica. Un Segno di Vita conferma che il secondo Vasco più popolare d’Italia è ancora in grado di  creare atmosfere intime e riflessive, con qualche centellinata collaborazione qua e là.

9 – Closer – Maria Chiara Argirò

Dopo essersi fatta conoscere in Inghilterra, capitale della musica, Maria Chiara Argirò torna in Italia con le spalle larghe. E lo fa con Closer, un viaggio sonoro affascinante, che mescola pop, elettronica e jazz in un paesaggio emotivo ed evocativo. Da Light a Grow, passando per la title track, l’album esplora temi di connessione, appartenenza e introspezione, alternando euforia danzereccia a intimità riflessiva. Il tutto termina con la struggente Floating, con influenze che spaziano dagli anni Ottanta ai suoni sperimentali contemporanei.

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8 – Dio lo Sa – Geolier

Se Sanremo ha visto la definitiva affermazione del rapper napoletano anche agli occhi del pubblico più conservatore, è con l’album Dio lo Sa che Geolier mette la sua firma su questo 2024. Un disco che combina ritmi trap con liriche neanche troppo profonde, ma comunque caratterizzate dal cantato spezzettato che lo rendono irresistibile (si ascolti a tal proposito il singolo El Pibe De Oro). Dio lo Sa è un disco evidenzia la sua crescita artistica e ne conferma l’impatto sulla scena urban italiana. Una scena urban che, diciamocelo, è sempre più pop.

7 – Amore e Salute – Fitness Forever

Quando il 20 settembre è uscita A Vele Spiegate in featuring con Calcutta, avevamo già intuito che i Fitness Forever stavano cucinando qualcosa di delizioso. La conferma arriva poche settimane dopo, con l’album Amore e Salute. La prima cosa che ci ha conquistato è stata la copertina, la seconda il featuring con Peppino Di Capri e la terza la tracklist. Un album che celebra la vita con sonorità retro-futuristiche, fondendo disco, funk e influenze italiane anni ’70. Insomma, i Fitness Forever, ancora una volta, dimostrano una creatività travolgente e un’incredibile capacità di far ballare, regalandoci scenari sonori (ma anche visivi) che puzzano di dirompente malinconia

6 – Nevermind the Tempo – I Hate My Village

Con una copertina che ricorda inevitabilmente il capolavoro dei King Crimson (e un titolo che rimanda all’unico e iconico disco dei Sex Pistols), il supergruppo italiano – composto da membri di Bud Spencer Blues Explosion, Calibro 35 e Verdena – presenta un album che mescola rock, funk, influenze africane e tonnellate di fuzz. Nevermind the Tempo è il disco di cui la scena underground ha bisogno per ricordarsi di essere viva in questi tempi difficili.

5 – Pista nera – PostNebbia

Con le consuete voci spinte spudoratamente dentro al mix, stile Verdena per capirci, l’ennesimo concept album dei PostNebbia continua a esplorare le atmosfere del rock psichedelico con un tocco contemporaneo. Il tema, questa volta, è quello del cambiamento climatico, con pazzoide variazioni sul tema a colpi di sintetizzatori per un viaggio ipnotico e profondo, che parte da Padova e arriva fino a Springfield con Kent Brockman. 

4 – NUOVOSPAZIOTEMPO – Emma Nolde

Emma Nolde conferma il suo talento con questo album, caratterizzato da arrangiamenti elettronici complessi e liriche poetiche. Vestite di una produzione che senza paura strizza l’occhio al pop più internazionale, ogni traccia di NUOVOSPAZIOTEMPO esplora la relazione tra passato e futuro, creando un ponte emozionale tra diverse epoche. “Quello che ti fa paura alla fine è sempre solo un punto di vista”

3 – È FINITA LA PACE – Marracash

Marracash deve essersi preso le peggio ingiurie da parte dei tanti colleghi che erano già pronti a pubblicare le loro classifiche dei migliori dischi italiani del 2024. Uscito a sorpresa alle 7 del mattino del 13 dicembre, È FINITA LA PACE ci ricorda perchè nella scena ci si riferisce all’artista come King Marra: testi mai banali, un flow da panico e la consueta incisività sul mercato discografico (anche “Senza Sanremo, senza l’estivo e senza Petrella”). Un mercato che nel disco Marracash non lesina di attaccare, a suo modo, con liriche molto argute. 

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2 – In memoria di – Lamante

A tratti inquietante e violento, a tratti dolce e malinconico. In memoria di indaga una vasta gamma di emozioni e sensazioni, impreziosite dall’intensità espressiva di Giorgia Pietribiasi, appena 25 anni, in arte Lamante (senza apostrofi). Il disco d’esordio che ogni artista sogna: un disco completo e credibile, a mani basse tra i migliori album italiani di questo 2024.

1 – ALASKA BABY – Cesare Cremonini

A Cesare perdoniamo tutto, anche il furto con scasso agli Arctic Monkeys nel brano Dark Room. Perchè diciamocelo chiaramente, davanti ad album così belli si perdona tutto. Soprattutto se analizziamo il percorso dell’ex Lùnapop, che da sempre omaggia i più svariati artisti nei propri dischi (gli MGMT di Electric Feel aspettano ancora i crediti per Lost in the Weekend). Tornando al 2024: ALASKA BABY è un album bellissimo, prodotto bene e scritto meglio, in cui qualsiasi appassionato di musica non potrà che ritrovare molti degli artisti che ama. E poi, con questo album, Cesare ci ha riconsegnato alla musica Luca Carboni (e scusate se è poco). Brano preferito? Per noi l’irresistibile Limoni.

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