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Tutto quello che non vi hanno detto sullo scioglimento dei Daft Punk

Il video dell'annuncio nasconde molto di più di quello che sembra e svela che l'addio era già nelle carte, in qualche modo

Il 22 febbraio si sono sciolti ufficialmente i Daft Punk e l’hanno fatto con un video che ha fatto il giro del mondo. Tuttavia, al contrario di quanto inizialmente riportato da molti, quel filmato non è un prodotto originale, realizzato per l’occasione. Si tratta anzi di un estratto da Electroma, film che il duo portò al Festival di Cannes nel 2006. Un’opera complessa che è tempo di riscoprire, anche alla luce di questo annuncio. E allora, facciamolo insieme.

Daft Punk, un addio che era già raccontato da tempo

Partiamo dal video del 22 febbraio 2021, intitolato esplicitamente Daft Punk – Epilogue e in cima alle tendenze di YouTube al momento della scrittura di questo pezzo. Qui vediamo una sequenza muta e piena di pathos. I due membri del gruppo stanno camminando nel deserto,  quando uno dei robot si ferma e si toglie la giacca. Si gira e rivela al suo compagno di avventure un pulsante sulla schiena.

Una volta premuto, si avvia un timer. L’androide a questo punto avanza, lentamente ma costantemente, in maniera quasi solenne, allontanandosi dal proprio compagno. Si interpone una distanza di sicurezza tra i due, che in qualche modo preannuncia quello che sta per accadere, accompagnato dall’incedere dei bip del timer che scandiscono i secondi del countdown.daft punk 1993-2021 addio immagineE quando questo arriva alla sua fine, in una serie di inquadrature da western in questo incredibile deserto desolato, avviene l’esplosione. Un botto distrugge in mille pezzi il robot, mentre iniziano a crescere le note di Touch e una schermata mostra le mani dei due artisti in un ultimo contatto, insieme alla scritta che ha fatto commuovere i fan dei Daft Punk in tutto il mondo: 1993-2001.

È bene però ricordare che, per quanto emozionante, questo video non è originale. Al di là di alcuni dettagli, come il brano che ne accompagna la conclusione, si tratta di una sequenza presa direttamente dal film curato dai Daft Punk, Electroma. Ed è importante fare questo collegamento perché in quella pellicola è in qualche modo contenuta la spinta che ha portato allo scioglimento del duo. Oltre che una parte rilevante della loro poetica.

I Daft Punk e la ricerca dell’umanità

electroma dei daft punk scena del matrimonio dei robotElectroma è un’opera complessa e sperimentale. Non si tratta certo di un film da guardare con pop-corn e bibite sul divano per passare una serata in allegria. Si tratta di un racconto complesso che sviscera ed espande uno dei temi centrali della poetica del gruppo: la ricerca dell’umanità.

Il film ci porta a seguire le avventure di Hero Robot #1 e Hero Robot #2, ovvero gli alter ego dei Daft Punk stessi. I due viaggiano a bordo di una macchina, fino a ritrovarsi in una città dove è pieno di loro simili. Un mondo pieno di robot grandi e piccoli, maschi e femmine, impegnati in ogni genere di attività. Ma i nostri protagonisti, come spesso capita agli automi nella narrativa, vogliono cambiare, trasformarsi. Insomma, diventare umani.

Per raggiungere il proprio scopo, si rivolgono a degli esseri misteriosi. Figure apparentemente fatte di luce che sembrano essere le uniche nel mondo di Electroma a non avere l’aspetto di robot, a giudicare dalle silhouette. Sono loro che fanno colare sul duo delle maschere raffazzonate che replicano dei volti umani. Caricature al limite dell’inquietante, condite da protesi e parrucche, che il duo utilizza per camuffarsi.

Ne nasce così un gioco di molteplici livelli e chiavi di lettura. Perché i volti che i Daft Punk indossano sono riproduzioni bizzarre del vero volto degli artisti. Quello che hanno sempre tenuto nascosto al mondo nella propria esperienza artistica, coprendolo con un casco. I due robot proseguono ossessionati nel loro cammino per raggiungere (o ritrovare?) la propria umanità, arrivando addirittura a ricoprire il proprio metallo di una pelle sintetica. Un artificio grottesco, che si scioglie una volta colpito dal Sole.

Il robot che cerca la vita, ma pecca di superbia

finale di electroma con l'androide nel desertoNell’esperienza artistica, a ogni livello, il robot è tendenzialmente alla ricerca della sua completezza, di quella vita umana che gli manca. Che si tratti di versioni pre-tecnologiche come Pinocchio o Frankenstein o i loro successori più evoluti tecnicamente, da Astroboy ai replicanti di Blade Runner fino agli Ultron e Visione che spopolano nelle opere Marvel, la direzione è spesso quella.

È interessante peraltro notare come il contatto tra uomo e tecnologia sia anche parte del percorso artistico di un altro grande compositore. Stiamo parlando di Giorgio Moroder, figura di grande importanza per la storia della musica, nonché amico e profonda influenza per i Daft Punk che lo hanno addirittura messo al centro di una loro nota canzone. Non a caso peraltro, tra le opere di questo autore si trova una riedizione con nuova colonna sonora di Metropolis, il film del 1927 che portò già allora al centro della scena gli androidi, anticipando gran parte della fantascienza successiva.

Anche i due robot dei Daft Punk comunque sono alla ricerca di quella umanità, che in Electroma si traduce in un volersi anche distinguere, forse elevare dal resto del mondo. Un peccato di superbia, che viene immediatamente punito con il terrore degli abitanti del luogo che si avvicinano minacciosi, come la più classica folla inferocita. Prima ancora però che qualcosa possa accadere è il Sole a intervenire e a riportare alla realtà i due androidi. Un destino non dissimile da quello del superbo per eccellenza, Icaro.

Ve l’avevamo detto, i due non ci vanno leggeri con il simbolismo. E stiamo solamente grattando la superficie.daft punk finale electromaQuesto gioco di ricerca di un’umanità, ma anche di indossare molteplici maschere (che è difficile capire se servano a nascondere o ostentare la propria identità) ha un esito tragico. Una volta compresa la futilità dei propri tentativi di trasformazione, i due abbandonano la propria auto targata human e attraversano il mondo a piedi fino a quando uno non decide, dopo molte esitazioni, di optare per il suicidio. Proprio quella scena di cui parlavamo qui sopra e che ha rappresentato il video di addio dei Daft Punk.

Il secondo sceglie di continuare a camminare, fino a quando capisce che non può più andare avanti. Ma a questo punto non può più premere il pulsante sulla schiena, irraggiungibile. E così in un gesto ancora più estremo, sfascia il proprio casco e utilizza uno dei vetri per darsi fuoco con l’aiuto del Sole.

Addio ai Daft Punk? Arrivederci? Qual è la domanda? Qual è la risposta?

frame del finale di electromaC’è una frase che Guy-Manuel de Homem-Christo (uno dei due membri dei Daft Punk) usò per descrivere Electroma: “Poiché l’intero film è senza dialogo, è più una domanda che una risposta“. E sebbene il video con cui il duo ha annunciato il suo scioglimento sembri essere più chiaro, non è davvero definitivo. Ha più risposte del film, ma apre comunque a tante domande.

Perché al di là dell’interpretazione più evidente, ci sono tante cose che restano aperte. È un addio alla musica dei due artisti? Perché c’è solo la scena del suicidio di uno dei due robot? È un fermarsi prima di rendersi conto dell’inevitabile? O l’inevitabile è già arrivato come in Electroma? Come va letta la camminata verso una nuova alba del secondo? Quale delle tante maschere è stata distrutta? È davvero la fine dei Daft Punk? O forse è ‘solo’ un altro atto di trasformazione?

daft punk nel video epilogo dello scioglimentoTutti quesiti su cui ci si potrebbe sbattere la testa ancora a lungo. Dubbi che si può provare a risolvere, andando a ripercorrere Electroma, il video-epilogo, le opere passate del duo per cercare di scardinare quella fitta rete di simboli e richiami che hanno costruito nel corso degli anni. Però forse un indizio ce l’hanno già dato.

Perché non è sicuramente un caso che il filmato si concluda con un estratto da Touch, una delle più complesse e analizzate canzoni dell'(attualmente) ultimo album dei Daft Punk Random Access Memories. Un pezzo che sembra riprendere il tema del robot che si risveglia e che “si è quasi convinto di essere reale“. Ma soprattutto un brano che, proprio nell’estratto del video, ripete quasi ossessivamente una frase:

Hold on, if love is the answer, you’re home

E in fondo, questo è tutto quello che dobbiamo sapere.

Random Access Memories
  • DAFT PUNK
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